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il ricordo

La Calabria c’è sempre di mezzo

Si torna a parlare, anche se non s’è mai smesso, di Anna Magnani, la grande Nannarella, grazie all’attrice Monica Guerritore che sta realizzando, come regista, interprete, soggettista e sceneggiatric…

Pubblicato il: 21/06/2025 – 8:26
di Bruno Gemelli
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La Calabria c’è sempre di mezzo

Si torna a parlare, anche se non s’è mai smesso, di Anna Magnani, la grande Nannarella, grazie all’attrice Monica Guerritore che sta realizzando, come regista, interprete, soggettista e sceneggiatrice, un film, intitolato “Anna” che uscirà alla fine di quest’anno. Siccome la stirpe si eredita, bisogna ricordare che la madre della Guerritore, Giuseppina Pentimalli, era di Palmi.

Anna Magnani veniva da una famiglia scombussolata. La madre dell’attrice, Marina Magnani, era originaria di Fano. Di suo padre, invece, non si sapeva nulla. Dopo tante ricerche si scoprì che era calabrese, precisamente di Tropea. Pare fosse un magistrato di origini nobili e si chiamava Pietro De Duce. Una circostanza che fece dire, con molta ironia, alla grande attrice: «A un certo punto mi fermai nella ricerca perché non volevo passare come la figlia del Duce». Il destino volle che, interpretando la parte di sora Pina nel film di Rossellini, “Roma città aperta”, Anna Magnani interpretasse la parte di Teresa Talotta Gullace di Cittanova sulla Piana di Gioia Tauro, fucilata alle spalle dai nazisti.

Insomma, l’alba del neorealismo si nutrì di calabresità perché di Tropea era anche un grande attore del tempo, Raf Vallone, che giocò nel grande Torino, prese due lauree e fece la Resistenza; ma anche perché incrociò il destino della Mangani un altro calabrese famoso, Corrado Alvaro. Lo scrittore di San Luca su “Il Mondo” del 12 gennaio 1952 dedicò alla Magnani un pezzo dal titolo “Ritratto di donna”. Nel 1967 l’attrice interpretò la «La lunga notte di Medea» di Corrado Alvaro. Il raccordo più intenso tra la Magnani e Alvaro avvenne attraverso Laura Curtale, scrittrice romana, il cui padre era coevo e compaesano di Alvaro, che scrisse: “Racconto Corrado Alvaro e quei viaggi con la Magnani e Pirandello”.

Intervistata da Massimiliano Beneggi, Curtale rispose: «È una figura fondamentale, perché ha aiutato a farla conoscere nella sua bellezza umana oltre che morale. Lui era di San Luca (provincia di Reggio Calabria, ndr), un paese difficile purtroppo e anche in questi giorni commissariato per i problemi derivanti dalla ‘ndrangheta. Corrado Alvaro seppe raccontare la società nella sua verità, ma sempre con l’ottimismo chi crede nelle potenzialità di ciascuno, a prescindere dal ceto sociale di provenienza. La povertà e la miseria, anche nei suoi saggi e romanzi, diventano quasi dei punti di forza morali in una Calabria che si esprimeva come una piccola comunità, dove le famiglie si aiutavano vicendevolmente».

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