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Il futuro di Rende dopo Manna: confronto a tre su altrettante idee di città – VIDEO

Ghionna, Bilotti e Bonanno sui temi caldi della campagna elettorale, dall’urbanistica alla legalità, dall’Unical alle eredità politiche

Pubblicato il: 03/05/2025 – 11:14
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Il futuro di Rende dopo Manna: confronto a tre su altrettante idee di città – VIDEO

LAMEZIA TERME Nel nuovo appuntamento con L’altra Politica continuano su L’altro Corriere TV (Canale 75) gli approfondimenti in vista delle elezioni amministrative del 25/26 maggio. Dopo Lamezia Terme tocca a Rende, dove ci sono 5 candidati a sindaco: l’ex primo cittadino Sandro Principe con sei liste, poi – sempre come espressione del centrosinistra – Giovanni Bilotti sostenuto da tre liste, la candidata del Movimento 5 Stelle sostenuta anche da AVS – che non sarà però presente con il simbolo – Rossella Gallo e l’indipendente Luciano Bonanno – con lui la lista Libertà in Movimento – e il candidato del centrodestra Marco Ghionna anch’egli con sei liste.

I motivi delle due assenze

Tutti e cinque i candidati a sindaco sono stati invitati al confronto tv ma Gallo ha declinato l’invito per impegni precedentemente assunti mentre Principe ha ritenuto di rifiutare l’invito, inviando una nota in cui ringrazia il Corriere della Calabria ma si dice non incline a partecipare a un dibattito in cui a suo modo di vedere i tempi ristretti non avrebbero garantito un giusto approfondimento.

Bonanno e la ragione di una corsa solitaria

Quando si entra nei temi tocca a Bonanno spiegare che la sua lista “sta portando un progetto libero, sano e giovane sul territorio. Non per età anagrafica, abbiamo fatto questa scelta per prendere le dovute distanze dalle solite dinamiche politiche quindi mi auguro che i cittadini ci diano fiducia perché pensiamo di essere l’alternativa alle altre forze politiche” spiega il candidato indipendente. “Abbiamo fatto una scelta dal primo momento quando io misi a disposizione la mia candidatura nel mese di gennaio – aggiunge – con la possibilità di fare non uno ma 100 passi indietro qualora ci fosse stata una figura alternativa e rappresentativa di giovani quarantenni cinquantenni, poi vista la serie di dinamiche che si sono venute a creare abbiamo deciso di scendere in campo, per una questione di coerenza, mettendo una lista giovane e libera”.

Bilotti e il civismo dal basso, Ghionna e il primato della politica

Per Bilotti “il poter scegliere di andar via o rimanere non credo appartenga al centrosinistra o al centrodestra: il nostro è un progetto con dei valori che abbiamo scritto insieme sui tavoli aperti a tutti, siamo partiti dal basso coinvolgendo dei gruppi di cittadini e gli stakeholder del territorio, la nostra responsabilità è poter scrivere insieme il nostro futuro”.
Secondo il candidato sindaco unitario del centrodestra “devono fare politica i soggetti deputati alla politica ovvero i partiti. Quelli di un’area nella quale io mi sento a mio agio e alla quale ho cercato di portare, oltre che la mia persona, il senso di disponibilità alla candidatura anche di un mondo professionale e civico”. Per il presidente dell’ordine provinciale degli ingegneri il concetto di partecipazione e civismo a Rende è un concetto declinato in maniera politica, sinonimo di “un disordine nel quale ognuno poteva gestire la propria quotidianità diversamente da prima: ecco, secondo me questo è un concetto che in qualche modo andava interrotto presentando una faccia con simboli e un programma determinato con cui assumersi delle responsabilità”.

Bilotti e l’eredità di Manna

Sulla continuità con le amministrazioni di Marcello Manna, Bilotti dissente anzitutto dalle parole di Ghionna (“il civismo non è disordine, il civismo è partecipazione”) poi rivendica liste a suo sostegno fatte da giovani con l’intenzione di creare “un campo largo dove i garanti di questo processo e di questo progetto civico siamo noi: giovani non solo anagraficamente ma lontani da logiche politiche che non hanno funzionato. Nelle liste delle altre coalizioni mi sembra di ritrovare le vecchie amministrazioni: con Principe sono presenti sei componenti della vecchia amministrazione – e posso fare anche i nomi perché sono pubblici – con degli incarichi e dei ruoli ben precisi come il vicesindaco Franchino De Rango o l’assessore Marinella Castiglione. Così come a sostegno di Ghionna sono presenti altri 5 profili che hanno appartenuto a quella fase amministrativa con delle deleghe chiare. All’interno della nostra della nostra coalizione sono presenti tre profili” riconducibili al periodo Manna.

Ghionna sullo scioglimento

“La prima cosa che dovremmo leggere oltre ai nomi è la relazione di scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose pubblicata in Gazzetta Ufficiale” attacca il candidato del centrodestra riferendosi a profili che a suo dire non avrebbero dovuto candidarsi. “Il problema del civismo rendese degenere non è il civismo sbagliato in quanto tale ma in quanto portato all’interno di un sistema partitico in cui ci si assume delle responsabilità personali e se le assume anche il partito” di riferimento.

Bonanno: con Bilotti la nomenklatura dem

“Noi abbiamo deciso di scendere in campo da soli – ribatte Bonanno – il che significa che alle nostre spalle non c’è niente. A Bilotti dico che vorrei capire la sua figura come è uscita fuori da questa situazione visto che è appoggiato dall’intera nomenclatura del Partito democratico oltre a una parte dell’amministrazione uscente. Da parte nostra – aggiunge – abbiamo fatto una scelta dal primo momento coraggiosa perché c’è stato tanto coraggio a metterci la faccia e a scendere in campo soli: è facile fare coalizioni e poi dire io sono una persona libera…”. Poi pungola ancora lo sfidante di centrosinistra sul Pd: “Vorrei capire la vostra posizione in merito alla città unica perché il Pd se non vado errato era favorevole”.

Ghionna e Bilotti sulla città unica

“Sulla fusione – risponde Ghionna – noi abbiamo avuto ed espresso ripetutamente una posizione ormai chiara che parte dal concetto dell’analisi della problematica città unica piuttosto che diventare un dibattito strumentalizzato da alcuni per fare un paio d’anni di campagna elettorale. Chi faceva parte dei comitati del no alla città unica poco discuteva sulle opportunità preferendo trascinare gli argomenti verso una competizione elettorale che si sapeva sarebbe arrivata da lì a breve. Ognuno pensava di essere l’imperatore romano di un grande esercito e alla fine l’imperatore romano è stato un imperatore che ha mangiato tutti gli altri nella classica sindrome di Stoccolma… secondo uno schema ben preciso che gli ha dato due anni di tempo per risorgere politicamente”. Ghionna dice di rispettare le indicazioni uscite dalle urne lo scorso 1° dicembre e promette che “appena metteremo piede nel comune da soggetti istituzionali e nell’esercizio delle nostre funzioni chiameremo la Regione Calabria a una discussione puntuale sulla riformulazione di quella legge”.
Anche Bilotti – che rivolge a Principe la domanda (in assenza) sui favorevoli alla città unica presenti nelle sue liste – afferma di voler “rispettare categoricamente quella che è già stata una scelta democratica dei cittadini di Rende ovvero il no alla città unica” ma non esclude la collaborazione e il dialogo coi Comuni confinanti in fatto di miglioramento dei servizi.

Bilotti: uno sportello sulla legalità. Bonanno: rendesi umiliati

Bilotti riporta l’idea di “istituire uno sportello sulla legalità” finalizzato alla trasparenza sulle pratiche e i processi decisionali per “evitare ciò che è già successo negli anni non soltanto all’interno del nostro comune, lavorando con trasparenza e onestà”.
Sulla questione scioglimento, Bonanno parla di un “incubo” vissuto da “una città martoriata, mortificata e umiliata: ci hanno fatto vergognare di essere cittadini rendesi e noi non dobbiamo dimenticare che i problemi partono da lontano, già dal 2013, poi sono arrivati i debiti e il predissesto fino allo scioglimento per mafia. Penso che i cittadini ci debbano dare fiducia perché noi abbiamo fatto questa scelta in conseguenza del cattivo esempio del passato, mi auguro mi auguro che i cittadini comprendano che possono dare una svolta definitiva”.

Ghionna: gestione privatistica della cosa pubblica

Ghionna retrodata ulteriormente l’inizio dei problemi a prima degli anni ’80 con la crezione e la gestione di un modello con “una concezione un po’ privatistica della cosa pubblica, lo si vede nell’urbanistica. L’antidoto – argomenta l’esponente di FdI – è condurre non solo una competizione elettorale ma una rivoluzione culturale, è quello il vaccino che noi dobbiamo insufflare per evitare patologie di questo tipo. Parlo di un approccio diverso e una cultura diversa dell’amministrazione, più contemporanea e proiettata al futuro ma sostanzialmente più sana. Bisogna stare anche molto attenti perché un domani, se ci dovessimo trovare di fronte a situazioni di ulteriore instabilità amministrativa derivante da agenti esterni, Rende avrà una grande difficoltà nel riprendersi”.

Piano strutturale e programmazione dello sviluppo urbanistico

Sui temi più prettamente urbanistici, Ghionna si dice favorevole a un piano strutturale associato e collega al nuovo Policlinico scelte strategiche ad esso funzionali come lo svincolo autostradale a Settimo, l’avvicinamento della stazione ferroviaria quindi del tracciato ferroviario Santa Maria di Settimo all’alta velocità nell’ottica di “un baricentro che si sta spostando, in termini di interesse e di vivibilità, verso nord e la vicina Montalto Uffugo: è logico quindi, in una programmazione urbanistica che vede lo sviluppo di flussi non solo di edificazione, concepire una programmazione che sposterà il baricentro di un’area conurbata a nord tra Rende e Montalto”.
Anche da Bilotti arriva un sì al piano strutturale associato ma con un distinguo a proposito di quella che definisce una città “policentrica” che – nell’ascoltare e soddisfare il fabbisogno di tutti – pensi a “uno sviluppo a nord ma anche a est e ovest, alle contrade e ai quartieri e non solo l’area urbana, all’Unical e alla zona industriale – la seconda in Calabria – all’interno della Zes, ma anche al centro storico”.
Bonanno condivide l’approccio dei due interlocutori nel disegno di uno sviluppo urbanistico che sia integrato e largo, lanciando – a proposito del centro storico – l’idea degli spazi coworking per portare un indotto all’interno del borgo tramite la creazione di postazioni nei palazzi in disuso come palazzo Basile, scelta che secondo il candidato indipendente potrebbe attivare un effetto domino per altre attività commerciali in una zona ormai abbandonata da tempo.

L’Unical e i servizi da migliorare

Bilotti da laureato ad Arcavacata lamenta un certo scollamento tra la comunità universitaria e la città (“vogliamo istituire nei primi 100 giorni un tavolo di consultazione con le diverse realtà del territorio” annuncia) sia nei servizi e nei collegamenti sia nella programmazione condivisa. Secondo Ghionna, Rende è una città che proprio grazie all’Unical “ormai vive di una contaminazione sociale” ma vive allo stesso tempo “un complesso più difficile rispetto ad altre realtà territoriali da un punto di vista amministrativo perché – per fare un esempio – la raccolta della spazzatura si deve dimensionare per tutti gli abitanti non solo per quelli residenti, così come il dimensionamento delle reti fognaria e idrica e di tutti i servizi per un flusso neanche molto regolare no di persone che però stanno dando un arricchimento e quindi vanno ringraziate lavorando per loro oltre che per la zona industriale. È evidente che oggi fisicamente l’università sembra una città nella città, però ci sono anche delle condizioni infrastrutturali originarie che di fatto la confinano fisicamente, dalla SS 107 che comunque sembra un muro e rende l’ingresso verso la zona universitaria sempre più congestionato: questo si spera di risolverlo col nuovo svincolo autostradale”.

Zona industriale, nuova economia e innovazione tecnologica

Passando alle tematiche economiche, tema che ha attraversato tutto il confronto durato oltre un’ora e condotto da Danilo Monteleone, Ghionna cita gli spin off universitari che potranno influire sull’economia generale rendese oltre il campo edilizio, non più trainante. “Non mi sembra che ci sia questa spinta fortissima a dover edificare ancora – argomenta –, se invece riuscissimo anche a lavorare su uno sviluppo produttivo sul terziario avanzato e la tecnologia applicata, in termini di infrastrutture e di servizi accessori il comune potrà supportare l’Unical ma altrettanto l’università potrà supportare il comune”.
Per Bonanno l’area industriale deve essere riprogettata rispetto a “come è stata strutturata in passato: sembra un labirinto… Oltre ai problemi di viabilità credo che si dovrà pensare anche di incentivare – accanto alla sede di qualche call center e deposito – l’insediamento di aziende di produzione.
Bilotti segnala che “all’interno della zona industriale di Rende non si può entrare con un mezzo pubblico perché non esiste un collegamento: non possiamo pensare a una zona industriale futuristica aperta a delle nuove tecnologie e alle nuove realtà se non partiamo da questo bisogno. Di questo parliamo quando diciamo di voler partire dal basso lavorando sulla viabilità e sui trasporti con una programmazione condivisa: creiamo un asse che collega la zona industriale all’università della Calabria, e magari un grande incubatore che sia di esempio a livello non solo nazionale ma europeo, in materia informatica o altri settori altamente specializzati incentivando le imprese a non andare via”.
Ghionna ribatte che bisogna “cercare di normalizzare l’area industriale puntando non solo sulla produzione ma sui servizi, sulla manutenzione e sulla sicurezza di un luogo frequentato quotidianamente da oltre 2500 persone ma dove di sera si rischia a camminare dopo le 18.30”.

Punti di forza (e debolezza)

Il clima del dibattito – a tratti acceso ma mai scaduto nei toni – si stempera quando si chiedono ai tre candidati i propri punti di forza e la risposta vira verso quelli di debolezza degli avversari: a Bilotti, Bonanno imputa di “prestare il fianco al Pd e a componenti dell’amministrazione uscente” , a Ghionna “un po’ più di presenza sul territorio, costante e negli anni” (Ghionna è rendese ma vive a Cosenza).
Per Bilotti da un lato c’è “un nuovo non nuovo, perché comunque il candidato Bonanno è già stato seduto all’interno del consiglio comunale” (“è nuovo essere sostenuto da persone vecchie?” ribatte l’indipendente) mentre “il nostro progetto è valido e nuovo perché non appartiene ad altri”, dall’altra parte “l’ingegnere Ghionna è un candidato di partito che è stato scelto ma non so se effettivamente poi condiviso dal territorio”.
Ultima parola proprio al candidato di centrodestra: “Sulla presenza a Rende dico: non è che uno è presente sul territorio solo perché parla ogni giorno sui giornali… Sull’essere ‘calato dall’alto’ rispondo che sicuramente mi sono messo a discutere con i vari gradi gerarchici del partito perché è nella natura della mia coalizione”. (euf)

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