Rapporto Bankitalia, Calabrone: «La debolezza economica è legata ai bassi redditi»
«C’è poco da stare allegri e chi descrive una Calabria in continua ripresa dovrebbe avere rispetto dei cittadini»

COSENZA «Il Rapporto annuale sull’economia calabrese per il 2024 evidenzia una realtà ben diversa da quella spesso raccontata. Nonostante l’ingente quantità di risorse disponibili grazie ai finanziamenti del PNRR e ai fondi comunitari ordinari, l’economia regionale ha subito un rallentamento rispetto al 2023, passando da un tasso di crescita dell’1,3% allo 0,8%. Questa debolezza economica è legata principalmente ai bassi redditi, sostenuti solo dai rinnovi contrattuali, e alla riduzione dei consumi da parte delle famiglie, le quali non possono contare su un sistema di welfare realmente adeguato. L’unica misura concreta di sostegno al reddito per le famiglie calabresi in stato di povertà, nel corso del 2024, è stato l’Assegno di inclusione che ha sostituito il reddito di cittadinanza, che ha raggiunto 56.000 nuclei familiari per un totale di 112.000 residenti, pari a oltre il 6% della popolazione regionale, percentuale più alta d’Italia, nettamente superiore anche alla media del Mezzogiorno (5,4%). Il sistema regionale di formazione e ricollocazione del personale si è rivelato del tutto inadeguato, infatti soltanto 14.500 persone sono state formate attraverso il programma Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) e anche le politiche attive del lavoro, in particolare il programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL), ha mostrato gravi criticità. Nonostante il programma abbia preso in carico 135.000 persone, solo il 30% risultava occupato a gennaio 2025, contro una media nazionale del 36%. Questi dati impongono una riflessione seria sulle reali necessità occupazionali della Calabria, così da calibrare meglio l’offerta formativa. In questo contesto, il divario tra la Calabria e il resto del Paese continua ad ampliarsi. Il dato più preoccupante riguarda ancora una volta l’occupazione: nel 2024, il tasso di occupazione si è attestato al 44,8%, con un divario di 17,4 punti percentuali rispetto alla media nazionale, in peggioramento rispetto al 2023, quando la differenza era di 16,9 punti. Dal 2007 al 2024, la Calabria ha perso circa il 7,1% della popolazione, pari a 140.000 residenti in meno. In un simile contesto, il coinvolgimento dei giovani nel mercato del lavoro diventa cruciale per affrontare le sfide dello sviluppo sostenibile e digitale e per contrastare la continua emorragia giovanile: il 27,3% della popolazione emigrata è composta da giovani, una percentuale quasi doppia rispetto alla media nazionale. Il tasso di attività si è fermato al 37,7%, rispetto al 50,9% della media italiana. Ancora più grave è la situazione dell’occupazione giovanile, con un tasso che nel 2024 è sceso al 28,7%, contro il 31,7% registrato nel 2007. Con questa fotografia c’è poco da stare allegri e chi descrive una Calabria in continua ripresa dovrebbe avere rispetto dei cittadini calabresi che resistono in una regione piena di difficoltà e contraddizioni, c’è bisogno di aprire una vera discussione sulla Calabria del futuro partendo dal lavoro, quello dignitoso, dal rispetto dei contratti nazionali che permettono di avere redditi dignitosi. Con gli slogan i giovani vanno via con politiche serie di sviluppo avranno la possibilità di scegliere». E’ quanto sostiene, in una nota, Umberto Calabrone segretario regionale Fiom.
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