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ufficializzata la candidatura

Rubino: «Il rettore non è un monarca, ecco la mia idea di Unical»

Critiche alla “gestione verticistica” e alla distribuzione delle risorse dell’era Leone: «Con me nessuno resterà indietro»

Pubblicato il: 17/06/2025 – 12:02
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Rubino: «Il rettore non è un monarca, ecco la mia idea di Unical»

RENDE La candidatura di Franco Rubino a rettore dell’Unical non è la mera conclusione di un cursus honorum di 35 anni iniziato da studente che arriva ad Arcavacata nel 1983 dal “paesotto” a bordo di una 127 verde scura, si laurea e diventa ricercatore, associato e poi ordinario, preside, direttore di dipartimento e membro del senato accademico. Ad assicurarlo è in conferenza stampa lo stesso Rubino, che in più di una occasione ha lamentato la “gestione verticistica” dell’ateneo in fatto di decisioni e gestione delle risorse, quasi che alcune aree fossero state messe in secondo piano rispetto ad altre.

I messaggi agli sfidanti

“Radio ponte Bucci dice che Gianluca Greco è il candidato in continuità con il rettore uscente – attacca il direttore del Discag -, certo Leone ha lavorato bene, il bilancio è in salute, ma non condivido la vision tipicamente gelminiana dove tutto piove dall’alto, a iniziare dai meccanismi di distribuzione delle risorse. Le risorse del Ffo vengono date dal Mur, i criteri di distribuzione interni al singolo ateneo qui sono stati ribaltati: è legittimo ma sono scelte accademiche e politiche che io non avrei fatto”.
Sulle dinamiche delle prossime settimane, il professore di economia aziendale invita tutti a rifarsi alla teoria dei tre setacci di Socrate (verità, bontà, utilità): “La vita e la campagna elettorale non si possono condurre sui social, le notizie vanno verificate”.
Poi la sua idea se dovesse essere chiamato a guidare l’Unical: “Il rettore almeno una volta al giorno deve farsi un giro sul ponte, ascoltare la gente, vedere se i lampioni funzionano e se le strade sono pulite: è a capo di una comunità di cui è responsabile. La scalata dei ranking internazionali non è l’unico obiettivo”. Altra frecciatina a Leone, cui riconosce comunque “il pregio di aver fatto conoscere la Calabria per le cose positive, l’effetto immagine è innegabile”.
Nelle parole di Rubino, però, anche riferimenti all’utilità dell’ inutile teorizzata da Nuccio Ordine, “anche la cultura umanistica fa la persona”, ripete ribaltando il mantra del primato delle materie scientifiche.

«Non è una candidatura per me stesso»

“Non è una candidatura per me stesso e per completare la carriera, quello magari è un corollario ma non la questione centrale. Metto a disposizione la mia esperienza in Unical per proseguire il percorso di eccellenza intrapreso sotto la guida del prof. Leone, che ha portato valore aggiunto e rilanciato l’Unical”.
Ma a Rubino preme dire che “in 50 anni abbiamo avuto altri bravi rettori, da Andreatta a Bucci a Frega ad Aiello, penso a Latorre che ha governato per 14 anni, fino a Crisci: siamo davanti a un processo di crescita a cui tutti i rettori hanno dato un contributo”. Il mio obiettivo è “continuare sull’eccellenza e creare altro valore aggiunto”.
Poi un riferimento alla sua candidatura lanciata una settimana fa con un documento sulla piattaforma interna Mercurio: “Non è la retorica strappalacrime del ragazzotto di paese che ce l’ha fatta: volevo mettere in rilievo la funzione di ascensore sociale, in molte famiglie passa da qui il primo laureato della famiglia”.
“Oggi – continua – inizia la campagna elettorale e girerò tra i direttori di dipartimento per ascoltare e pensare di trovare delle soluzioni insieme: per crescere bisogna essere in tanti e confrontarsi. Il rettore deve avere una squadra valida, è così dappertutto”.

Il programma

Le priorità sono i dipartimenti: il cuore e il motore dell’ateneo. Rubino pensa a una “crescita armoniosa di tutte le aree, valorizzando quelle più deboli: siamo una comunità e dovranno muoverci solidarietà e interdisciplinarietà, nessuno deve essere lasciato dietro”.
La dicotomia “restanza, non solo rientro delle eccellenze” è un altro chiaro riferimento – senza fare nomi – a Leone: per il candidato bisognerà “incentivare un processo già avviato, puntando sulle aziende che vogliono rimanere qui”.
A proposito di governo partecipato, altro punto del programma, la critica è rivolta invece alla legge Gelmini (2010) con quei “poteri accentrati nel Cda” secondo “un modello verticistico che non mi piace. Io non sono per il Top down ma per il Bottom up: dal basso verso l’alto. Ci sono spazi, io ero preside di facoltà quando abbiamo scritto la prima versione dello statuto vigente e passò una interpretazione restrittiva: il cda nominato dal Senato su proposta del rettore, non con una elezione. Altri statuti di altre università dimostrano che il cda si poteva eleggere, come nel precendente statuto. Il cda elettivo? Sì, è un’idea, parliamone. Penso che il rettore sia un pare tra pari, troppe volte invece abbiamo visto decisioni calate dall’alto “perché io sono il rettore e ho deciso così”.
Per il personale tecnico amministrativo non è previsto un membro se non “per gentile concessione del rettore. Ma chi è, un monarca?” incalza ancora Rubino. “Rendiamo più democratico il processo, facciamo come fanno gli studenti: lo eleggano gli amministrativi. E non propongo questo per ingraziarmi il pta, mi confronterò con loro così come coi sindacati. Sono troppo democratico? Sì”.
Sulla centralità della persona, “non c’è una critica all’attuale gestione, lo scoraggiamento è generalizzato e le persone vanno motivate. Bisogna però riaffezionarsi all’istituzione e sentirsi partecipi di una comunità, anzi di una famiglia: come il dipendente che in ascensore qualche giorno fa mi raccontava di aver perso la motivazione dei tempi in cui restava a lavorare senza guardare l’orologio”.
Poi i temi macro, come l’internazionalizzazione, la relazione col resto del mondo, lo scambio di idee ed esperienze. “Così l’Unical crescerà ulteriormente nei ranking internazionali”.

La sanità e la politica

Infine i nuovi corsi di laurea, a partire dalla Medicina. “Tutto ciò che è possibile fare per la sanità deve essere fatto, anche l’impossibile. Però il nuovo ospedale va fatto, non necessariamente a Rende: fatelo ovunque, ma fatelo” afferma Rubino.
Che poi invita a evitare “strumentalizzazioni”, perché su temi come la salute “nessuno può essere contrario: il corso è venuto fuori sotto Covid ma ci saremmo arrivati, magari in maniera più lenta. Certo i neonati hanno più bisogno di aiuto e inevitabilmente anche il nuovo corso di laurea assorbirà più risorse e attenzione, come l’area dell’ intelligenza artificiale. No a squilibri però: la fase di start up è finita, il bambino è cresciuto e può essere trattato come gli altri figli. Il tutto sia inquadrato in una crescita armonica di tutto l’ateneo: nessun passo indietro su quanto di buono è stato costruito. No alla chiusura di corsi di laurea o dipartimenti: ma la realtà è dinamica, si trasforma, così si può modernizzare la didattica però con scelte concertate e condivise, non imposte dall’alto”.
Sui rapporti con l’esterno, Rubino promette che “continuerà la collaborazione con la Regione, ma anche con il Comune di Rende, io guardo le persone e non il colore politico: al sindaco Principe auguro buon lavoro e faremo di tutto per collaborare in ottica nuovo policlinico. Ma l’università è della Calabria, bisogna parlare anche con Cosenza, Catanzaro e Reggio. Penso alla creazione di tavoli di lavoro paritetici, ad esempio su area urbana, viabilità, comunità energetiche: le competenze dei docenti da un lato e la conoscenza del territorio da parte degli amministratori dall’altro possono far venir fuori delle idee che migliorano la qualità della vita. Nessuna invasione di campo tra livelli istituzionali, sì alla sinergia e al dialogo” specifica.
Da candidato rettore, a proposito di politica, anche la “solidarietà al presidente Occhiuto, nostro studente di scienze economiche e sociali quando io ero ricercatore, per quanto gli è accaduto in questi giorni. Per quanto mi risulta è una persona onesta e trasparente”.
“L’Unical – conclude Franco Rubino – sia una comunità viva, come tale garantisca a tutti la possibilità di crescere, costruire ponti e non muri per guardare con fiducia al futuro. Studenti, andate al di là delle apparenze: se sai sei, se non sai sei di qualcun altro. Lo diceva don Milani”. (EFur)

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