Omicidio Luca Bruni, la Cassazione conferma la pena a 20 anni per Ettore Sottile
La pg aveva presentato ricorso ritenendo più congruo l’ergastolo. Le difese si sono opposte. La vittima venne assassinata il 3 gennaio 2012

ROMA La Corte di Cassazione (prima sezione penale) ha dichiarato inammissibile il ricorso della pg di Catanzaro in merito alla condanna inflitta nei confronti di Ettore Sottile. L’accusa sosteneva non equa la pena di 20 anni nei confronti dell’uomo accusato dell’omicidio di Luca Bruni, capo del clan cosentino dei “Bella Bella” assassinato il 3 gennaio 2012, reputando più congruo l’ergastolo. Sottile (difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Pasquale Naccarato) in secondo grado aveva visto mutata la condanna (20 anni) rispetto a quella comminata in primo grado quando l’imputato venne condannato all’ergastolo.
Il corpo della vittima
Il corpo di Luca Bruni venne ritrovato nelle campagne di Castrolibero tre anni dopo la sua scomparsa. Dal delitto del capo dei “Bella Bella” scaturirono diversi filoni d’inchiesta tra cui quella in abbreviato nei confronti di Sottile che è accusato di aver partecipato alle fasi preliminari del delitto di mafia e all’occultamento del cadavere.
Per questo delitto sono stati condannati Maurizio Rango, in qualità di mandante, e gli esecutori materiali Adolfo Foggetti, Franco Bruzzese e Daniele Lamanna, tutti e tre collaboratori di giustizia.
Il movente dell’omicidio
Secondo la Distrettuale, la morte di Bruni avrebbe rappresentato il dazio da pagare per evitare una guerra sanguinosa tra clan. Le dichiarazioni rese dal pentito Adolfo Foggetti hanno permesso do recuperare il corpo del giovane rampollo dei “Bella bella” nelle campagne di Orto Matera tra Cosenza, Rende e Castrolibero. Luca Bruni, dopo la morte del fratello Michele, aspirava a prenderne il posto in seno alla criminalità cosentina. E il 3 gennaio 2012 era convinto di recarsi ad un summit con i capi della ‘ndrangheta bruzia per discutere della posizione del gruppo “Bella Bella”. Ma qualcuno aveva già deciso la sua morte. (f.b.)
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Abbiamo contrastato lì’assunto dell a pg, non è equo neanch eadesso ma figruati