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Il traino del settore delle costruzioni in Calabria. Ma ora servono visione e investimenti

Presentato il rapporto sugli scenari regionali del comparto edilizia e lavori pubblici promosso dall’Ance. Previsioni in calo nell’immediato futuro

Pubblicato il: 30/06/2025 – 14:05
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Il traino del settore delle costruzioni in Calabria. Ma ora servono visione e investimenti

CATANZARO Il settore delle costruzioni in generali e dell’edilizia in particolare rappresenta sempre un forte traino dell’economia calabrese ma le stime del 2024 e le previsioni del 2025 segnalano un trend in calo e quindi rendono necessaria una accelerazione nell’attuazione del Pnrr e una rinnovata e rafforzata capacità di programmazione da parte delle istituzioni. E’ il dato di sintesi che emerge dal rapporto “Scenari regionali dell’edilizia 2025” presentato dall’Ance Calabria a Catanzaro.

Il report

Il report – che si può consultare integralmente alla fine dell’articolo – evidenzia che «l’Ance, sulla base degli scenari regionali elaborati da Prometeia, stima per la Calabria un calo degli investimenti in costruzioni nel 2024 del -5,5% in termini reali nel confronto con il 2023. Questo risultato negativo è attribuibile al forte ridimensionamento degli incentivi fiscali legati all’efficientamento energetico (noto come Superbonus) e al venire meno della possibilità della cessione del credito o dello sconto in fattura. I dati del monitoraggio Enea-Mase evidenziano un deciso calo nell’utilizzo dello strumento fiscale legato agli incentivi edilizi. In particolare, i lavori realizzati in Calabria, dopo aver raggiunto un picco di 1,2 miliardi nel 2023, hanno sperimentato un notevole ridimensionamento nel 2024, attestandosi a 533 milioni». Con riferimento alle prospettive per il 2025 secondo il rapporto «il settore delle costruzioni in Calabria, parallelamente a quanto osservato a livello nazionale, risentirà del significativo indebolimento della manutenzione straordinaria residenziale, a seguito dell’ulteriore rimodulazione delle aliquote fiscali… Conferme in tal senso provengono dai dati Enea-Mase, dai quali risulta che i lavori realizzati nei primi tre mesi di quest’anno sono 8 volte inferiori rispetto allo stesso periodo del 2024 (58 milioni contro i 478 milioni di un anno prima). Di contro, positivo sarà, ancora una volta, il contributo offerto dal comparto delle opere pubbliche, trainato dall’accelerazione nella realizzazione dei progetti compresi nel Pnrr, sebbene la sua ulteriore espansione non sarà sufficiente a mitigare il ridimensionamento della riqualificazione abitativa. In questo contesto, la previsione Ance per il 2025, elaborata sui dati di Prometeia, per il settore delle costruzioni in Calabria è di un calo degli investimenti del -7,1%, in peggioramento rispetto alla flessione già prevista per l’anno precedente. In questo scenario, la realizzazione delle opere del Pnrr sarà massima nel biennio 2025-2026, con ingenti investimenti pubblici, e potrebbe estendersi al 2027 grazie al completamento di interventi finanziati in parte dalle risorse europee».

L’analisi

Secondo Flavio Monosilio, del Centro Studi dell’Ance, «gli anni che stiamo vivendo sono anni di profondo cambiamento. Dopo il periodo post-Covid, il settore delle costruzioni ha svolto un ruolo fondamentale nella ripresa economica in tutta Italia, e in particolare in Calabria, contribuendo a rialzarsi dopo il crollo del 2020. Oggi, tra il 2024 e il 2025, si iniziano a vedere chiaramente i segnali di una nuova fase: quella di una progressiva riduzione degli investimenti, sia a livello nazionale che regionale. Le imprese sono ancora molto attive, impegnate nel completamento dei progetti legati al Pnrr, ma siamo in un momento cruciale, che impone una seria riflessione sul futuro. C’è il rischio concreto che, terminata la fase attuativa del Pnrr, si torni a una situazione di stagnazione, con conseguenze pesanti per il settore delle costruzioni. Questo comparto rappresenta una componente essenziale dell’economia calabrese: circa il 50% degli occupati dell’industria locale lavora proprio in questo settore. Lasciare il mondo delle costruzioni senza una visione di lungo periodo, senza una programmazione capace di garantire continuità lavorativa, sarebbe estremamente pericoloso. A tutto ciò – ha concluso Monosilio – si aggiunge un clima di grande incertezza a livello globale, che impatta su tutti i settori industriali. Alcuni comparti calabresi, come l’agroalimentare e il chimico, particolarmente dinamici ma fortemente orientati all’export, potrebbero risentirne in modo particolare. Questa instabilità sta generando forti preoccupazioni per il futuro economico della regione».

L’intervento

Per il presidente di Ance Calabria, Roberto Rugna, nella regione «le aziende sono cresciute sia in termini quantitativi che qualitativi. Oggi sono più strutturate e attrezzate: un dato rilevante se consideriamo che per troppo tempo l’edilizia calabrese ha sofferto di un “nanismo industriale” che ora sembra finalmente superato. Tuttavia, non possiamo ignorare una criticità seria: lo spopolamento. In Calabria, negli ultimi 25 anni abbiamo perso l’11% della popolazione. Siamo una delle regioni con l’età media più alta e con sempre meno giovani. Un problema che va affrontato con responsabilità, coinvolgendo istituzioni, imprese e sindacati, per creare condizioni concrete che permettano ai nostri giovani di restare e costruire qui il proprio futuro. Come Ance Calabria, insieme alla Regione e all’assessore alle Infrastrutture, stiamo lavorando a un programma dedicato alla formazione, partendo dalle scuole, con percorsi che possano poi sfociare nell’inserimento lavorativo. La Regione si è impegnata a incentivare queste attività anche con misure a sostegno delle imprese. È una sfida comune, che richiede collaborazione e visione. Un’altra emergenza – ha concluso Rugna – riguarda la carenza di manodopera specializzata. Dobbiamo intervenire con urgenza per formare nuove competenze: è un tema strategico per la tenuta del nostro comparto (a. c.)

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