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La disabilità in Calabria. Criticità ma anche passi avanti, sfide e prospettive

I contenuti dell’ultima relazione del Garante regionale: «C’è un quadro complesso ma migliorabile». L’importanza del Piano di supporto alle fragilità

Pubblicato il: 25/05/2025 – 15:35
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La disabilità in Calabria. Criticità ma anche passi avanti, sfide e prospettive

CATANZARO «La Calabria presenta un quadro complesso ma migliorabile nella gestione della disabilità. Le sfide attuali richiedono un impegno coordinato tra enti pubblici, privati e associazioni per garantire una maggiore equità e accesso ai diritti fondamentali per le persone con disabilità». E’ quanto scrive il Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità, Ernesto Siclari, nell’ultima relazione annuale. Un documento che evidenzia le criticità ancora esistenti ma anche gli ultimi passi avanti nella gestione delle disabilità, «una delle maggiori sfide sociali e sanitarie nella regione Calabria».

I dati

Il punto di partenza è una “fotografia” della situazione. «Secondo le statistiche più recenti raccolte dall’Istat e dal portale Disabilità in Cifre – si legge nella relazione del Garante – la Calabria affronta ostacoli specifici derivanti dalla sua conformazione geografica, dalle limitate risorse economiche e da carenze nella pianificazione e gestione dei servizi sociali e sanitari. La Calabria, con una popolazione di circa 1,8 milioni di abitanti, presenta una prevalenza di persone con disabilità che si aggira intorno al 6-8% del totale, un valore in linea con la media nazionale. L’incidenza cresce con l’aumentare dell’età, riflettendo un fenomeno comune in Italia. Circa il 70% delle persone con disabilità è rappresentato da anziani (ultra sessantacinquenni), che spesso convivono con più patologie croniche, come diabete, malattie cardiovascolari e disturbi cognitivi».

Offerta di servizi e infrastrutture

Un altro tema affrontato dal Garante nella sua relazione è quello della rete dei servizi per la disabilità in Calabria, che comprende – si legge – «assistenza domiciliare integrata (Adi) (sebbene disponibile, l’Adi soffre di una distribuzione irregolare, con zone rurali e montane meno servite rispetto ai centri urbani), Centri diurni (questi luoghi forniscono attività riabilitative e ricreative, ma la loro diffusione è insufficiente rispetto alla domanda), servizi residenziali (limitati numericamente, i centri residenziali per disabili gravi e gravissimi sono concentrati in poche aree). La Regione ha implementato progetti per favorire l’inclusione scolastica, attraverso il sostegno educativo e figure di supporto. Tuttavia, permangono problemi legati alla mancanza di infrastrutture adeguate nelle scuole e alla formazione del personale scolastico. Le barriere architettoniche rappresentano ancora un problema diffuso, soprattutto nei piccoli Comuni e nelle aree montane. Le iniziative per abbatterle sono spesso frammentate e non coordinate. Il tasso di occupazione delle persone con disabilità in Calabria – rileva il Garante – è estremamente basso, stimato al di sotto del 20%, rispetto al 33% della media nazionale. Le cause principali includono: scarsa applicazione della legge 12 marzo 1999, numero 68 (“Norme per il diritto al lavoro dei disabili” sull’inserimento lavorativo mirato); mancanza di incentivi per le aziende; pregiudizi culturali che limitano le opportunità di lavoro per le persone con disabilità. La partecipazione a eventi culturali e sportivi è spesso ostacolata da barriere fisiche e dalla carenza di iniziative specifiche. Tuttavia, alcune associazioni locali promuovono progetti di inclusione sociale, come laboratori artistici e sport per disabili».

Il Garante per la disabilità, Ernesto Siclari

Criticità e raccomandazioni

La relazione del Garante quindi mette in fila criticità e raccomandazioni. Tra le criticità «carenza di risorse economiche, accesso limitato ai servizi, barriere culturali, infrastrutture inadeguate». Tra le raccomandazioni «potenziamento delle infrastrutture (investire in scuole, ospedali e spazi pubblici per renderli accessibili); miglioramento dell’Adi, promozione dell’inclusione lavorativa, sensibilizzazione sociale. Alla luce di quanto considerato, quindi, la Calabria presenta un quadro complesso ma migliorabile nella gestione della disabilità. Le sfide attuali richiedono un impegno coordinato tra enti pubblici, privati e associazioni per garantire una maggiore equità e accesso ai diritti fondamentali per le persone con disabilità. Un passo fondamentale è stato l’istituzione del Tavolo regionale dell’integrazione socio-sanitaria, che ha permesso un dialogo strutturato tra enti locali, Asp, e associazioni del terzo settore. Questo approccio integrato sta migliorando la capacità di rispondere ai bisogni complessi delle famiglie e dei singoli con disabilità, grazie anche alla collaborazione delle scuole e delle strutture sanitarie locali».

Sfide e prospettive

«Nonostante i progressi – conclude il Garante – il welfare in Calabria rimane fragile, con necessità di ulteriori investimenti e un’attenzione costante alle esigenze delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Il miglioramento dell’accesso ai servizi e l’ampliamento delle misure di inclusione rimangono sfide prioritarie. La Regione Calabria ha adottato il Piano regionale di supporto alle fragilità – Salute e Welfare (2021-2027), un programma ambizioso con una dotazione di 88,5 milioni di euro: è un documento strategico volto a migliorare il benessere delle categorie più vulnerabili, tra cui persone con disabilità, anziani, minori a rischio, e donne vittime di violenza. Il Piano si inserisce in un contesto di necessità crescente di servizi sociali integrati e innovativi e mira a garantire interventi coordinati tra sanità e servizi sociali per rispondere ai bisogni specifici delle categorie più fragili. Per massimizzare l’impatto del Piano sarà necessario: 1) Investire in formazione: formare operatori qualificati per i settori socio-sanitari e superare il ritardo nella specializzazione che rallenta e a volte arresta il procedimento che condurrebbe alla erogazione dei servizi; 2) Ampliare i fondi: coinvolgere ulteriori risorse private o europee per colmare le carenze finanziarie; 3) Monitorare i risultati: istituire un sistema di reportistica periodica per verificare l’efficacia delle misure; 4) Promuovere la partecipazione civica: coinvolgere maggiormente le associazioni che si occupano di disabilità e le famiglie nella pianificazione e verifica degli interventi. Il Piano regionale di Supporto alle Fragilità – Salute e Welfare rappresenta, pertanto, un’importante iniziativa per affrontare le disuguaglianze e migliorare i servizi per i più vulnerabili. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di affrontare le criticità sistemiche che da anni ostacolano l’efficacia delle politiche sociali in Calabria». (a. c.)

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