«Occhiuto emani al più presto l’ordinanza contro il rischio caldo sui posti di lavoro»
La richiesta del sindacato Fillea Cgil Calabria, del capogruppo regionale M5S Tavernise e del dem Mammoliti

LAMEZIA TERME «Con l’arrivo dell’estate e il relativo aumento delle temperature diventa di fondamentale importanza tutelare quei lavoratori che per le mansioni che svolgono sono più esposti al rischio termico. Come Fillea Cgil non vogliamo che si affronti il “rischio stress termico” solo dopo che si sia consumata l’ennesima tragedia sul lavoro, perciò chiediamo, così come abbiamo già fatto negli ultimi anni, al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, di emanare in tempi brevi le linee di indirizzo contro il rischio caldo sui posti di lavoro e di non aspettare il mese di luglio». Lo afferma il segretario della Filla Cgil Calabria, Simone Celebre. «L’estate, che in Calabria è sempre più caratterizzata da alte temperature, superiori anche ai 35 gradi centigradi, oramai – spiega Celebre – è quasi arrivata perciò riteniamo necessario che si intensifichino le azioni di prevenzione e vigilanza del rischio da stress termico. Pensiamo, quindi, che non è più procrastinabile l’emanazione di quelle norme atte a tutelare quei lavoratori che per le mansioni che svolgono sono più esposti al rischio termico A essere esposti al rischio stress termico sono tutti coloro che svolgono attività all’aperto come i lavoratori dell’edilizia civile e stradale, così come tutti quei lavoratori che svolgono “attività fisica rilevante” o che sono impegnati in ambienti chiusi senza una ventilazione adeguata. Come Fillea Cgil Calabria riteniamo che in caso di temperature sopra i 35° si dovrebbe ridurre o sospendere l’attività e poter fare ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo). Perciò, sollecitiamo, al presidente della giunta regionale calabrese, Roberto Occhiuto, di emanare con urgenza le linee di indirizzo per tutelare quei lavoratori che per le mansioni che svolgono rischiano di più lo stress termico e che queste linee di indirizzo abbiano un arco temporale di validità fino a non prima del 30 settembre, permettendo così anche alle imprese, ai lavoratori e alle istituzioni di poter programmare per tempo gli interventi necessari a tutela della salute. Chiediamo, così come abbiamo già fatto negli anni scorsi, che nei cantieri siano resi disponibili e accessibili fonti di acqua e, soprattutto, delle aree ombreggiate dove poter stazionare nelle pause. Riteniamo, altresì, necessario – conclude Celebre – che le linee di indirizzo indichino l’obbligo per le imprese a rimodulare orari e carichi di lavoro tramite specifici accordi aziendali con le Rsu e/o le organizzazioni sindacali territoriali, con particolare attenzione alle piccole aziende. Inoltre sarebbe auspicabile che le linee di indirizzo prevedessero il riconoscimento, da parte delle Stazioni Appaltanti, di eventuali ritardi nella consegna dei lavori in caso di interruzioni per eventi climatici estremi».
L’intervento di Tavernise
Anche il capogruppo M5S alla Regione Davide Tavernise osserva: «Il caldo estremo di questi giorni, causato dalla cosiddetta bolla africana, non è più un’eccezione ma una condizione ormai strutturale dei mesi estivi in Calabria. Le temperature registrate stanno superando ogni soglia di sopportazione, mettendo a serio rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori esposti al sole per diverse ore al giorno, in particolare nei settori dell’agricoltura, del florovivaismo e nei cantieri edili. Chiedo formalmente al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, di intervenire con urgenza emanando nuovamente, come già fatto lo scorso anno, l’ordinanza che vieta il lavoro nelle ore più calde della giornata, dalle 12:30 alle 16:00, nelle giornate in cui il livello di rischio risulta “alto” secondo la mappa Workclimate per i lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa. Nel 2024, infatti, con apposita ordinanza – spiega Tavernise – Occhiuto aveva stabilito tale divieto “con efficacia immediata e fino al 31 agosto”, riconoscendo la necessità di una misura straordinaria in attesa di un accordo strutturale tra parti datoriali e sindacali. Quell’ordinanza venne giustamente adottata anche su richiesta delle organizzazioni sindacali, a tutela della salute pubblica e per limitare l’impatto dello stress termico ambientale. Oggi le condizioni sono analoghe, se non peggiori. Ritardare ulteriormente un provvedimento di buon senso equivarrebbe a ignorare il rischio reale a cui sono esposti quotidianamente centinaia di lavoratori calabresi. Lo stress termico non è un fastidio, ma una seria minaccia per la salute e la vita. Il Presidente Occhiuto dimostri responsabilità istituzionale e sensibilità sociale: firmi subito l’ordinanza. Non c’è tempo da perdere».
La richiesta di Mammoliti
«Ho presentato un’istanza al Presidente Occhiuto per chiedere l’adozione di ogni utile e tempestivo provvedimento volto a tutelare la salute dei lavoratori che svolgono la loro attività in condizioni di prolungata esposizione al sole. Ogni anno si ripetono con sempre maggiore intensità, complice il cambiamento climatico, le ondate di calore anche al di fuori dei mesi di luglio ed agosto. Per tale ragione, al fine di salvaguardare la salute dei lavoratori, ho sollecitato il Presidente Occhiuto a voler emanare un’apposita ordinanza per evitare, sull’intero territorio regionale o nelle zone interessate dallo svolgimento di lavoro in condizione di prolungata esposizione al sole, il lavoro dalle ore 12,30 alle 16,00. Sono fiducioso e convinto che il Presidente Occhiuto interverrà positivamente come ha già fatto tra l’altro negli anni scorsi»: così Raffaele Mammoliti, consigliere regionale del Pd.
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