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Il ponte che non c’è e l’attualità di “Horcynus Orca” nel suo cinquantenario

Due spettacoli teatrali di compagnie calabresi celebrano la scrittura immaginifica del romanzo di Stefano D’Arrigo

Pubblicato il: 29/04/2025 – 11:57
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Il ponte che non c’è e l’attualità di “Horcynus Orca” nel suo cinquantenario

Il mare spaventoso e onirico che lega Calabria e Sicilia e la parola che da scritta si fa narrazione orale: due spettacoli teatrali di compagnie calabresi celebrano la scrittura immaginifica di Horcynus Orca, romanzo di Stefano D’Arrigo pubblicato nel 1975 dopo una gestazione lunga oltre due decenni. Peraltro sono i giorni in cui ricorre anche il 33esimo anniversario della morte di D’Arrigo (2 maggio 1992).

Le “Tre piccole ombre” di Mana Chuma

La rassegna Teatri a Sud di Astràgali Teatro ospita ancora una volta, mercoledì 30 aprile, alle 20.30, nella Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce, la compagnia teatrale reggina Mana Chuma, che propone in anteprima nazionale il reading “Tre piccole ombre”, un lavoro tratto dal racconto “Tre ombre piccole davanti al mare” di Massimo Barilla, pubblicato nella raccolta “Dentro, più dentro, dove il mare è mare” (Historica Edizioni, 2021) e pensato in occasione del cinquantesimo anniversario della pubblicazione del romanzo “Horcynus Orca” di Stefano D’Arrigo. Il reading conduce lo spettatore sulla spiaggia di Alì Terme, negli anni 20, nell’ultima lunga notte d’infanzia vissuta da Stefano D’Arrigo, in compagnia dei due amici di sempre, ostinati a respirare con lui l’ultima aria di mare. I tre si confrontano con l’acqua, la terra, il proprio destino, intrecciando ricordi, silenzi e sogni. Un lavoro che trasforma la prosa in una tessitura poetica e performativa, rendendo omaggio a quella notte di addio che ha nutrito l’immaginario di D’Arrigo, germinando un’opera-mondo senza tempo. In scena Massimo Barilla e Salvatore Arena (nella foto), musiche originali Luigi Polimeni.

“Di tutti i colori” di Dario Natale

Nei giorni scorsi aveva già esordito “Di tutti i colori” di e con Dario Natale (produzione Scenari Visibili / Tip Teatro). Se i colori possono rappresentare un codice di archiviazione della nostra memoria, allora può esistere un richiamo cromatico che serva a richiamare i ricordi quando essi iniziano a disperdersi. “Non c’è blu senza giallo senza arancione” diceva Van Gogh, e potrebbe anche significare che non c’è felicità senza tristezza. Ma in quella particolare luce cangiante che investe lo Stretto di Messina, basta osservare il colore “cielo che passa”, per riconoscere tra i due estremi che non si possono più toccare, il senso di una vita. Capita in questo tempo di vederne davvero di tutti i colori, ombre sempre più minacciose si addensano purtroppo sul futuro delle nuove generazioni, che viene da chiedersi quale sia il rimedio, come orizzontarsi nella nebulosa, e se la memoria degli uomini, quella che non aduna fantasmi, ma che può consigliare nuove prospettive, sia ancora oggi necessaria. Forse approfittando di questo dubbio, le problematiche neurodegenerative, predoni dei ricordi, dilagano nelle case e nelle città, tali da indurre alcune città a pubblicare sui loro siti numeri verdi da chiamare in caso di incontri con persone affette da disturbi cognitivi.

Con Saro sul ponte sospeso

Saro, in vita sua ne ha viste davvero tante, sia in tempo di pace che di guerra. Sa che non potrà mai collegare il suo passato a questo presente dai valori rovesciati, dove smarrita è la misura del limite e del degrado. Si chiede il perché, Saro, pretende rispetto della sua condizione, della sua insufficienza, sa che al prossimo lampo, colto dai suoi sensi, aprirà il libro delle meraviglie: la vita che ha vissuto. Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo, le suggestioni di Il Giappone a Colori di Laura Imai Messina, le parole e gli scritti di Osvaldo Pieroni, hanno gettato le basi del ponte sospeso su cui è salito Saro, una passerella che appare e scompare, unico ponte da cui guardare lo Stretto di Messina, Scilla e Cariddi, in quanto patrimonio presente e futuro di pesci, uccelli, esseri umani, mostri marini. Lo spettacolo è stato proposto in anteprima a SpazioTeatro (Reggio Calabria), poi – lo scorso weekend – al Tip di Lamezia Terme. A fine maggio sarà presentato a “Microteatro” al Dam Unical (Rende). (redazione@corrierecal.it)

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