Il PD, un litigio che si finge partito
di Paola Militano*

In Calabria c’è chi ha un partito, e poi c’è il Partito Democratico: un’entità politica di ex ottimisti, nata per litigare e dove l’unico progetto condiviso è il dissenso reciproco. E se gli altri fanno i congressi per unirsi, il PD li fa per ricordarsi quanto sono divisi. Una sorta di talent show della rissa ideologica dove ogni corrente ha la sua idea, la sua verità, il suo leader e, quindi, la sua candidatura alternativa. Ma attenti a non dimenticare la regola d’oro del Pd calabrese: “un segretario non è per sempre” specialmente se le elezioni regionali incombono e ci sono consiglieri uscenti da confermare. In questi casi non è scorretto neppure “giocare il doppio gioco” come ammette candidamente il mitico Diego Bianchi a Trame, che fustiga la sua sinistra sulla sfida persa da Doris Lo Moro a Lamezia Terme: «qualcuno del Pd sicuramente non l’ha votata» e dal pubblico qualcuno dice «almeno duemila».
Ma c’è un lato romantico in tutto questo: sono le donne a tenere le redini del PD, a dover fare il lavoro sporco se occorre, ad infilarsi tra le crepe del partito ed a sistemare le frizioni tra correnti. Altro che Taruffi e Baruffi, le vere eroine sono loro, che mostrano il “cuore del partito calabro” a ogni piè sospinto. Sì, il cuore ed il cervello, ma nessuno dei compagni lo ammetterà mai apertamente perché il Partito Democratico è socialdemocratico, progressista e riformista, con correnti interne social-liberali e cristiano sociali. Tutti in disaccordo tra loro. Ma, per carità, democraticamente.
Capitolo a parte è la comunicazione dei dem oppositori del governo Occhiuto, una ragnatela di dichiarazioni dove ogni parola è pensata per essere ambigua ed ogni posizione è riempita di spazio bianco, perfetta per i politici che amano navigare nel limbo. Un esempio emblematico? I democrat Domenico Bevacqua, Ernesto Alecci, Amalia Bruni, Franco Iacucci, Raffaele Mammoliti, Giovanni Muraca chiedono «di essere adeguatamente informati sui fatti che riguardano il presidente della Giunta e che possono avere ripercussioni sull’immagine e sul funzionamento delle istituzioni regionali» e poi il capogruppo Mimmo Bevacqua oggi in Consiglio sembra ancora cercare una bussola che non ha mai trovato quando dice compiaciuto: «Prendiamo atto delle parole del presidente Occhiuto, da parte nostra abbiamo dimostrato la nostra serietà e anche il rispetto verso i calabresi»
Un’affermazione di chi sa solo che deve rimanere a galla, in attesa di capire quale sarà la prossima onda da cavalcare, magari un report sulla sanità da condire con frasi a effetto che durano il tempo di un telegiornale.
IN CONSIGLIO REGIONALE Occhiuto: «Anche nella Procura vedo la volontà di accertare in breve tempo la verità. E’ quello che auspico»
Del PD calabrese c’è assoluta necessità perché un’opposizione credibile ed in grado di essere alternativa di governo fa bene non solo a sé stessa ma alla Calabria intera. E se questo significa un rinnovamento radicale della classe dirigente, tanto meglio. La Calabria merita di più di un “partito per litigare”. (p.militano@corrierecal.it)
Foto – Vincenzo Livieri (LaPress)
*direttore del Corriere della Calabria
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