Salone del Libro, Capponi: «Nel nostro stand hanno tutti diritto di parola»
L’assessore ha inaugurato lo spazio della Regione Calabria all’evento internazionale di Torino, in programma da oggi al 19 maggio

TORINO «Un momento denso di significati. Questo luogo, che oggi si apre come uno spazio di incontro e di narrazione, è il simbolo di una Calabria che ha molto da raccontare, da condividere e da far scoprire. Quest’anno ci presentiamo con uno slogan semplice, ma potente: La Calabria che siamo. Non la Calabria che eravamo, né quella che vorremmo diventare, ma quella che siamo, oggi, con tutte le sue sfumature: la sua cultura millenaria, le sue parole, le sue ferite, i suoi talenti. Una Calabria che si riconosce nella sua identità profonda, ma che guarda al futuro con coraggio, consapevolezza e creatività». Con queste parole l’assessore regionale alla Cultura e alle Politiche sociali, Caterina Capponi, ha inaugurato lo stand della Regione Calabria al Salone Internazionale del Libro, in programma a Torino da oggi al 19 maggio.
Tantissimi i testi di autori calabresi che saranno presentati nello spezio Calabria, al padiglione Oval del Lingotto di Torino, selezionati in seguito ad una manifestazione d’interesse a cui hanno partecipato le case editrici.
«Questo stand – ha proseguito l’assessore alla Cultura – non è solo un punto espositivo: è una casa aperta. È un invito a entrare, a leggere, ad ascoltare. Qui, oggi e per i prossimi cinque giorni, troveranno spazio letterati, intellettuali, editori, scrittori, studiosi, lettori, giovani promesse e grandi nomi di ogni orientamento, in cui tutti hanno diritto di parola. Qui portiamo voci e visioni. Portiamo storie nate tra i vicoli dei borghi, nei silenzi delle montagne, sulle coste accarezzate dallo Ionio e dal Tirreno. Portiamo una lingua viva e un pensiero che resiste. Portiamo le nostre radici, ma anche i nostri rami».
«Il libro, per noi, è un ponte – ha rimarcato infine l’assessore Capponi dopo aver ringraziato il dipartimento regionale e il personale che si è occupato dell’organizzazione -. Un ponte tra generazioni, tra luoghi, tra mondi lontani e vicini. È il modo in cui la Calabria si racconta, senza stereotipi, senza filtri, con autenticità».