CROTONE «La vicenda della Bonifica del SIN di Crotone merita chiarezza per impedire mistificazioni ed operazioni tese a giustificare e coprire gravi responsabilità rispetto ai ritardi accumulati in questi anni di omessa bonifica. Basta chiacchiere e passerelle». E’ quanto si legge in una nota del Comitato “Fuori i veleni. Crotone vuole vivere”.
«Dopo oltre cinque anni dalla Conferenza dei Servizi decisoria che ha approvato il Piano di bonifica ed il conseguente Dm n. 7/ 2020 – prosegue la nota – Eni Rewind avvia ora la bonifica per soli 40 mila metri cubi annunciando il trasferimento dei rifiuti rinvenienti in un apposito impianto sito in Svezia. Quindi la disponibilità di impianti all’estero, fino a qualche mese fa negata, c’è, così come evidentemente c’era anche in questi anni! Ciò a riprova del fatto che la nostra insistenza di avviare la bonifica con il conferimento dei veleni fuori dalla Calabria nel rispetto del Piano di bonifica approvato cinque anni fa, era fondata e non ‘lunare’ come qualche personaggio ‘convertito’ ai voleri di Eni affermava». «In tutti questi anni – sostiene il Comitato – si è cercato di ribaltare quella decisione raccontando bugie sull’inesistenza di discariche in Italia e in Europa attrezzate a ricevere i veleni del Sin di Crotone. Utilizzando questo argomento, in questi mesi hanno cercato di annullare o ‘raggirare’ il vincolo del Paur che invece si è dimostrato uno strumento utile ed invalicabile a difesa della nostra comunità e del territorio. Per questo non ci stanchiamo di ribadire con forza che il Paur deve essere rispettato ed applicato. Dopo l’annuncio di Eni che una prima parte di rifiuti andranno in Svezia, il direttore generale del ministero sente la necessità di convocare un incontro pubblico addirittura assembleare, per consentire ad Eni di illustrare le attività di scavo. Piuttosto ci saremmo aspettati dal Ministero atti concreti nei confronti di Eni Rewind per: garantire le dovute misure di sicurezza per i lavoratori impegnati nella bonifica e per l’intera cittadinanza; attivare allo scopo il monitoraggio ed i controlli previsti dalla legge ed in particolare dal Decreto L.gs 101/2020, impegnando e rafforzando gli Istituti pubblici competenti; la presentazione di un programma completo e puntuale di bonifica del Sin con indicazione degli impianti di trattamento dei veleni e tempi di realizzazione dell’intera bonifica».
«Per queste semplici ragioni – conclude la nota – questo Comitato ritiene di dover ricordare ad Eni Rewind e al dg del Mase Proietti quanto previsto dalle leggi in materia di sicurezza e di controllo sulle operazioni di bonifica che siamo sicuri conoscono bene. Anche per questo non si comprende a quale fine è stato convocato l’incontro di martedì 8 luglio su questa problematica. Eni Rewind deve svolgere le operazioni nel rispetto delle norme sulla sicurezza in materia di bonifica. Il Mase e chi lo rappresenta deve pretendere il rispetto delle leggi e far si che vengano esercitati i controlli ed il monitoraggio. Le Istituzioni locali devono svolgere vigilanza attiva a tutela della salute dei cittadini e del contesto ambientale e territoriale».
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