LAMEZIA TERME Il turismo, lo spopolamento, gli investimenti: tre temi centrali dell’agenda politica della Cetraro che sarà e che sono stati affrontati dai due candidati a sindaco nel corso dell’intervista doppia de “L’altra politica” in onda su L’altro Corriere TV. Vengono da storie simili Giuseppe Aieta, primo cittadino dal 2005 al 2015, e Giovanni Del Trono, già assessore di Aieta alle politiche sociali e oggi coordinatore cittadino di Forza Italia.
Proprio sul rapporto tra i due, entrambi sono d’accordo sul fatto che nell’interesse generale della collettività bisogna mettere da parte le beghe personali e che il giudizio sulle persone non si modifica: lo stesso Del Trono ammette che l’esperienza di 5 anni nella giunta Aieta lo ha forgiato, poi le dinamiche interne al consiglio comunale hanno fatto sì che le incomprensioni di cui parla Del Trono creassero una spaccatura in una metà della lista di Ermanno Cennamo, per cui Forza Italia ha tolto la fiducia al sindaco.
Ad Aieta, che è anche un ex consigliere regionale, tocca invece ripercorrere la parabola del sindaco Angelo Aita citando un’attività di «minoranza costruttiva» nel momento in cui il pre-dissesto prima e il dissesto poi hanno messo quello che lo stesso Aieta definisce «un freno a mano sulla città».
Non mancano i temi più prettamente partitici fra Del Trono che rivendica la sua matrice di scuola democristiana e Aieta che lamenta l’assenza del Pd definendo «gravissimo» che il più importante partito del centro-sinistra non abbia una lista nella città di Giannino Lo Sardo, vittima di mafia: senza mezzi termini Aieta parla di «vulnus alla democrazia» e di come in passato il Pci abbia rappresentato sempre «un fortilizio alla mafia», poi rivendica una lista riformista in cui non a caso sono presenti il mondo delle professioni e quello dei giovani.« La presenza della mafia – aggiunge – è pesante ma la città ha reagito, nelle due mie legislature il comune è stato parte civile contro la ‘ndrangheta e nel 2009 abbiamo siglato un protocollo d’intesa sul porto contro le infiltrazioni mafiose, Cetraro – dice Aieta – è stato il primo in Calabria a compiere questo passo con la prefettura che ha assicurato degli anticorpi nella comunità».
Anche per Del Trono la città si è difesa bene contro le infiltrazioni. Ma poi è tempo di passare al territorio e alle sue prospettive di sviluppo: sulla collaborazione di Cetraro con l’area dell’Alto Tirreno Cosentino l’ex assessore comunale oggi esponente forzista sottolinea la centralità di Cetraro anche in relazione a centri turistici come Guardia Piemontese, Fuscaldo, Acquappesa e Sangineto promettendo di voler «aprire un discorso di collaborazione soprattutto sul turismo». In questa stessa ottica Aieta suggerisce una Unione dei servizi basata su macro aree come l’ospedale e il porto e invita a mettere da parte gli egoismi, poi dal punto di vista politico fa una grande apertura allo stesso Partito che da ultimo, nel corso di una manifestazione pubblica a sostegno del candidato sindaco di Rende Sandro Principe, ha criticato imputandogli una sorta di «occasione mancata» alle amministrative: «Con il Partito democrartico – chiarisce Aieta – non c’è nessun risentimento, anzi dal 27 maggio se dovessi essere eletto dialogherò con una parte del Pd». A proposito di fusioni Aieta parte proprio da Rende per lamentare la genesi di «un’operazione calata dall’alto» e ben diversa da quella che ai tempi in cui era consigliere regionale ha visto la nascita di Corigliano Rossano, «un processo democratico con la presenza dei comitati che ha dimostrato come scelte di questo tipo abbiano bisogno di tempo, il tempo che evidentemente – fa capire – è mancato a proposito della città unica Cosenza Rende Castrolibero».
Altro tema caldo la sanità. Anche in questo caso Aieta cita Sandro Principe e la sua segnalazione che la conferenza dei sindaci non si riunisce da tempo, poi menziona la cittadella ospedaliera con il punto nascite riaperto ma lamenta una Tac e una risonanza magnetica che non funzionano per colpa dell’assenza di medici, riconoscendo comunque a Occhiuto gli sforzi in materia per cui cita il caso dei medici e dice che è sua intenzione volerlo incontrare; poi, quando del trono imputa a Mario Oliverio lo smantellamento della struttura sanitaria cetrarese, Aieta ribatte che a differenza di Occhiuto adesso, allora Oliverio non era commissario alla sanità e che il decreto 64 del commissario Scura fu bloccato proprio grazie al suo interessamento, infine osserva che la morte e la desertificazione di quel presidio sanitario – importante per tutta la costa tirrenica cosentina e per l’entroterra – sono arrivate con la creazione del reparto Covid.
Sui temi che interessano le “tasche” dei cetraresi Del Trono promette che cercherà di risanare le casse mettendo mano all’evasione ma non nelle tasche dei cittadini, magari «spalmando i debiti negli anni», mentre Aieta non dà la colpa alle amministrazioni precedenti e specifica che «i debiti si trasferiscono gli amministrazione in amministrazione»: sul disavanzo di 2,3 milioni di euro a cui si aggiungono i tre milioni di debiti fuori bilancio lamenta un «comportamento ondivago» però delle precedenti amministrazioni che poi hanno portato al dissesto, ma d’altra parte fa notare come il milione e oltre che ogni anno viene introitato dal porto turistico, che definisce «la nostra Fiat», rappresenta un importante tesoro da cui partire. Aieta fa notare che serve una politica di alienazione dei beni inutilizzati e ricorda che proprio da Oliverio è arrivato un finanziamento di 5 milioni per le fognature per i tanti boschi e le contrade presenti in un territorio come quello di Cetraro che è esteso circa 65 km quadrati.
Poi suggerisce di puntare, oltre che sulle tasse, sulla creazione di posti di lavoro e su come attrarre investimenti, l’unico modo per contrastare lo spopolamento i cui numeri sono presto detti: nel decennio 2015-2025 a Cetraro si sono persi 2000 abitanti con un saldo negativo tra nascite e morti. Di qui l’idea di attrarre investimenti con un approccio riscontrabile nel polo ex tessile dove ad oggi ci sono 100 ragazzi occupati. «Accenderemo le luci su Cetraro» conclude Aieta «ridando speranza a chi vuole far rinascere questa comunità anche con dei b&b o dei ristoranti». E ad Aieta che in chiusura di intervista lamenta che solo due progetti del Pnrr, legati al dissesto idrogeologico, sono stati messi in campo mentre centri più piccoli come Santa Maria del Cedro hanno trasformato la città grazie all’accesso a quei fondi, Del Trono ribatte che è sua intenzione «creare uno sportello ad hoc e ripartire da qui per ricreare il senso di comunità smarrito dopo l’emergenza Covid: «Giovani, spazi pubblici, centro storico e un indotto ricettivo nella zona di Lampetia» sono le sue priorità, mentre l’idea di città di Aieta si basa sulla «creazione di aree verdi e smart, partendo da interventi anche in questo caso voluti dal governatore Oliverio su scuole e adeguamento sismico». (redazione@corrierecal.it)
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