Huaweigate, ritirata la richiesta di revoca dell’immunità per Giusi Princi
La decisione della Procura Federale di Bruxelles. L’eurodeputata: «Sollevata ma scossa per essere stata coinvolta sulla base di elementi inesistenti»

BRUXELLES La Procura Federale di Bruxelles ha ritirato, dopo meno di 24 ore, la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare avanzata nei confronti dell’eurodeputata di Forza Italia Giusi Princi (gruppo Ppe), ritenuta inizialmente coinvolta, evidentemente a torto, nell’inchiesta che riguarda presunte dazioni di denaro e altre utilità a eurodeputati e assistenti parlamentari, che sarebbero state mirate, secondo gli inquirenti belgi, ad ottenere provvedimenti favorevoli al colosso cinese delle tlc Huawei. Princi ha fatto presente ieri che, all’epoca dei fatti contestati dagli inquirenti belgi (la mera partecipazione ad un incontro organizzato da Huawei, a quanto riportato dai media), non era ancora eurodeputata e nemmeno si trovava a Bruxelles, ma a oltre 2mila km di distanza, essendo a Reggio Calabria per la recita di fine anno di sua figlia. «Apprendo con soddisfazione – dichiara oggi Princi – la notifica della Procura belga relativa al ritiro della richiesta di revoca dell’immunità parlamentare relativa alla mia persona, arrivata in meno di 24 ore dal mio appello alle autorità competenti». «Secondo quanto riportato oggi nella lettera della Procura belga indirizzata alla presidente del Parlamento Europeo Metsola – prosegue Princi – il giudice istruttore ha ricevuto dalla Polizia federale nuovi elementi che giustificano il ritiro puro e semplice della suddetta richiesta di revoca dell’immunità parlamentare». L’eurodeputata si dice «sollevata per la richiesta di revoca urgente, a conferma della mia totale estraneità alla vicenda del cosiddetto Huaweigate, pur rimanendo ancora scossa per essere stata coinvolta sulla base di elementi oggettivamente inesistenti». In queste ore di «comprensibile nervosismo e sgomento – prosegue Princi – a fronte della originaria richiesta della Procura, desidero ringraziare per l’affetto ed il sostegno i colleghi del partito, con particolare riferimento al vicepremier Antonio Tajani». Il ritiro della richiesta di revoca dell’immunità parlamentare di Princi è solo l’ultimo episodio, anche se probabilmente il più clamoroso, di una serie di fatti che hanno gettato più di un’ombra sulle inchieste condotte dalla Procura federale, come quella sul cosiddetto Qatargate e il cosiddetto Huaweigate, entrambe caratterizzate da un grande clamore mediatico. Il giudice istruttore Michel Claise, ad esempio, ha dovuto lasciare l’inchiesta, dopo che si è scoperto che suo figlio e quello di Maria Arena, un’eurodeputata belga di origine italiana il cui nome era emerso nelle carte ma che non era mai stata arrestata, erano soci in affari.
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