Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 8:17
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 6 minuti
Cambia colore:
 

IL RACCONTO

Mucche Frisone

Nei bei tempi di inizio estate del 1938, ossia l’anno in cui il Nord Tirolo, in seguito all’”Anschluss”, cioè l’annessione tedesca dell’Austria, fece orgogliosamente parte del Terzo Reich, a Imst, un…

Pubblicato il: 24/05/2025 – 18:13
di Antonello Commisso
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Mucche Frisone

Nei bei tempi di inizio estate del 1938, ossia l’anno in cui il Nord Tirolo, in seguito all’”Anschluss”, cioè l’annessione tedesca dell’Austria, fece orgogliosamente parte del Terzo Reich, a Imst, una città delle Alpi che circondano Innsbruck,  dalle forti tradizioni agricole e di allevamento, si tenne l’annuale competizione fra mucche da latte di proprietà dei contadini del luogo.
Le mucche in questione erano della razza “Frisona” (“Holstein – Fresian”), quella che probabilmente era in grado di produrre la maggiore quantità di latte d’Europa, oscillante tra i 30 e i 40 litri al giorno, o addirittura a 60 durante i periodi successivi al parto dei vitelli. Alla gara, tenutasi nell’ampio spazio della fattoria Lang, partecipavano, dopo una dura preselezione pubblica durata due settimane, quattro concorrenti allevatori “lattieri”.

  1. Josef Steiner, proprietario di “Prinzessin”, ossia “Principessa”.
  2. Markus Leitner, che esibiva la sua pezzata “Himmelsstern”, cioè “Stella del cielo”.
  3. Thomas Gasser che partecipava con “Meereswelle”, il cui significato, in piena montagna, era misteriosamente “Onda del mare”.
  4. Stefan Moser, il favorito, che portava con se “Reictum”, che vuol dire “Ricchezza”.

All’esibizione, accolto con tutti gli onori da una popolazione festante, era presente il colonnello della Wehrmacht Ottone von Brehme che, accompagnato da due attendenti, alcuni soldati e veri mezzi di trasporto militari, esibiva una grande croce uncinata, tenuta sul torace con un vistoso nastro rosso, premio del Reich per la prima classificata del torneo.
Vinceva chi produceva più latte durante tre mungiture.
La prima a mostrare la sua regale lattazione fu “Principessa”, che in pochi minuti, dalle mammelle sapientemente manipolate dal suo proprietario, espulse 14 litri di purissimo liquido bianco, facendo lanciare esclamazione di stupore e approvazione, tanto dal pubblico presente, quanto dall’alto ufficiale tedesco.
Il primato di “Principessa” durò però ben poco, in quanto “Stella del cielo”, lo superò in un baleno, producendo senza sforzo dalla mungitura operata da Markus Leitner, 19 litri di ottimo latte, sia per la felicità del suo proprietari, che per l’esaltato assenso del pubblico.
Fu quindi il turno di “Ricchezza” che, come evocava il nome, con il sapiente e delicato palpeggio di mano del padrone Stefan Moser, produsse ben 24 litri di latte, lasciando tutti favorevolmente stupefatti.
Ma proprio nel momento di massima esaltazione, “Onda del mare”, guidata con schiocchi vocali dal contadino Thomas Gasser, si avvicinò al secchio col caldo liquido bianco prodotto dalla Frisona precedente, e tutti capirono il perché del suo nome: infatti vi pisciò dentro una perfetta onda d’urina dorata rendendo inservibile il contenuto.
Moser, di gran lunga in vantaggio nella gara, la prese malissimo , e in risposta sferrò un potente calcio nel gonfio pancione della scorrettissima e manifestamente invidiosa “Onda del mare”. Naturalmente Thomas Gasser, il proprietario di “Onda del mare” non restò a guardare, e colpì con un ben assestato pugno in faccia il padrone di “Ricchezza”, il quale reagì a sua volta con un assestato calcio al basso ventre al contadino che l’aveva appena picchiato sul volto.
Ovviamente non fini lì, in quanto i vari contendenti e il pubblico cominciarono a schierarsi chi con l’uno chi con l’altro, e presto tutto si tramutò in una zuffa colossale, con schiaffi, calci, morsi, pedate nel sedere e via dicendo, il tutto sotto lo sguardo trasecolato dei militari della Wehrmacht. Anche le mucche fecero la loro parte, spruzzandosi l’un’ l’altra feci liquide e ulteriori schizzi di urina acida, fino a far diventare lo spiazzo della fattoria Lang in cui i “lattari” e i montanari continuavano a darsele di santa ragione,  un vero e proprio fangoso letamaio.
Il tutto durò ancora per un buon quarto d’ora, questa volta con ricorso a bastonate e a sostanzialmente innocui, ma fastidiosi ricorsi ad appuntiti temperini, finché all’improvviso tutto il fragore della inguardabile zuffa fu interrotto da tre colpi di pistola esplosi in rapida successione.
Essi provenivano dalla “Luger P08” d’ordinanza del colonnello Ottone von Brehme, che con la minaccia di sparare addosso anche ai partecipanti dell’ultima ora, ai lottatori “latttari” ed alle loro ormai luride Frisone, fece repentinamente porre fine alla vergognosa baraonda e esclamò con voce stentorea: «Vergognatevi neo cittadini del glorioso Reich! Noi eravamo venuti fin qui per assistere ad una civile gara di mungitura e premiare con la croce uncinata e un fiocco rosso la vincitrice che, insieme alle altre partecipanti al torneo avrebbero dovuto offrire squisito latte ed ottima carne ai valorosi soldati del Fuhrer, che si apprestano ad occupare e riprendersi la Regione dei Sudeti!». «Ma che abbiamo trovato – riprese il colonnello-? Zotici villani, che non meriterebbero in nessun modo di far parte della nostra elevata razza ariana per il loro immondo comportamento, e mucche incontinenti e probabilmente infette e portatrici di malattie. Non sognatevi più di rifornire col vostro schifoso bestiame le gloriose truppe della Wehrmacht! Il valore militare merita il meglio e voi li ripaghereste con quanto di peggio in carne e latte produce questa malsana montagna! Addio! E dimenticate per sempre di averci incontrati, schifosi  e luridi contadini lattari e montanari zappaterra!».
Partiti i militari tedeschi su due sidecar, altrettante macchine con le insegne del Reich e due camion vuoti, originariamente destinati a trasportare il bestiame, i contadini si guardarono fra loro e quando il rumore dei mezzi militari erano svaniti del tutto, esplosero in urla di incontenibile euforia.
«Evviva! In quel posto al Reich ed a tutta la Wehrmacht! Ce l’abbiamo fatta! Volevano le nostre mucche: ma col membro del loro “Thor” che le avranno! Con la sceneggiata che abbiamo fatto li abbiamo fottuti alla grande. Ci sono cascati come galline sud tirolesi!».
Sì, perché la finta zuffa, l’urina provocata ad arte, i lassativi somministrati qualche ora prima alle Frisone erano tutte parte di un piano orchestrato a tavolino per dissuadere i militari “di pura razza ariana” a rinunciare a mucche “malate ed infette” e ad indurre la Wehrmacht a non tornare più a Imst nel Nord Tirolo, con lo scopo di sottrarre ad onesti contadini le loro preziose mucche, e probabilmente in futuro anche i maiali, le pecore, le oche e le galline. E dal più giovane lattante, al più anziano e tremulo allevatore, si levò finalmente un collettivo grido liberatorio, che da settimane aspettava di essere urlato a squarciagola: «Evviva il Reich del cazzo! Lunga vita al cesso austriaco del Fuhrer! E soprattutto ottimo digiuno di carne di razza e pregiatissimo latte all’ingordo, prepotente e schifoso esercito della Wehrmacht! Morissero tutti di fame, di freddo, di tifo e di stenti!!».
Tutte maledizioni, che per ironia della sorte, si avverarono con la disastrosa campagna di Russia del Reich fra il 1941 – ’43, che decretò, dopo l’assedio a Stalingrado, l‘inizio della fine del Nazismo e la distruzione nel ‘45, a causa dei bombardamenti,  di intere città tedesche con decine e decine di migliaia di morti, ad eccezione però del Nord Tirolo con i suoi abitanti di “non pura razza ariana” e, naturalmente, delle apparentemente repellenti ed escluse mucche Frisone.

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato  

Argomenti
Categorie collegate

x

x