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Discariche abusive sulla Sp 263: le denunce alle procure accendono i riflettori sul degrado nel Cosentino – FOTO

Un dossier che racconta una vera e propria emergenza ambientale presentato da quattro associazioni ambientaliste

Pubblicato il: 26/06/2025 – 10:19
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Discariche abusive sulla Sp 263: le denunce alle procure accendono i riflettori sul degrado nel Cosentino – FOTO

BELVEDERE MARITTIMO Una denuncia formale, supportata da due anni di sopralluoghi e documentazione fotografica georeferenziata, è stata depositata nei giorni scorsi alle Procure della Repubblica di Paola e Castrovillari da quattro associazioni ambientaliste attive nel territorio calabrese. WWF Calabria Citra ODV, A.I.D.A.A.S (Associazione Italiana Difesa Ambiente Animali Salute), Ambiente Vivo Sant’Agata di Esaro e Cittadinanza Attiva di Belvedere Marittimo puntano il dito contro la drammatica situazione lungo la Strada Provinciale 263: una delle arterie che collegano l’entroterra del Pollino alla costa tirrenica cosentina.
Il tratto interessato – dalla località Santa Nicola, nel comune di Sant’Agata di Esaro, fino all’intersezione con la Statale 18 nel comune di Belvedere Marittimo – è stato oggetto, dal settembre 2023 al giugno 2025, di un monitoraggio capillare condotto dalle associazioni. Il risultato? Un dossier che racconta una vera e propria emergenza ambientale: cumuli di rifiuti solidi urbani abbandonati tra le cunette e le piazzole, discariche abusive nei boschi adiacenti, rifiuti speciali e pericolosi – tra cui materiali da demolizione, elettrodomestici, pneumatici e persino amianto – disseminati lungo l’intero tracciato. Un fenomeno, spiegano gli attivisti, che si acuisce durante l’estate, proprio nei mesi in cui il territorio dovrebbe valorizzare le sue bellezze naturalistiche e attirare visitatori. Al contrario, il paesaggio si trasforma in un inquietante scenario di degrado, con effetti potenzialmente devastanti: inquinamento del suolo e delle acque, danni economici per le attività turistiche e commerciali locali, e persino disagi psicologici tra i residenti, identificati nel fenomeno della “solastalgia“: la sofferenza provocata dalla perdita dell’ambiente familiare.

La denuncia

Le associazioni chiedono alle autorità giudiziarie di fare chiarezza e individuare i responsabili, ma l’appello va anche oltre l’ambito giudiziario: si richiede con urgenza un piano di intervento strutturato. Tra le misure proposte: maggiore presenza delle forze dell’ordine, installazione di telecamere nei punti più critici, posizionamento di segnaletica con indicazione delle sanzioni, e soprattutto una vigilanza costante durante la stagione estiva, quando il rischio di nuovi abbandoni cresce esponenzialmente. «Non possiamo più tollerare che un’area di tale bellezza e valore ambientale venga sistematicamente deturpata dall’inciviltà di pochi», affermano con forza le associazioni promotrici dell’esposto. «La tutela del territorio non è un compito riservato agli ambientalisti, ma una responsabilità collettiva che chiama in causa istituzioni, cittadini e forze dell’ordine». (f.b.)

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