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Le ragioni del cuore, tra passato, presente e futuro

“Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine…” cantava il bravissimo Fabrizio Moro nella sua splendida canzone “Pensa”, così dopo gli ultimi avvenimenti, ho deciso di prendere in prestito queste pa…

Pubblicato il: 21/06/2025 – 16:58
di Giovanni Nostro
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Le ragioni del cuore, tra passato, presente e futuro

“Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine…” cantava il bravissimo Fabrizio Moro nella sua splendida canzone “Pensa”, così dopo gli ultimi avvenimenti, ho deciso di prendere in prestito queste parole per condividere con tutti voi queste mie amare riflessioni, quelle di un calabrese (reggino e non cosentino) che dopo aver visto il sofferto video dell’amico Giacomo Mancini jr, ha deciso di esternare tutta la propria indignazione per un atto tanto esecrabile quanto oltraggioso verso la memoria di un uomo che ha segnato in modo indelebile il suo percorso umano e politico a vantaggio di una regione che solo grazie a Lui, è riuscita a gettare le basi per una rinascita, oggi ancora incompleta e di difficile realizzazione. Accade infatti, che la statua bronzea che raffigura l’On. Giacomo Mancini “il Leone con la testa alta e la schiena dritta” è stata rimossa dalla sua sede naturale di Corso Mazzini per lasciare spazio (pare!!) ad una mostra d’arte, quasi fosse, la statua del Leone, un intralcio alle opere o peggio ancora un pericoloso atto di disturbo. Un gesto tanto inutile quanto offensivo, che colpisce la memoria di un uomo, dei propri cari e di una regione intera che ancora oggi ricorda con vivo compiacimento la meritoria opera del Leone, l’UOMO cinque volte ministro della Repubblica, l’artefice principale dell’autostrada SA-RC e di quel tracciato che permise a Cosenza e alla sua provincia di non restare isolata dal mondo ma di essere parte integrante della grande comunicazione su strada. Quella statua non è solo l’omaggio di un popolo e di un territorio ad un uomo, ma rappresenta il sentimento di gratitudine che ancora oggi a ventitré anni dalla morte, è forte, presente, vivo e vitale, rappresenta la memoria fiera del proprio passato senza il quale certamente si finirebbe per non avere un futuro, rappresenta l’orgoglio di un appartenenza in una terra difficile dove avere la testa alta e la schiena dritta è un esercizio umano difficile, perso tra le tentacolari insidie della mafia e della cronica mancanza del lavoro. Quella statua è l’idea stessa, e con essa la certezza, che anche la nostra AMATA CALABRIA, ha avuto Uomini che hanno partecipato fattivamente alla crescita nazionale, è la speranza di vedere i propri figli scalare le vette sociali e politiche che a queste latitudini, tante…troppe volte… appaiono muri impossibili da superare. Quella statua è un presidio di libertà, è il sogno, il pensiero gentile di un’intera regione senza distinzione geografica. Giacomo Mancini è stato la Calabria, quella che con sacrificio e abnegazione ha vestito la speranza della rinascita e ha rappresentato l’arma del riscatto sociale e culturale. Egregio sindaco Caruso, mi creda, ha commesso un grave errore che un uomo delle istituzioni non dovrebbe mai fare, quello di non capire che la memoria è parte della nostra storia e come tale è uno scrigno prezioso e inespugnabile a cui bisognerebbe avvicinarsi sempre con il massimo rispetto e in punta di piedi, con l’unico intento di imparare dalla storia stessa il segreto per fare in modo che il sogno custodito da ogni calabrese possa diventare domani una splendida realtà!! Giacomo Mancini lo ha fatto…adesso tocca a Lei, rimetta immediatamente la statua al suo posto, e trovi anche il coraggio di chiedere scusa. Si ricordi che storia condivisa non si oltraggia…MAI!!.

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