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Il paradosso: la (povera) Calabria versa oltre 15 milioni nelle casse dello Stato

In Consiglio regionale approvata la legge sul “Concorso agli obiettivi di finanza pubblica”. Un “atto dovuto” che però rischia di pesare sulle casse della Cittadella

Pubblicato il: 26/06/2025 – 13:17
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Il paradosso: la (povera) Calabria versa oltre 15 milioni nelle casse dello Stato

LAMEZIA TERME A distanza di pochissime ore dall’approvazione da parte del Consiglio regionale è già stata pubblicata sul Burc, e promulgata, la legge dal titolo “Concorso agli obiettivi di finanza pubblica”. La velocità di pubblicazione risponde probabilmente a una necessità di carattere temporale. Si tratta di una legge che si potrebbe definire un “atto dovuto”, perché in effetti il “Concorso agli obietti i di finanza pubblica” è richiesto dallo Stato alle Regioni, tutte le Regioni, Calabria compresa, una legge dunque – direbbe qualcuno – che sa di adempimento burocratico. E sarà anche così, ma intanto questa legge costa abbastanza salata, per la Regione, perché dispone l’autorizzazione della spesa di 15,6 milioni all’anno per tre anni per quello che è un contributo agli equilibri della finanza dello Stato: in pratica, la Regione Calabria dispone un versamento di in favore del livello centrale, una sorta di “tassa” che grava sulla testa – e nelle tasche – della Cittadella.

Il dibattito politico

La legge, adottata dalla Giunta nelle scorse settimane, ieri ha occupato una parte del dibattito in Consiglio regionale. Ad animarlo, il consigliere regionale del Pd Raffaele Mammoliti, che si è lamentato del fatto che «il governo centrale continui a fare cassa sulle Regioni, la qual cosa determinerà un irrigidimento della spesa corrente», e del fatto che «nella Conferenza Stato Regione la Calabria non ha manifestato alcun dissenso sui tagli lineari che sulla Calabria avranno ricadute negative». A replicare a Mammoliti è stato il presidente della seconda Commissione Bilancio, Antonio Montuoro (Fratelli d’Italia), precisando che «la manovra finanziaria adottata ha avuto un carattere conservativo, non restrittivo, in quanto non ha comportato né un incremento della pressione fiscale né una riduzione dei servizi erogati», evidenziando poi che con riferimento al ruolo del governo centrale «la necessita di ridurre la spesa pubblica scaturisce dalle scelte scellerate fatte dai governi di sinistra», e ricordando infine che «la Regione Calabria ha formalmente rappresentato nelle sedi opportune, attraverso dati puntuali, le difficoltà che la riduzione dei trasferimenti avrebbe comportato per territori strutturalmente privi di risorse libere significative come la Calabria».

Il contesto

Al di là delle posizioni politiche, ci sono comunque i numeri che aprono delle riflessioni. E sono quelli che la stessa Giunta ha indicato nell’ultimo Documento di Economia e Finanza della Regione, che esplicita chiaramente il contesto nel quale si muove l’ente. «E’ noto a tutti – si legge – come l’equilibrio del bilancio regionale già negli ultimi anni sia stato posto a dura prova da tagli ai trasferimenti, da misure governative di politica fiscale non sorrette da forme di ristoro per la perdita di gettito sofferto dalle Regioni, da contributi alla finanza pubblica da versare direttamente alle casse statali, da un insieme di misure di contenimento della spesa che hanno assunto anche la forma di accantonamenti volti a ridurre la capacità di spesa corrente… I nuovi contributi di finanza pubblica a carico degli enti territoriali… costituiscono un ulteriore e assai problematico peggioramento del contesto di riferimento in cui si muove la finanza regionale… Tali contributi, in aggiunta a quelli vigenti a legislazione vigente e ai riversamenti da effettuare allo Stato, anche a prescindere dalle modalità di attuazione degli stessi (riversamento nelle casse statali o accantonamento da destinare alla copertura del disavanzo) non possono che comportare, in presenza dell’obbligo del pareggio di bilancio, un ulteriore irrigidimento della spesa corrente, con un conseguente prevedibile taglio dei servizi finanziati con le risorse autonome di bilancio o in alternativa, non avendo la possibilità di contrarre debito se non per investimenti, un doloroso aumento della pressione fiscale lasciata alla responsabilità regionale». La morale della favola è che comunque la Regione sta per staccare un (nuovo) assegno di 15,6 milioni per un anno (e oltre 45 milioni per tre anni) in favore dello Stato. Chissà che ritorno ne avrà la Calabria… (a. c.)

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