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Cosenza, la mozione del consigliere Alimena sul riconoscimento dello Stato della Palestina

«Cosenza può essere ancora una volta baluardo di libertà e protesta sociale. E oggi lo abbiamo dimostrato, insieme»

Pubblicato il: 04/06/2025 – 21:43
Cosenza, la mozione del consigliere Alimena sul riconoscimento dello Stato della Palestina

COSENZA Oggi pomeriggio, il Consiglio comunale di Cosenza ha approvato la mozione proposta dal consigliere comunale Francesco Alimena sul riconoscimento dello Stato della Palestina da parte dell’Italia e dell’Europa. Di seguito il discorso del consigliere.

«L’uomo che, facendosi cosmopolita, adotta l’umanità come patria e offre la propria spada e il proprio sangue a ogni popolo che lotta contro la tirannia, è più di un soldato: è un eroe». Queste parole sono di Giuseppe Garibaldi, che fu considerato a lungo un terrorista e che oggi onoriamo come uno dei padri fondatori della nostra nazione. Con lui, Giuseppe Mazzini e tanti altri a cui abbiamo intitolato le strade e le piazze delle nostre città. Alle attiviste e agli attivisti della nostra comunità va il nostro grazie. Grazie per rendere ogni giorno la protesta sociale contro l’indifferenza sul dramma di Gaza un patrimonio collettivo, portandola nelle piazze, nelle scuole, nelle università, nei luoghi della cultura e della socialità. L’amministrazione Trump prima e il governo Netanyahu oggi accusano i manifestanti di promuovere l’antisemitismo e incitare alla violenza. Ma in molti rispondono che si tratta di un tentativo di reprimere la libertà di espressione e il sostegno alla causa palestinese.
È chiaro che non possiamo permettere che la scena venga ceduta ai negazionisti della Shoah, che nulla hanno a che vedere con il popolo palestinese. Gaza sta morendo e le parole devono tornare a dire la verità.
Riportare il governo israeliano nella posizione esclusiva di vittima è controproducente: serve solo ad attirare alleati che danneggiano la causa stessa. Le persone non sono numeri né astrazioni: quando si uccide un essere umano, si spegne un intero mondo. Chi fa politica, e ha l’onore di rappresentare le istituzioni in momenti così drammatici, ha anche il dovere di trasformare le proteste in un progetto politico di ribellione diffusa. La morte della verità è la vittoria del male. La politica deve combattere con strumenti più sottili: il compromesso, la diplomazia, il sacrificio silenzioso. Per questo, oggi presentiamo una mozione politica: Chiediamo al Parlamento e al Governo italiano di riconoscere pienamente lo Stato di Palestina come entità sovrana, nei confini precedenti all’occupazione del 1967 e con Gerusalemme capitale condivisa. Chiediamo di promuovere questo riconoscimento anche presso il Parlamento Europeo e in sede ONU, per garantire alla Palestina e a Israele la possibilità di negoziare da pari, in condizioni di legittimità, autorevolezza e sovranità.
Infine, chiediamo che l’Italia impieghi tutti gli strumenti politici, diplomatici e giuridici per fermare la colonizzazione e l’annessione dei Territori Palestinesi Occupati. A Gaza è in corso un massacro. Le parole, da sole, non bastano più. Tranne forse una: genocidio.
Se non diciamo la verità, sarà la morte della verità. E la morte della verità è la vittoria del male. Ma mentre i crimini del governo Netanyahu si ripetono ogni giorno davanti ai nostri occhi, il governo Meloni non condanna né agisce.
Il ministro degli Esteri, Tajani, ha dichiarato in Parlamento che «il governo non ha mai abbassato la guardia» rispetto ai comportamenti di Israele ritenuti “meritevoli di censura”.
Ma la censura, da sola, non basta. Serve verità. Una verità che, per fortuna, è arrivata chiara e autorevole dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha detto: «I palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi. Ed è grave l’erosione dei territori attribuiti all’Autorità nazionale palestinese, così come è illegale l’occupazione di territori di un altro Paese, che non può essere presentata come misura di sicurezza: si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio, della barbarie nella vita internazionale». Questo Consiglio Comunale si è espresso più volte, senza ambiguità, condannando ogni forma di violenza e, in particolare, ogni azione che colpisce civili innocenti. Molti altri consigli comunali italiani – da Torino a Firenze, da Milano a Pescara, da Modena a Pesaro – hanno approvato atti analoghi, grazie anche alla campagna della Rete Pace e Giustizia in Medio Oriente. Non possiamo permettere che su Gaza cali il silenzio. La sinistra, le forze progressiste e radicali, non possono restare inerti.
Per questo, insieme a M5S e AVS, abbiamo redatto una mozione unitaria che mira ad aprire un dibattito in Parlamento, dove da troppo tempo si tace su questa tragedia.
Il 25 aprile abbiamo celebrato gli 80 anni della Liberazione, una giornata di lotta per i diritti di tutte e tutti. È giusto allora stare dalla parte del popolo ucraino, ma anche di quello palestinese, che dopo 80 anni non ha ancora uno Stato. La Liberazione ci ha insegnato a non restare indifferenti. Mai. Chiediamo con forza che anche la Regione Calabria, seguendo l’esempio di Puglia ed Emilia-Romagna, interrompa le relazioni con l’attuale governo israeliano. Per questo saremo in piazza, a Roma, il 7 giugno, in una grande manifestazione nazionale. E poi a Cosenza, il 14 giugno. Per dire BASTA alla complicità. Per dire che restare in silenzio non è un’opzione. Il mio primo atto di indirizzo politico in questo Consiglio, tre anni fa, fu una mozione per la liberazione di Patrick Zaki. Fui il primo firmatario, e il giorno dopo, per una coincidenza che sembrò un segnale, Patrick fu liberato. Anche su quella mozione ci fu l’unanimità. Cosenza può essere ancora una volta baluardo di libertà e protesta sociale. E oggi lo abbiamo dimostrato, insieme».

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