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Principe: «Con lo svincolo a Settimo, chiuderemo quello di Rende che diventerà area di raccordo con l’Unical»

Il candidato sindaco socialista riempie il cinema Garden: «Sulle periferie abbiamo anticipato Renzo Piano di trent’anni»

Pubblicato il: 05/05/2025 – 20:12
Principe: «Con lo svincolo a Settimo, chiuderemo quello di Rende che diventerà area di raccordo con l’Unical»

RENDE Con il nuovo svincolo autostradale a Settimo di Montalto, quello di Rende verrà chiuso e tutta l’area riconvertita in una zona cuscinetto con l’Unical da progettare con un concorso rivolto agli architetti più importanti del mondo. È il coniglio che Sandro Principe toglie dal cilindro, a metà del suo comizio (oltre un’ora, a braccio) al cinema Garden per presentare le sei liste che lo sosterranno.
Prima dell’inizio del comizio viene proiettato un video sulle note de Il più grande spettacolo di Jovanotti e le immagini della campagna elettorale ma anche una brochure del programma 1999/2004, poi – una volta che il Garden è quasi tutto gremito, libera solo qualche decina di posti in alto – la voce di Lindo Nudo introduce Sandro Principe.
Il candidato sindaco dell’area socialista e riformista saluta subito «vecchi e nuovi compagni», a cominciare da Franz Caruso. C’è anche Giuseppe Aieta, che nel foyer poco prima dice senza mezzi termini che «a Rende come a Cetraro registriamo due occasioni mancate per il Pd».

«Passato sì, nostalgia no»

«Noi abbiamo un passato ma non abbiamo nostalgia, lo ricordiamo perché deve essere una piattaforma di cemento armato su cui salire per guardare meglio il futuro con esperienza, fantasia e curiosità» dice Principe.
«Qui nel 1981 facemmo la prima conferenza, Rende cominciava a crescere materialmente ma doveva anche amalgamarsi come comunità: abbiamo anticipato Renzo Piano di trent’anni sul recupero delle periferie. Rende sarà la città dell’unione dei comuni dell’area vasta che comprende Castrolibero e Montalto ma si apre a Serre, Presila e Savuto per gestire insieme i sevizi essenziali come i rifiuti e i trasporti. Ci siamo opposti all’annessione, in una battaglia di autonomia ma non di chiusura. Non abbiamo padroni e burattinai, decideremo in viale Rossini, non lo faranno altri negli ultimi piani di palazzi di altre città: è un nostro diritto e un nostro dovere».

I trasporti e la sanità

Da Principe anche un appello al governatore: «La Calabria si doti di un piano di bacino sui trasporti con un bando europeo, e poi recuperiamo la metropolitana Cosenza-Rende. Il centrodestra l’ha fatta fallire, c’erano 160 milioni di euro: il progetto va ripreso quanto prima, ci siederemo a un tavolo con il sindaco di Cosenza pensando anche a una stazione dei pullman a Quattromiglia. Coi nuovi svincoli autostradali e la stazione di Santa Maria di Settimo Rende avrà trasporti di livello europeo e l’area industriale se ne gioverà».
«Sulla sanità le assemblee dei sindaci dovranno essere frequentate da tutti i primi cittadini e non dal 10% come accade troppo spesso». Sul policlinico Unical, Principe ribadisce che è naturale la sua creazione «ora che c’è la facoltà di Medicina» ma intanto bisogna rilanciare l’Annunziata e superare «lo scandalo del pronto soccorso. A Rende realizzammo il poliambulatorio – pensando trent’anni fa alla sanità territoriale – ma l’Annunziata era ed è il nostro ospedale».
«Dobbiamo stare vicini – aggiunge – alle fasce deboli, agli anziani e ai disabili, ai giovani e alle donne. A Rende c’è una questione sociale. I laureati devono rimanere qui, aiuteremo l’impresa sociale con finanziamenti a fondo perduto a sostegno di chi non è garantito».

Innovazione e urbanistica

«Fantasiosi competitor – attacca Principe – promettono che realizzeranno la Silicon Valley ma il Crai lo hanno creato i riformisti quarant’anni fa, oggi l’Unical è un’eccellenza internazionale e il Cud – che non partì perché il rettore Pietro Bucci si ammalò – può ospitare tante start-up».
Nell’urbanistica propone uno «sviluppo equilibrato» che si intrecci con il welfare per giovani coppie e mamme «che devono poter lavorare».
«L’Agenda urbana proposta dai commissari è inguardabile: coi fondi comunitari non si deve fare manutenzione, dilapidandoli in mille rivoli. Con Psu e Pisu facemmo il viale parco, che vogliamo raddoppiare, e il parco acquatico, che sarà rilanciato dando lavoro a tanti giovani».
Sul centro storico Principe rinnova la promessa del paese albergo, grazie alla riattivazione delle scale mobili e al recupero di palazzo Basile («chiederemo il sostegno dei privati e chiameremo l’impresa a raccolta»), mentre la sede di rappresentanza del Comune sarà nel castello.
«Rende oggi è come il Ring di Francesco Giuseppe a Vienna, costellato di opere. Raddoppieremo il viale Principe bis e con lo svincolo a Settimo quello di Quattromiglia si chiederà: chiameremo i migliori architetti d’ Italia, quella – annuncia – sarà l’area di raccordo tra Unical e territorio. Non vogliamo farci spiegare le cose da agenzie milanesi, noi faremo ma abbiamo fatto, quella sarà l’ultima pennellata al nostro dipinto».
Non manca il fisco: «Metteremo mano a 42 milioni di crediti, senza minacciare ma magari con le rateizzazioni».

«Il vero centrosinistra con la destra sociale»

Sul palco – accanto al pulpito di Principe – anche sei giovani rappresentanti delle altrettante liste, coi simboli sulle t-shirt. Nel pubblico Mario Oliverio e Orlandino Greco, entrambi salutati da Principe al microfono, e poi Gianmarco Cimino e Leopoldo Chieffallo, i prof Andò e Giuseppe De Bartolo (il figlio Emilio è nella lista IdM). Dal Museo del Presente un gruppo di sostenitori aveva raggiunto il cinema armato di bandiere rosse, una sorta di Quarto Stato che sventola i drappi socialisti di Sandro2025.
«Noi – conclude Sandro Principe – non siamo contro i partiti, buttare l’acqua sporca con il bambino ha rovinato questo Paese: la classe dirigente si è formata nelle sezioni, un giovane di oggi come fa? Io ringrazio IdM e Psi, la mia vecchia casa. Qui oggi c’è il ritorno del riformismo, che non è una ideologia ma una metodologia. Oggi i partiti sono piccole oligarchie – anche nei pressi di Cosenza – fatti di correnti anchilosate senza classe dirigente, devo ammettere che sono deluso anche dalla mia parte, che dovrebbe rappresentare delle storie. Non potevamo stare in situazioni di quel tipo. Nella nostra grande alleanza c’è tutta la città, il vero centrosinistra siamo noi, anche se con noi c’è sia il civismo sia la destra sociale (nel pubblico si vede Arnaldo Golletti, esponente storico della destra cosentina che nel 1993 sostenne il socialista Giacomo Mancini, poi eletto sindaco, ndr): abbiamo un programma ambizioso. Mi circonderò di giovani donne e giovani uomini».
Prima del bagno di folla sul palco con un garofano in mano, il finale è una citazione manzoniana: Marzo 1821 suscita, in crescendo, la standing ovation: «Prendiamo la bandiera del progresso affinché possiate dire ai vostri figli e nipoti: c’ero anch’io». (euf)

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