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I numeri impietosi del Catanzaro. Cosenza, il punto più basso non è la classifica

Il calo delle Aquile è evidente: il ritiro servirà? Il “Marulla” vuoto nel giorno del ritorno al successo della squadra è la fotografia plastica del momento del calcio cosentino

Pubblicato il: 02/05/2025 – 7:40
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I numeri impietosi del Catanzaro. Cosenza, il punto più basso non è la classifica

È stato un primo maggio un po’ meno triste del solito per il Cosenza, che battendo a sorpresa il Bari in casa, ha scacciato per ora il pericolo retrocessione matematica in serie C. Ancora una giornata storta per il Catanzaro, battuto dalla Juve Stabia.

I numeri impietosi del Catanzaro

Se prima era lecito mantenere una certa prudenza nei giudizi, ora non ci si può più nascondere: il Catanzaro è ufficialmente in crisi. E non si tratta solo di una flessione nei risultati, ma di un calo più profondo, che coinvolge aspetto mentale, brillantezza fisica e fiducia nei propri mezzi.
I numeri, impietosi, parlano chiaro: dopo la sconfitta di ieri a Castellammare di Stabia, la squadra di Fabio Caserta ha raccolto appena sei punti nelle ultime otto partite di campionato. Un bottino magro, frutto di un’unica vittoria (il derby di febbraio contro il Cosenza), tre pareggi e ben quattro sconfitte. Dati che raccontano più di mille analisi: questo Catanzaro, una volta temibile e spavaldo, oggi fatica, arranca e perde certezze.
La comprensibile flessione post-salvezza matematica non basta più a giustificare questo crollo. Perché se è vero che l’obiettivo minimo è stato raggiunto con largo anticipo, è altrettanto vero che un posto nei playoff – fino a un mese fa praticamente blindato – oggi rischia seriamente di sfuggire di mano. Sarebbe un’occasione sprecata, una beffa sportiva che lascerebbe un sapore amaro in bocca a tutta una piazza che appena un mese fa sognava giustamente in grande.

Crema: eppure, in un sabato di sconfitte e malinconie, una notizia positiva è arrivata. Le dirette concorrenti nella corsa ai playoff hanno rallentato, o peggio. Le sconfitte di Cesena, Modena e Bari (quest’ultima battuta proprio dal Cosenza, ex “vittima” giallorossa) hanno evitato che la caduta di Castellammare diventasse più pesante da digerire. Il vantaggio del Catanzaro sul nono posto resta di quattro punti: un margine ancora gestibile, se si riuscirà a invertire la rotta già dal prossimo impegno contro la Samp.
Amarezza:
Al termine della sconfitta contro la Juve Stabia, Fabio Caserta non ha cercato alibi: «Siamo in un momento di difficoltà», ha ammesso senza giri di parole. Il tecnico del Catanzaro ha confermato ciò che ormai è sotto gli occhi di tutti: la squadra è in piena crisi. Per provare a invertire la rotta, la società e lo staff tecnico hanno preso una decisione drastica: si andrà in ritiro. Una scelta forte, che testimonia la volontà di ricompattarsi, ritrovare concentrazione e provare ad invertire un percorso che, fino a poche settimane fa, sembrava lanciato verso i playoff.

Iemmello ieri a Castellammare di Stabia

Cosenza, il punto più basso non è la classifica

La vittoria di ieri contro il Bari rappresenta un sussulto d’orgoglio per il Cosenza, ma non basta a cambiare il quadro generale. La squadra rossoblù resta invischiata in una situazione disperata, e lo è non solo per la classifica, ma per lo stato di isolamento in cui si trova. E non per colpa sua. Dopo mesi di confusione e polemiche, mercato inconsistente e decisioni dirigenziali a dir poco discutibili e provocatorie, il sussulto dei ragazzi di Alvini sembra ormai tardivo. Il gol di Gargiulo ha solo tamponato una ferita aperta da mesi. Rosicchiare due punti sulla zona playout serve più a tenere viva una speranza aritmetica che a mascherare le difficoltà strutturali di un club che ha smarrito da tempo la propria direzione. Il dato più inquietante non è la classifica, ma l’assenza del popolo delle curve, da sempre anima e motore del Cosenza. Il “Marulla” vuoto è l’ultima fotografia plastica di una frattura ormai irreparabile tra la città e la società. E questa è forse la crisi più grave: quando una squadra perde il suo pubblico, perde un pezzo fondamentale della propria identità.

Crema: un merito che si può riconoscere al Cosenza visto all’opera ieri, è quello di non essersi arreso. In un girone di ritorno in cui è sembrato spesso rassegnato, il successo contro una squadra di che punta ai playoff mostra almeno che la voglia di lottare, in qualche modo, è ancora accesa.
Amarezza:
come abbiamo scritto sopra, il rapporto con i tifosi ormai è logoro, la credibilità della società è al minimo. Il vero problema del Cosenza, oggi, non è solo salvarsi: è capire quale sarà il suo futuro. Perché continuare così, in eterno limbo tra crisi, improvvisazione e rincorse affannate, non è più sostenibile. Né per la squadra, né per la città. (fra.vel.)

I calciatori del Cosenza dopo il gol di Gargiulo al Bari

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