Ad ottobre del prossimo anno scade il mandato dell’attuale presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, il quale ha dichiarato che vorrà ricandidarsi perché ritiene di aver lavorato bene è, quindi, conclude che abbia il diritto di completare la sua missione. D’altra parte, in Calabria nessuno ha mai fatto due mandati consecutivi. È giusto che qualcuno ci provi. Occhiuto, com’è noto, è coinvolto in una vicenda giudiziaria dai contorni tutti da chiarire; sicché bisogna attendere che la polvere che si s’è sollevata fitta si diradi. Nei prossimi giorni e mesi può accadere di tutto, quindi, teniamoci bassi e prudenti. La cosiddetta “politique politicienne”, anche se non si vede, è già in fibrillazione per quell’appuntamento elettorale che, anche tecnicamente, non prevede fughe in avanti. Nel senso che i voti, per affermarsi nelle urne, hanno bisogno di recinti vasti pur tenendo nella massima considerazione le intelligenze, i progetti e la buona volontà. Le elezioni in Italia, da Nord a Sud, da Est a Ovest, raccontano che le forze vincenti sono tali se si uniscono e fanno massa critica. Sulla carta, al momento, una riproposizione, sic et simpliciter, di Roberto Occhiuto appare vincente oltre ogni ragionevole dubbio.
Se però, Occhiuto, per qualsiasi motivo non dovesse candidarsi, allora la questione cambierebbe radicalmente. Siccome, oggi, nessuno sa quello che può accadere nei prossimi mesi, chi vuole misurarsi con la nuova pugna deve darsi da fare. Oggi, non domani.
Tenendo conto che in Calabria, in questo non diversa dal resto dell’Italia, c’è una situazione asimmetrica. Al limite del paradosso. Chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti. Tradotto: il pane sono i voti, e i denti sono la classe dirigente. Quest’ultima scarseggia nel centrodestra. Non è una opinione, ma è un dato di fatto. Altrimenti non si spiegherebbe la circostanza secondo la quale il centrodestra vince nelle regioni ma poi perde nei capoluoghi di provincia; come, appunto, è accaduto in Calabria dove tutti i cinque capoluoghi di provincia e altre realtà popolose non ha vinto il cdx.
Partendo da questa considerazione i competitori locali di Roberto Occhiuto devono fare sforzi sovraumani per stare uniti, mettendo da parte le pur legittime aspirazioni, e sorvolando sui difetti e sugli inetti di casa propria. E, prima di ciò, devono trovare un faro, la guida che sappia cucinare una minestra che non deve essere o apparire riscaldata.
Il csx appare, oggi, in grandissima difficoltà. Un esempio? La querelle sullo spostamento della statua di Giacomo Mancini a Cosenza. Una faida politica sanguinosa, che appare priva di senso per come è stata raccontata. Oppure la coda velenosa di Lamezia. Mala tempora currunt, direbbe qualcuno.
Ed allora: chi potrebbe, nel centrosinistra, sfidare Occhiuto? I dati di oggi direbbero: un sindaco. Al momento sono tre i nomi che circolano: Franz Caruso sindaco di Cosenza, Giuseppe Falcomatà sindaco di Reggio Calabria e Flavio Stasi sindaco di Corigliano-Rossano. Il primo socialista, il secondo dem e il terzo indipendente. A chi tocca sceglierlo? Al mondo variegato e rissoso del centrosinistra con e senza trattino in mezzo. Ai tre sindaci potrebbe aggiungersi un quarto: Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro che ha buoni rapporti sia col Pd che con 5 Stelle.
È chiaro che il Pd possiede la golden share, l’azione d’oro; senza la quale tutto diventa, se possibile, più difficile. Il Pd attuale gira intorno alla figura di Nicola Irto, segretario regionale e unico parlamentare calabrese dei dem regionali. Ma il candidato che alla fine sarà scelto dovrà essere sostenuto da tutte le cinque federazioni. A partire dalla più grande che è anche quella più problematica, la provincia di Cosenza. In essa si confrontano due candidati per conquistare la segreteria provinciale: il sindaco di Celico, Matteo Francesco Lettieri, e Pino Le Fosse di Corigliano che si riconosce nella linea della segreteria Elly Schlein e del segretario regionale Nicola Irto. Intanto la macchina congressuale del Pd procede, così come si fa notare qualche personaggio nobile dem che potrebbe stare in silenzio per non aggravare la situazione già complicata.
x
x