Alessandro Orsini ha tracciato una condizione che, se dovesse rispondere al vero, potrebbe dare risultati utili. Secondo il giornalista, il presidente degli Stati Uniti tenterebbe di ottenere il “cessate il fuoco” in Ucraina instaurando “rapporti cordiali” con Putin. Altri, invece, ritengono che Donald Trump stia sbagliando tutto poiché, a loro parere, la guerra continuerà fino a che Putin riterrà che la tregua potrà essere vantaggiosa per il suo Paese. Tramp. In un certo senso, dimostra di preferire mantenersi tra “l’incudine e il martello”: pensa alla spesa necessaria per essere di supporto (a suo modo) alle forze ucraine, ma non disdice di fare il mediatore; probabilmente per poter dire, a cose fatte, che la pace è stata opera sua. Intanto la situazione non sembra aleggiare tra le iniziative migliori: il Medioriente continua a dare da pensare nella “Striscia” stante che la tregua sembrava preludere la chiusura definitiva del conflitto. E, invece, sono ripresi i bombardamenti che continuano a mietere vite umane.
Eppure fermare le armi lungo la “Striscia di Gaza”, sarebbe non soltanto un atto di responsabilità, quanto un riguardo verso l’umanità. Le guerre, anche là dove si combattono per cercare di risollevarsi dalla stagnazione economica, tradiscono sempre i sentimenti e gli interessi dei popoli. In un certo senso la vicenda fa il paio con quanto sta accadendo in Medio Oriente dove Israele, violando il “cessate il fuoco”, che pure aveva accettato, ha ripreso a bombardare seminando morte. E’ il ritornello di sempre: nessuno ammette che anche una guerra per procura, fa si che le armi uccidono esseri umani innocenti. Tanto i responsabili sanno come fare per “salvarsi la vita”.
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