Alla Dulbecco «l’attività parallela» di due medici in un laboratorio non accreditato dalla Regione
Fari della GdF puntati su due società private per prestazioni sanitarie. Una in liquidazione, l’altra mai accreditata dal dipartimento Salute

CATANZARO Avrebbero svolto «attività professionale extraistituzionale non autorizzata» dall’Ente di appartenenza «a favore di committenti e cliniche private», violando così alcuni aspetti del contratto con l’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro – attivato assistenzialmente in rapporto di esclusività presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria “Renato Dulbecco”, senza aver comunicato «lo svolgimento di attività incompatibili con tale regime contrattuale». Sono queste in buona sostanza le accuse rivolte dalla Procura di Catanzaro ad Andrea Bruni (cl. ‘87) ed Eugenio Garofalo (cl. ’87), tra le 12 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto del primario di Oculistica dell’AOU “Dulbecco” di Catanzaro, Vincenzo Scorcia.
Le accuse del gip
Secondo il gip del tribunale di Catanzaro, Bruni e Garofalo, entrambi anestesisti presso l’Azienda Ospedaliera, sono stati dapprima ricercatori e poi docenti (professore Associato) a tempo pieno e a tempo indeterminato del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, con attivazione assistenziale in regime di esclusività presso l’Azienda Ospedaliere-Universitaria. Entrambi, però, «avrebbero continuativamente e indebitamente svolto attività libero-professionale sanitaria presso committenti privati» quali liberi professionisti ed hanno rivestito cariche societarie, in violazione della disciplina vigente in materia di incompatibilità.
I rapporti lavorativi “esclusivi”
Nel mirino della Guardia di Finanza di Catanzaro i rapporti lavorativi dei due medici, legati essenzialmente alle attività svolte all’interno di due società che sarebbero state fondate proprio dai due professionisti: la “Medical Service Società tra Professionisti Srl” e la “Unilab Srl”. Secondo l’accusa, entrambi avrebbero occultato di aver ricevuto compensi legati all’attività professionale svolta attraverso le due società. Andrea Bruni avrebbe percepito indebitamente dall’AOU “Dulbecco” 62.357,05 euro per il periodo 2021-2024 mentre Garofalo 75.765,53 euro nel periodo 2020-2024.
Il reato ipotizzato per entrambi, dunque, è quello di truffa come riporta il gip nell’ordinanza che ha disposto contestualmente il sequestro di beni pari alle cifre che, secondo il gip, avrebbero percepito indebitamente.
La clinica mai accreditata
Fari puntati sulla “Unilab Srl” con sede legale a Santo Stefano di Rogliano, in provincia di Cosenza. Così come è emerso dall’inchiesta della Guardia di Finanza, la società era stata fondata il 22 settembre del 2018 tra Andrea Bruni, Eugenio Garofalo e altri medici, tra cui il fratello di Bruni e la sorella di Garofalo. Due anni dopo, è il 19 marzo 2020, l’assemblea dei soci deliberava il passaggio dalla forma di “SRL semplificata” a quella ordinaria, con l’aumento di capitale da 100 a 55.100 euro e da 55.100 a 175mila euro, mediante pagamento e, quindi, di 119.900 euro attraverso «l’emissione di quote di nuova emissione offerte in sottoscrizione ai soci in proporzione alla quota da ciascuno di essi posseduta», annota la Guardia di Finanza.
Poi, a seguito dell’istanza presentata il 17 novembre 2020, la società aveva ottenuto l’autorizzazione dal Dipartimento Tutela della salute e Servizi Sociali e Socia-Sanitari della Regione Calabria per l’erogazione di una serie «prestazioni delle branche specialistiche ambulatoriali», con un decreto dirigenziale del 23 settembre 2021, senza aver mai ottenuto invece l’accreditamento dal dipartimento Salute. Poi, con un verbale di assemblea datato 29 settembre 2021, Bruni avrebbe lasciato l’incarico di amministratore unico al fratello.
La società in liquidazione
Dalle indagini effettuate dai finanzieri sulla “Medical Service Società tra Professionisti Srl”, sarebbe emerso il ruolo di Andrea Bruni quale socio-professionista della società, costituita il 23 gennaio 2021 tra Bruni, Garofalo e Antonio Giacomelli (anche lui tra gli indagati nell’inchiesta) mentre quale amministratore unico era stato nominato il padre di Garofalo. Poi il 6 marzo 2021 è stata deliberata la sostituzione dell’oggetto sociale esistente con quello esclusivo «dell’esercizio dell’attività professionale di medico specialista in anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore», come da accertamenti della Guardia di Finanza. La parola fine sulla società verrà scritta l’1 dicembre del 2023 quando i due Bruni e Garofalo – rappresentati del 96% del capitale sociale – deliberavano lo scioglimento anticipato della società in parola con la successiva messa in liquidazione. (g.curcio@corrierecal.it)
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