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prove di futuro

L’incubo e il «sorriso ritrovato» dei lavoratori ex Abramo

La storia di una vertenza che sembrava «senza soluzione». La nuova era dei call center tra spam e utenti diffidenti

Pubblicato il: 01/05/2025 – 7:39
di Fabio Benincasa
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L’incubo e il «sorriso ritrovato» dei lavoratori ex Abramo

COSENZA L’ultima immagine risale allo scorso mese di marzo ed è intrisa di sorrisi, uno scatto simbolo della risoluzione di una vertenza annosa che riguardava i lavoratori della ex Abramo Customer Care. Il presidente della Regione Roberto Occhiuto, in visita nelle sedi calabresi di Rende e Crotone della società Konecta, incontra i lavoratori oggi impegnati nel progetto di dematerializzazione delle cartelle cliniche, ideato dalla Regione Calabria. Il percorso si è concluso positivamente, ma è stato decisamente tortuoso. Tra le parti sociali impegnate nei tavoli di risoluzione, anche Cristina Spadafora della Fistel Cisl Calabria. Insieme alla segretaria abbiamo ripercorso, nel giorno della festa del lavoro e dei lavoratori, le tappe di ricollocazione dei lavoratori. «Una vertenza che ha avuto una risonanza a livello nazionale, mille persone, solo in Calabria, tra lavoratori e lavoratrici erano in bilico perché Tim aveva ridotto i volumi».

Le difficoltà e la risoluzione

La vertenza Abramo Customer Care «è stata molto faticosa, a volte sconfortante, perché non si riusciva a trovare una soluzione per poter dare ossigeno, speranze e prospettive ai lavoratori. Il lavoro di squadra è stato fondamentale», sostiene Spadafora. «Come Cisl adoperiamo il metodo della contrattazione, del dialogo, non illudendo mai nessuno. Non c’erano soluzioni sicure sul tavolo, ma non abbiamo mai perso la speranza. Grazie al Presidente Roberto Occhiuto, siamo riusciti a collocarli con in Konecta».

Il sorriso ritrovato

Gli ex dipendenti della Abramo oggi operano in un’azienda che consente di pensare al futuro con maggiore serenità. «I lavoratori sono stati assorbiti e si occupano della digitalizzazione delle cartelle sanitarie. Ho avuto modo di parlare con alcuni di loro, sono molto entusiasti della nuova mansione e hanno ritrovato il sorriso. Sembra poco, ma per noi e per loro è una straordinaria vittoria». E’ tempo di stabilità. «Si prevede un aumento del lavoro soprattutto per quanto riguarda la digitalizzazione».

Call center, una nuova era

L’impiego nei call center è profondamente mutato, il Covid ha rappresentato uno spartiacque aprendo allo smart working, al telelavoro, alla possibilità di impegnare gli operatori a distanza. «I call center oggi sono soprattutto assistenza, sarebbe più corretto definirli contact center. Nel periodo della pandemia siamo diventati essenziali, senza questi lavoratori e lavoratrici molte operazioni non andrebbero a buon fine». Supporto, assistenza, ma per molti utenti le telefonata provenienti dai call center diventano un incubo. «Quello dello spam è un problema serio che penalizza il lavoro professionale di chi viene formato per vendere o offrire dei servizi per evitare lunghe code, perdite di tempo, proponendo una risoluzione veloce. Ci sono però quelli che definisco call center “sottoscala”: aziende che pur di aumentare il fatturato consentono ai lavoratori e alle lavoratrici di offrire di tutto. Siamo di fronte alla presenza di consumatori sempre più diffidenti. Oggi, quando si sente parlare di call center, il primo pensiero è il riferimento ad una possibile truffa. Ma non deve essere così. La maggior parte delle risorse che lavorano nei call center sono laureate, adeguatamente formate, consapevoli dell’importanza del loro operato». (f.benincasa@corrierecal.it)

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