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l’inchiesta della gdf

Il «sistema Scorcia» alla Dulbecco: visite e operazioni oculistiche senza ticket e prenotazioni

Al paziente sarebbe bastata la visita nello studio privato per avere una “corsia preferenziale” a carico del sistema sanitario pubblico

Pubblicato il: 01/07/2025 – 19:15
di Giorgio Curcio
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Il «sistema Scorcia» alla Dulbecco: visite e operazioni oculistiche senza ticket e prenotazioni

CATANZARO Cataratte, trapianti di cornea, distacco della retina. Tutti interventi oculistici che richiedono una visita specialistica ambulatoriale, poi l’inserimento in un’apposita lista d’attesa e la prenotazione al CUP. Non nel Reparto di Oculistica all’A.O.U. “Dulbecco” di Catanzaro. Qui, infatti, bastava aver effettuato una visita a pagamento nello studio privato del primario per essere operati nel giro di qualche settimana: senza prenotazioni e senza ticket ambulatoriali. Costo? 200 euro la prima visita, fino a 400 in caso di intervento e ulteriori soldi da sborsare per le visite successive.

Il sistema Scorcia

È questo il sistema ben collaudato che avrebbe consentito di incassare «ingiusti profitti» dovuti ad interventi medici necessari. Il «modus operandi» scoperto dagli uomini della Guardia di Finanza di Catanzaro che vede al centro Vincenzo Scorcia (cl. ’77), direttore del Reparto di Oculistica all’A.O.U. “Dulbecco” di Catanzaro e la segretaria dello studio medico privato di Scorcia, Maria Battaglia detta “Carmen” (cl. 75). I due – tra i 12 indagati dell’inchiesta della Procura del capoluogo calabrese – sono finiti agli arresti domiciliari su ordine del gip di Catanzaro, Chiara Esposito.

«L’assoluta urgenza dell’intervento»

I finanzieri sono convinti di aver fatto luce su un sistema tanto semplice quanto molto ben orchestrato. Il paziente, o anche un suo familiare, di sua iniziativa o su indicazione di un altro medico, contattava la segretaria Battaglia per prenotare una visita oculistica specialistica con il prof. Scorcia. Nella maggior parte dei casi il medico prospettava al paziente «l’assoluta urgenza» e «necessità dell’intervento», precisando sin da subito che se ne sarebbe occupato lui. Step successivo, il pagamento. Per come è emerso dall’inchiesta, il paziente si rivolgeva alla segretaria Battaglia, deputata «all’incasso della somma seguendo un tariffario prestabilito», in base alla volontà del paziente di sottoporsi all’intervento e alla tipologia. 

L’intervento senza prenotazioni

Una volta passati all’incasso, il nominativo del paziente privato veniva poi girato allo studio del Reparto di Oculistica per il successivo inserimento nelle “Agende di prenotazione” e nelle liste operatorie. Al momento dell’intervento, il paziente (privato) doveva poi presentarsi presso l’Azienda ospedaliera per il pre-ricovero e poi l’operazione chirurgica, effettuata dal primario Scorcia ma, come riporta il gip nell’ordinanza, «senza prenotazione al CUP e senza il pagamento del ticket ospedaliero». Anche il decorso post-operatorio avveniva privatamente nello studio del primario Scorcia. Il «sistema Scorcia» sarebbe stato ricostruito dagli inquirenti anche grazie alle dichiarazioni raccolte e rese dai pazienti o dai loro familiari, in grado di descrivere in maniera dettagliata la dinamica dei fatti, le modalità di fissazione degli appuntamenti, le somme di denaro versate, lo svolgimento degli interventi presso l’ospedale e le successive visite private.

«Ingiusto profitto»

Per il gip di Catanzaro, «sussiste l’artifizio» nel momento in cui al paziente veniva riferito che «le somme di denaro percepite dai pazienti servivano per essere inseriti nelle liste d’attesa funzionali all’esecuzione dell’intervento», nonostante lo stesso fosse effettuato con costi a carico del Sistema sanitario nazionale. Per il gip, dunque, «la condotta ingannatoria posta in essere determina un ingiusto profitto a vantaggio degli indagati con pari danno per i pazienti stessi». (g.curcio@corrierecal.it)

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