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Il saluto di Mascaro a Lamezia Terme: «Fino a quando non lascio la fascia, il sindaco sono io»

Affondi ai «politicanti», ai commissari «colpevoli di non aver sbloccato le assunzioni». Al «mio successore lascio un bel testimone»

Pubblicato il: 10/06/2025 – 22:10
Il saluto di Mascaro a Lamezia Terme: «Fino a quando non lascio la fascia, il sindaco sono io»

LAMEZIA TERME Quando prende in mano il microfono e guadagna il palco, Paolo Mascaro mette da parte l’emozione e ripercorre «un film lungo 10 anni» vissuto alla guida della città di Lamezia Terme. Nei prossimi giorni terminerà ufficialmente il suo mandato, prima di cedere la fascia al nuovo primo cittadino Mario Murone: neoeletto alle ultime elezioni comunali dopo aver battuto al ballottaggio la candidata di centrosinistra Doris Lo Moro. «Fino a quando non consegno la fascia, il sindaco sono io».
Il (quasi ex) primo cittadino saluta i “suoi” cittadini con un lungo intervento dal Chiostro di San Domenico ed elenca per oltre un’ora tutto quello che «silenziosamente» il suo governo ha portato a termine nel corso di una doppia avventura amministrativa segnata da una parentesi dettata dal commissariamento. Ma «le parate a noi non sono mai piaciute, la criminalità l’abbiamo combattuta con le azioni silenziose», precisa Mascaro. Il discorso viene spesso interrotto da un riferimento ai «politicanti», quando «li incontrerete prendeteli a pomodori e strappate le tessere».

Il flashback

E’ il 13 marzo 2015, quando Mascaro guadagna il palco del Teatro Grandinetti per la prima uscita pubblica da sindaco, un’era ormai lontana: «erano gli anni dei tagli dei trasferimenti statali, quando quasi tutta Italia era in sofferenza». Certo, non poteva immaginare di ricevere «un avviso di garanzia che custodisco gelosamente, una certificazione d’amore per il territorio. Ero un cittadino che diceva basta ai soprusi, abbiamo difeso e salvato il tribunale di Lamezia Terme», ed ammette «ci siamo entusiasmati di una idea, solo un pazzo poteva pensare di poter risollevare il comune».
Il comune di Lamezia Terme viveva «una situazione drammatica, quando i danari non erano destinati alla crescita del territorio ma servivano a pagare salvaguardia i debiti e gli interessi passivi sulle fatture». Milioni di euro da ripianare e chi «vantava un credito dall’amministrazione comunale doveva attendere fino a 18 mesi per ricevere quanto dovuto, oggi i tempi si sono ridotti a 29 giorni». Qualche bicchiere d’acqua rallenta l’arringa dell’avvocato, che quando alza i decibel costringe i fonici ad abbassare il volume del microfono. «I prenditori in questa città sono uno su mille, così come i criminali» e condanna «chi avrebbe dovuto destinare fondi alla Lucky Friends e invece li ha dirottati su opere di finanza creativa».

Il Psc e il futuro

I minuti passano e tra un ringraziamento ed un ricordo, mai sbiadito, Mascaro riporta alla mente «le indegne sceneggiate di consigli comunali conclusi con un progettista che doveva scappare via con il fascicolo sotto il braccio rifiutandosi di firmare, si litigava su tutto. Oggi non è più così». «Siamo – sottolinea con orgoglio – la prima città della Calabria che adotta il Psc e indirizza i cittadini al rispetto delle regole». Dal risparmio ed efficientamento della pubblica amministrazione, ai fondi della Regione Calabria per «l’inclusione degli abitanti del campo Rom», fino alla sostituzione di tutti i bus del trasporto pubblico, l’ex sindaco snocciola dati e numeri «eccezionali» e rivendica il lavoro svolto anche nella crescita della percentuale della raccolta differenziata, passata «dal 32% al 66%». E sul punto arriva l’affondo, «la Multiservizi era un carrozzone».

La fine del dissesto e l’affondo ai commissari

La “svolta” per l’amministrazione è l’uscita dal dissesto con la deliberazione della Corte dei Conti. «Finalmente sblocchiamo le assunzioni», Mascaro prende fiato ed attacca: «Noi siamo riusciti dove hanno fallito quegli inetti dei commissari mandati in quel vergognoso e indegno commissariamento che aveva massacrato la città. Nel silenzio dei politicanti. L’ho detto allora e lo urlo questa sera. Mandati dal Ministero dell’Interno non erano neanche riusciti a sbloccare le assunzioni e ci siamo riusciti noi nel 2022». E qui il primo cittadino infila un messaggio diretto al suo successore. «Lasciamo un bel testimone a chi sicuramente ben governerà questo territorio». Gli applausi chiudono la serata, Paolo Mascaro si rivolge ai presenti: «Grazie, grazie, grazie». (f.b.)

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