Congresso Pd a Cosenza, Ciacco e Alimena: «La politica non ha età, ma principi»
«Congressi fantasma» e «brogli». «E allora, suvvia un po’ di serietà: il congresso non l’ha vinto Lettieri»

COSENZA «Prima ancora che qualificarci per le nostre funzioni istituzionali, capigruppo del PD alla Provincia e al Comune di Cosenza, ci teniamo a rappresentarci come due giovani, uno poco piú di vent’anni e l’altro poco piú che trenta. Nel Partito Democratico di Cosenza si è appena chiuso un congresso importante, partecipato, a tratti acceso.
Ma più che lo scontro politico, a colpire è stata una narrazione che alcuni hanno voluto costruire: quella di un presunto rinnovamento generazionale contrapposto a un presunto passato da archiviare. In nome di questa ingannevole immagine, avrebbero voluto decretare l’esito finale del congresso provinciale di Cosenza, scimmiottando il “non ci hanno visto arrivare”. Ma arrivati da dove? Dal “partito che non c’è”? Infatti, nel Savuto, sono stati attribuiti 2 seggi, con solo i 40 voti degli iscritti di Aiello Calabro, in un collegio in cui in altri 13 comuni, tra cui Rogliano, il PD è letteralmente scomparso. Allo stesso modo si sono attribuiti altri 2 seggi nel collegio del basso Jonio facendo risultare a Mirto-Crosia sempre con il numero magico dei 40 voti, facendo sparire i voti reali che erano stati dati a Le Fosse. 4 seggi, esattamente la differenza tra i due candidati, riportata dalla farlocca proclamazione dei risultati fatta da una improbabile Commissione di garanzia.
Per non parlare poi dei congressi fantasma di San Giovanni in Fiore e Rende, dove sarà chiamata la magistratura ad accertare eventuali brogli elettorali. E allora, suvvia un po’ di serietà: il congresso non l’ha vinto Lettieri. La vera questione che emerge, politica prima ancora che numerica, è che la rappresentazione di questo congresso dovrebbe indurci a dire che non ha vinto nessuno, forse rischiamo di aver perso tutti, se dietro gli slogan sul “nuovo”, si nascondono le pratiche più vecchie e stantie della politica. Altro che rottamazione: abbiamo assistito alla riesumazione di metodi che nulla hanno a che fare con l’etica democratica. Abbiamo visto seggi in cui si sono verificati evidenti irregolarità, pacchetti di tessere mossi come se la partecipazione fosse una merce di scambio e non un atto libero e responsabile. E allora diciamolo chiaramente: non basta avere pochi anni per essere il volto del futuro. Perché se i metodi sono quelli del peggiore passato, l’anagrafe non salva nessuno. Il rinnovamento non è questione di età, ma di idee, coerenza e stile.
E in questo congresso, chi ha parlato di rinnovamento troppo spesso ha agito con il cinismo e l’opacità di chi la politica l’ha imparata male e in fretta. E allora non ci nascondiamo dietro etichette generazionali. Abbiamo un’idea di partito aperto, radicato, popolare, che non si piega ai capricci di piccoli potentati travestiti da giovani promesse.
Il Partito Democratico ha bisogno di coraggio. Il coraggio di fare pulizia nei comportamenti, non di usare la parola “nuovo” come un paravento dietro cui continuare pratiche di bassa manovalanza politica. Chi è stato protagonista di irregolarità e scorrettezze dovrebbe avere l’umiltà di tacere, non il coraggio di pontificare. Se questa è la nuova classe dirigente che si propone, allora abbiamo il dovere di vigilare, denunciare e ricostruire. Perché la politica vera non ha età: ha principi». E’ quanto riferiscono, in una nota, Francesco Alimena capogruppo Pd comune di Cosenza e Giuseppe Ciacco, capogruppo Pd Provincia di Cosenza.