Le cose di valore durano nel tempo. È il caso della storia dell’ingegnere Adriano Olivetti (Ivrea, 11 aprile 1901 – Aigle, 27 febbraio 1960) che è stato un imprenditore e politico, figlio di Camillo Olivetti (fondatore della Ing. C. Olivetti & C., la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere). Olivetti, che apparteneva a un’importante famiglia borghese di Ivrea di origini ebraiche, si distinse per i suoi innovativi progetti industriali basati sul principio secondo cui il profitto aziendale deve essere reinvestito a beneficio della comunità.
Oggi che il marchio delle macchine da scrivere è stato soppiantato dai computer, resta però la cultura e la filosofia olivettiana le cui radici sono state trapiantate anche a Cosenza, dove, la locale Camera di commercio, guidata da Klaus Algieri, ha inaugurato, il primo maggio scorso, “l’Officina delle idee Adriano Olivetti”. Uno spazio interno dedicato alla riflessione, alla condivisione e alla valorizzazione delle idee, ispirato ai principi e ai valori della cultura olivettiana.
La cerimonia inaugurale si è aperta nella Sala Petraglia della Cciaa della città bruzia con la proiezione del documentario “Città dell’uomo”, realizzato da Andrea De Sica e messo a disposizione dalla “Fondazione Adriano Olivetti”, presenti, fra gli altri, il presidente della medesima Fondazione, Cinthia Bianconi e il segretario generale, Beniamino de’ Liguori Carino.
L’Officina, che intende offrire ai propri dipendenti e collaboratori un luogo di aggregazione informale, progettato per favorire il confronto, la nascita di nuovi progetti e momenti di condivisione all’interno dell’ente, sarà gestita in forma autonoma, come spazio di lavoro collaborativo, dove sarà possibile fermarsi per una pausa, partecipare a incontri informali o semplicemente favorire l’interscambio di idee, secondo il principio della fiducia e della responsabilità condivisa.
In Calabria uno dei primi olivettiani fu l’ingegnere Giuseppe Primerano di Bovalino, chiamato “l’Adriano Olivetti dell’Aspromonte”. Egli, titolare dell’azienda “Fratelli Primerano”, industria boschiva, ebbe negli anni ‘50 i benefici degli aiuti ERP (European Recovery Program, ovvero “Piano Marshall” che fu uno dei piani politico-economici statunitensi per la ricostruzione dell’Europa dopo la seconda guerra mondiale). Questo piano americano consisteva in uno stanziamento di oltre 12,7 miliardi di dollari.
L’azienda calabrese era una moderna segheria meccanica impiantata sulle falde orientali dell’Aspromonte, in prossimità del villaggio pedemontano di San Luca (la patria di Corrado Alvaro) e alimentata da un’importante rete di teleferiche che attingevano la materia prima da tutte le foreste dell’altipiano calabrese meridionale.
L’ingegnere Primerano (che fu anche Commissario prefettizio di Bovalino dal 9 ottobre 1945 al 29 aprile 1946) rimase sulla scena per diverso tempo, avvicinandosi a Giacomo Mancini e alla sua galassia culturale e collaborando al quindicinale “Il Gazzettino del Jonio” di cui fu il principale finanziatore.
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