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diritti dei lavoratori

Più salario e più tutele, la protesta dei metalmeccanici calabresi. «Se ci fermiamo noi, si blocca l’Italia»

La protesta a Vibo di Uilm, Fiom Cgil e Fim Cisl tra fischi e fumogeni fin sotto la sede di Confindustria: «Riaprire le trattative per il contratto»

Pubblicato il: 20/06/2025 – 15:07
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Più salario e più tutele, la protesta dei metalmeccanici calabresi. «Se ci fermiamo noi, si blocca l’Italia»

VIBO VALENTIA «Se si fermano i metalmeccanici si ferma l’Italia». Chiedono più salario e più sicurezza sul lavoro gli operai metalmeccanici scesi in piazza a protestare per l’aggiornamento del contratto di lavoro nazionale. Oltre 15 località in tutta Italia, tra cui quella di Vibo Valentia, dove Uilm, Fiom Cgil e Fim Cisl si sono riunite insieme a lavoratori provenienti da tutta la regione. Dalla Prefettura vibonese, punto di incontro nonostante la pioggia arrivata in mattinata, centinaia di metalmeccanici hanno camminato, tra fumogeni e fischietti, fino alla sede di Confindustria. «Noi chiediamo la riapertura del tavolo della trattativa, fermo dal 12 novembre perché Finmeccanica e Assistal si sono chiusi a riccio e non ne vogliono che sapere» spiega Pino Grandinetti, segretario regionale Fim Cisl. «Qui ci sono lavoratori che hanno rinunciato a 500 euro pur di scioperare e rivendicare i propri diritti. In Italia rappresentiamo oltre 1 milione e mezzo di lavoratori, circa l’8% del Pil nazionale. Se si fermano i metalmeccanici si ferma l’Italia».

«Non ci fermeremo»

«Un contratto – aggiunge Umberto Calabrone, segretario regionale Fiom Cgil – che non è stato rinnovato ormai da un anno, vogliamo la riapertura delle trattative e soprattutto risposte concrete sia in termini di salario aggiuntivo che di maggiore sicurezza sul lavoro». Un aumento di circa 280 euro mensili nel triennio, corsi di formazione, smart working, soprattutto maggiori tutele per la sicurezza sul lavoro, soprattutto se considerati i dati sulle morti “bianche” e gli infortuni sul lavoro ancora allarmanti in Italia. Questioni che, secondo i sindacati, le associazioni di categoria sembrano trascurare, non rispondendo alle proteste né interloquendo con loro. Lo sciopero di oggi, che ha portato decine di migliaia di lavoratori per strada, rientra in una più ampia protesta che va avanti da mesi. A Bologna oltre 10 mila metalmeccanici hanno invaso la Tangenziale. «Oggi sono 8 ore che fanno parte di un pacchetto di 40 dall’inizio dell’anno. Aumentare il salario è importante soprattutto per i calabresi, che per la maggior parte sono monoreddito e non riescono ad arrivare fino a fine mese» afferma Antonio Laurendi, segretario regionale Uilm. «Non ci fermeremo finché non verrà riaperta la trattativa». (ma.ru.)

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