Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

l’analisi

La retrocessione del Cosenza e l’inefficacia delle istituzioni cittadine

Finora né il Comune né altri attori politici hanno saputo giocare un ruolo che andasse oltre la retorica

Pubblicato il: 07/05/2025 – 8:04
di Francesco Veltri
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
La retrocessione del Cosenza e l’inefficacia delle istituzioni cittadine

COSENZA La retrocessione del Cosenza, sancita domenica scorsa al “Druso” di Bolzano, è più che una semplice caduta sportiva: è una scivolata nel vuoto che fa rumore perché nessuno, nelle stanze dei bottoni, ha provato davvero a frenarla.
Cosenza non era mai andata così in basso. Non sul campo, almeno. E non con questa debolezza istituzionale. Il patron Eugenio Guarascio, con una costanza che in altri campi sarebbe virtù, ha collezionato l’ennesimo successo al contrario: è riuscito a far retrocedere un intero territorio.
Non si tratta più di una semplice stagione andata storta. La matematica ha fatto il suo dovere solo adesso, ma il verdetto, soprattutto morale, era già arrivato da mesi.
È la storia di un’identità, e non di un brand, lasciata marcire a fuoco lento, con una tifoseria esasperata e una dirigenza impegnata in un gioco infantile di dispetti e ripicche. Contestazioni? Aumento dei biglietti. Critiche? Disattivazione dei commenti sui social. Una guerra fredda di comunicazione verbale e non verbale giocata a colpi di arroganza e chiusure (anche a chi ha mostrato interesse all’acquisizione del club), mentre il “San Vito-Marulla” cadeva a pezzi, come la pazienza dei suoi tifosi.
E la politica? Presente, sì, ma senza incidere. Comunicati d’ordinanza, qualche incontro rivelatosi tutt’altro che decisivo e frasi di circostanza, applausi registrati e via. Il sindaco Franz Caruso si è fatto sentire, è vero, anche con toni molto accesi (che non hanno scosso più di tanto Guarascio), ma fino ad oggi senza nessun atto concreto da registrare. Perché, se da una parte non è stato mai facile interagire in modo limpido con l’imprenditore che dal 2011 detiene incontrastato l’appalto per la raccolta dei rifiuti in città, a tal punto da spingerlo a ragionare con cuore e giudizio su quella che lui considera una sua azienda e non la squadra di calcio di una comunità, dall’altra questa vicenda sembra aver mostrato la marginalità delle istituzioni cittadine. Né il Comune né altri attori politici hanno saputo giocare un ruolo che andasse oltre la retorica. Hanno mantenuto una posizione periferica, priva di visione e spessore progettuale, più attenta all’immagine che alla sostanza.
Nel frattempo, Guarascio, come da suo costume, tace. A chi settimane fa gli chiedeva un incontro con la stampa, aveva lasciato intendere che sarebbe stato pronto a parlare, una volta fatta chiarezza sul destino del Cosenza. E invece nulla. Tre giorni dopo la retrocessione, ancora nessuna parola, nessun segnale. È la sua strategia preferita: il silenzio come arma di logoramento. Sperare che il tempo anestetizzi tutto. Ma la sensazione è che questa volta il bluff non riuscirà.
La piazza è stanca, logora, e più che la rabbia oggi si respira una rassegnazione che sa quasi di liberazione. È certo che il presidente sta provando a sistemare i conti – aiutato dal consulente Luigi Micheli – per evitare guai in vista dell’iscrizione alla prossima Serie C e chissà cos’altro. L’obiettivo non sembra essere la rinascita, ma la sopravvivenza economica. Per carità, legittimo. Ma allora si abbia il coraggio di dirlo. Perché di balle, a queste latitudini, ne sono già state vendute abbastanza.
Intanto venerdì arriva il Cesena. Ma al “San Vito-Marulla” si prevede più cemento che pubblico. Qualcuno protesterà, altri semplicemente non ci saranno. E dovrebbe essere questo, almeno in un mondo normale, il vero campanello d’allarme per un Guarascio che non vuole lasciare: il disinteresse, la voglia di voltare pagina anche a costo di partire dal nulla. Il Cosenza, il 13 maggio a La Spezia, per l’ultimo capitolo di questa serie B a tinte rossoblù, ci sarà. I tifosi pure. Ma il futuro, al momento, non ha ancora deciso se presentarsi. (f.veltri@corrierecal.it)

Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x