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Calabria, non rispetta l’alt e il carabiniere spara per «legittima difesa». Il conducente condannato a 8 mesi

Rigettata, invece, la richiesta di risarcimento dei danni, così come deciso dal Tribunale nel giudizio di I grado

Pubblicato il: 08/05/2025 – 21:08
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Calabria, non rispetta l’alt e il carabiniere spara per «legittima difesa». Il conducente condannato a 8 mesi

CATANZARO Una pattuglia dei carabinieri insegue di notte a 200 all’ora l’auto di un trentunenne, lungo le strade statali calabresi. A un certo punto l’auto si ferma, uno dei due militari scende dalla macchina e il conducente, totalmente fuori controllo, tenta di investirlo per riprendere la sua folle fuga, per poi infilarsi in aperta campagna e dileguarsi. Inizia così la storia per cui un carabiniere siciliano, A.D., 48 anni, vicebrigadiere nato e cresciuto a Leonforte, in provincia di Enna, all’epoca in servizio al radiomobile di Sellia Marina – che da anni vive e lavora in Calabria – ha dovuto difendersi da un processo per l’accusa di lesioni ai danni del conducente dell’auto.
Secondo quanto ricostruito, quella notte, nell’aprile del 2020, il giovane sarebbe rimasto ferito da una sventagliata di colpi esplosi dalla mitragliatrice M/12 in dotazione al militare. Uno di questi colpi avrebbe trapassato la lamiera dell’autovettura per poi attingere l’arto inferiore del guidatore, così cagionandogli lesioni personali guaribili in 30 giorni.
Il Tribunale di Crotone nel dicembre del 2022 aveva assolto il carabiniere, difeso dall’avvocato Antonio Lomonaco, perché il fatto non è previsto dalla legge come reato, riconoscendo come l’azione era stata compiuta in stato di legittima difesa. Il conducente, difeso dall’avvocato Luigi Frustaglia, era invece stato condannato alla pena di anni 1 e mesi 6 di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale e guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Contro la sentenza ha proposto appello la difesa del conducente, chiedendo che il carabiniere fosse altresì condannato al risarcimento dei danni.
Quest’oggi la Corte di Appello di Catanzaro, ha mitigato la pena del conducente, condannandolo a mesi 8 di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale, ed assolvendolo per la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Rigettata, invece, la richiesta di risarcimento dei danni, così come deciso dal Tribunale nel giudizio di I grado e come richiesto anche dal Ministero della difesa costituitosi oggi in giudizio su istanza del conducente. (redazione@corrierecal.it)

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