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L’intervista

Il 10 maggio 2025, il famoso miliardario Elon Musk, alle 8.00 di sera, con molti milioni di americani all’ascolto, venne intervistato dal celebre giornalista Bob Woodward per la notissima “Radio Bull…

Pubblicato il: 17/05/2025 – 10:46
di Antonello Commisso
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L’intervista

Il 10 maggio 2025, il famoso miliardario Elon Musk, alle 8.00 di sera, con molti milioni di americani all’ascolto, venne intervistato dal celebre giornalista Bob Woodward per la notissima “Radio Bullshit” . L’argomento riguardava “I primi cento giorni di Presidenza di Donald Trump” e la tesi di Musk era che l’attuale Capo di Stato Statunitense, a dispetto di tutti i giornali, reti televisive e stazioni radio “Democratiche e comuniste”, fosse un autentico progressista.
Nonostante la pluriennale esperienza costellata di successi di Woodward, il più importante dei quali fu, insieme a Carl Bernstein, la scoperta del “Watergate” e le conseguenti dimissioni dell’allora Presidente Usa Richard Nixon il 9 agosto 1974, Musk era un fiume in piena, il quale tenne quasi ininterrottamente la parola, zittendo con aggressività il mostro sacro del giornalismo americano.
“Tanto per iniziare – esordì Elon – , il mio amico Donald ha firmato numerosi ordini esecutivi, fra cui il “Muslim ban”, che limita l’ingresso negli Stati Uniti da diversi paesi a maggioranza musulmana. Inoltre ha anche sottoscritto decreti per avviare la costruzione di un muro al confine con il Messico, per impedire l’entrata nel Paese di criminali irregolari”.
“E poi – continuò – chi non ha visto in televisione le immagini di centinaia e centinaia di banditi e clandestini, ridotti in catene e riportatati con mezzi federali nei quattro luridi angoli del mondo dai quali provenivano? Se si devono spendere i soldi pubblici, il Presidente ha scelto di farlo così, ripulendo il Paese dal diffusissimo marcio che c’era, anziché dare sovvenzioni a Università e Scuole Superiori, dove dopo il Corano si insegna il “marxismo”.
“Ancora -prosegui Musk, zittendo di nuovo di prepotenza Bob Woodward- ha avviato un processo di riforma fiscale per ridurre le tasse alle imprese e ai cittadini, in modo che l’amministrazione centrale abbia meno denaro da sperperare in spese vacue ed inutili. Come per esempio regalando uno stipendio a migliaia e migliaia di fannulloni dipendenti dallo Stato, che sono finiti regolarmente licenziati. Ed ha inoltre iniziato a ritirare gli Stati Uniti da accordi commerciali internazionali, come il “Trans-Pacific Partnership (TPP)”.
Al primo serio tentativo di intervento del Pulitzer Bob Woodward, Musk lo azzittì ferocemente ed in modo repentino con queste parole: “Chi si sente di essere lei per interrompermi? Io sono un plurimiliardario che si è fatto da solo, proprietari della “Tesla” e di dozzine di satelliti nonché decine di altre imprese, e non ho conseguito questi risultati scrivendo editoriali per il “Washington Post” con inchiostro rosso sangue, finanziato da chi getta discredito sul Paese ed è un quotidiano che veicola notizie prendendole direttamente dalle Agenzie di stampa della Corea del Nord!”.
“Ma continuiamo – riprese Musk, con il celebre cronista oramai annichilito da tanta arroganza -: chi, se non Donald, ha cominciato a smantellare il cosiddetto “Obamacare”, firmato dal Presidente negro nel 2010, che ampliava l’assistenza medica, pagando le assicurazioni sanitarie a nullatenenti, poveracci, barboni, battone, banditi irregolari e immigrati di mezzo mondo, con i soldi di tutti noi e non ricevendo in cambio neanche un centesimo di imposte?”.
“E poi – disse ancora Elon Mask -, la precedo: non provi a vantarsi con me di aver fatto dimettere Richard Nixon nel ’74, insieme all’altro cronista del cazzo. Quel Presidente era così coglione da aver disseminato di spie, detrattori e confidenti, metà States ed il cosiddetto “Watergate” è un grande inganno, perché prima o poi, questo è certo, qualcuno l’avrebbe beccato! Pensi piuttosto alle politiche ambientali di Donald Trump: egli sta perseguendo un’ampia agenda di deregolamentazione ed a favore dell’emissione dei gas serra delle centrali elettriche, e anche a quelli dei veicoli privati e alla protezione limitata delle acque pulite, con minor esborso di denaro da parte dello Stato”.
“E ancora – Elon era un fiume in piena -: Donald ha anche ridotto il ruolo dell’EPA, l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente, imponendo tagli al budget e riducendone il ruolo nella regolamentazione ambientale. Soldi buttati al vento! Però, al contrario, ha incentivato l’industria dei combustibili fossili, incoraggiando l’estrazione di petrolio, gas naturale e carbone. Certo, la partita dei dazi è ancora aperta, ma vedrete che il nostro Presidente vincerà anche questa. E ora, amico scribacchino, prima che me ne vada per impegni più importanti, le concedo una sola domanda. Si armi di coraggio, senza pensare chi ha di fronte, e la faccia!”.
Woodward che in vita sua ne aveva visto di tutti i colori, tra cui per ultima, la brutale prepotenza del plurimiliardario, non si fece certo impressionare e andò con poche, taglienti e scarsamente misurate parole, dritto al punto: “Lei all’inizio dell’intervista, ha detto che Donald Trump è un progressista? Ma che cazzo di progressi ha fatto fare agli Stati Uniti?”.
“Lei è un coglione, se non glielo ho detto prima lo faccio ora! Ma non vede con i suoi occhi tutti i progressi che fa il nostro Presidente per tornare indietro?”.    

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