Nel panorama del mercato del lavoro italiano, Vibo Valentia si distingue – purtroppo in negativo – come la provincia con le più basse performance occupazionali del 2023. Secondo un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia, i lavoratori della provincia calabrese hanno totalizzato in media appena 193,3 giornate lavorate nell’arco dell’anno, il dato più basso a livello nazionale, ben oltre 50 giorni in meno rispetto alla provincia con le migliori performance, Lecco (264,9 giorni).
Il confronto con la media italiana di 246,1 giornate è impietoso, ma ancora più marcato è il divario con le province del Nord, dove gli occupati possono contare su occupazioni più stabili e continuative. A Lecco, Biella, Vicenza, Lodi, Padova e Monza-Brianza, i dipendenti privati hanno superato ampiamente le 263 giornate lavorate nel 2023, segno di un tessuto produttivo solido e dinamico.
Il Sud Italia soffre, e Vibo Valentia ne è l’emblema. Lavoro nero, precarietà e stagionalità sono i principali fattori che impediscono a molte province meridionali di garantire continuità occupazionale. Insieme a Vibo Valentia, anche Nuoro (205,2 giorni), Rimini (212,5), Trapani (213,3) e Foggia (213,5) si collocano nella parte bassa della classifica.
Ma non è solo una questione di quantità di lavoro. Anche sul fronte retributivo, la situazione è fortemente diseguale. A Vibo Valentia, la retribuzione media lorda annua nel 2023 è stata di 13.388 euro, la più bassa d’Italia. Una cifra che risulta inferiore del 43% rispetto alla media nazionale di 23.662 euro e quasi tre volte inferiore rispetto a quanto guadagnano i lavoratori milanesi, in cima alla classifica con 34.343 euro.
In generale, la retribuzione media giornaliera nel 2023 è stata di 104 euro lordi al Nord e solo 77 euro al Sud, con un divario del 35%. Non sorprende, quindi, che le province settentrionali siano anche quelle con i livelli di produttività più alti: la Cgia rileva una differenza del 34% nella produttività tra Nord e Sud.
Milano, Monza-Brianza, Parma, Modena, Bologna e Reggio Emilia dominano la classifica delle retribuzioni grazie a un tessuto economico basato su settori ad alta produttività e valore aggiunto. All’opposto, Trapani (14.854 euro), Cosenza (14.817 euro), Nuoro (14.676 euro) e, in coda, Vibo Valentia (13.388 euro) sono i territori in cui il lavoro, oltre a essere meno stabile, è anche il meno remunerato.
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