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costi e strategie militari

Il Ponte sullo Stretto «per raggiungere gli obiettivi di spesa della NATO»

L’idea del governo Meloni secondo “POLITICO”. «Rappresenterebbe un vantaggio per la mobilità militare». E il costo aiuterebbe a raggiungere l’obiettivo di spesa dell’Alleanza atlantica

Pubblicato il: 30/06/2025 – 16:29
di Giorgio Curcio
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Il Ponte sullo Stretto «per raggiungere gli obiettivi di spesa della NATO»

LAMEZIA TERME Il Ponte sullo Stretto? Il progetto, il cui costo è stimato in 13,5 miliardi di euro, potrebbe essere inserito fra le «spese militari». Un “trucchetto” che il governo targato Giorgia Meloni potrebbe utilizzare per raggiungere, così, due grandissimi obiettivi in un sol colpo: realizzare un’opera che colleghi Sicilia e Calabria dopo sessant’anni di idee e progetti, ma anche avvicinarsi ai nuovi diktat imposti dalla NATO. Nell’ultimo grande incontro tenutosi a L’Aia, infatti, i membri dell’organizzazione atlantica hanno stabilito di raggiunge la spesa del 5% del Pil: il 3,5% da destinare alla spesa per la difesa, il restante 1,5 invece può essere destinato a una più ampia resilienza strategica come le infrastrutture. Appunto.

Da qui la possibile decisione del governo, quasi necessaria. La spesa per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, nell’idea dell’esecutivo Meloni, potrebbe garantire il raggiungimento dell’obiettivo di spesa. Secondo quanto riferito dal quotidiano statunitense POLITICO, che mette in apertura la notizia, un funzionario del Tesoro italiano avrebbe anche suggerito che etichettare il ponte come «un progetto militare», potrebbe aiutare il governo a superare alcune delle barriere economiche e tecniche che ne hanno impedito la costruzione in passato. Seguendo questo percorso, dunque, si potrebbero scavalcare gli ostacoli burocratici, ma anche le controversie con le autorità locali e, soprattutto, con le associazioni che finora si sono duramente opposte alla realizzazione del Ponte. Pare inoltre che il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, stiano sostenendo l’idea che il ponte possa avere anche un «valore strategico militare» e quindi non soltanto un valore economico come sottolineato in un rapporto del governo risalente allo scorso aprile.

«Un vantaggio per la mobilità militare»

Con la delibera del 9 aprile del 2025 il governo nero su bianco aveva indicato il Ponte sullo Stretto quale opera da costruire «per motivi imperativi di interesse pubblico prevalente». E oltre al suo uso civile, il Ponte «ha anche un’importanza strategica per la sicurezza nazionale e internazionale» attribuendo all’opera «un ruolo chiave nella difesa e nella sicurezza», in grado di facilitare il movimento delle forze armate italiane e, dunque, degli alleati NATO. Il Ponte, inoltre, secondo il Governo «rappresenterebbe un vantaggio per la mobilità militare, consentendo il trasporto rapido di veicoli pesanti, truppe e risorse sia su strada che su rotaia» ma, scrive ancora Politico, è tutto da vedere se effettivamente la NATO e soprattutto il presidente degli Usa, Donald Trump, accetteranno questa logica.

Lo Stretto fuori dal corridoio di mobilità

Quello che è certo, al momento, è che lo Stretto di Messina è al di fuori dell’unico corridoio di mobilità militare designato dall’Italia per la NATO, il cui percorso invece inizia in Puglia, attraversa l’Adriatico fino all’Albania e continua fino alla Macedonia del Nord e alla Bulgaria. Non è nemmeno chiaro se lo stretto tra Sicilia e Calabria sia incluso nella rete di mobilità militare dell’UE, i cui corridoi dovrebbero allinearsi con le rotte della NATO. Dagli USA pare non sia trapelata ancora alcuna notizia, neanche a margine del vertice della settimana scorsa. Già un paio d’anni fa, peraltro, il quotidiano Domani aveva pubblicato l’indiscrezione secondo cui proprio l’Alleanza atlantica stesse spingendo per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.

«Per il Ponte a settembre via ai primi lavori per un miliardo»

Questa mattina, infine, l’assessore regionale alle Infrastrutture, Maria Stefano Caracciolo, intervenendo all’incontro sugli scenari dell’edilizia organizzato da Ance a Catanzaro, ha detto: «Credo – ha aggiunto Caracciolo – che la sua realizzazione sia un grande attrattore di investimenti. E quindi io sono fiduciosa sulla realizzazione anche tempestiva di quest’opera. Partiranno a settembre circa un miliardo di euro di lavori e sono le opere compensative. Quindi si darà avvio a quest’opera e nell’arco di sette anni si dovrebbe concludere». (g.curcio@corrierecal.it)

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