«Esiste una sanità fatta di eccellenze e una percepita». Il primo storico intervento di Chemio Ipertermia a Cosenza
Il racconto del dottore Michele Morelli. La tecnica per asportare il tumore ovarico e l’emozione di avere in sala gli specializzandi

COSENZA «Esiste una sanità reale fatta di sacrifici, eccellenti professionalità, team multidisciplinari, dedizione al paziente e, purtroppo, esiste una sanità percepita. Per quanti sforzi possiamo fare, se la popolazione non riuscirà a comprendere l’esistenza di una buona sanità anche in Calabria, continueremo ad assistere alla migrazione dei pazienti impegnati alla continua ricerca di Eldorado». Michele Morelli – ricercatore Unical responsabile di Ginecologia Oncologica all’Annunziata di Cosenza – in una intervista al Corriere della Calabria ripercorre le tappe di un delicatissimo intervento chirurgico eseguito nei giorni scorsi su una paziente, di 73 anni, affetta da un tumore ovarico avanzato al IV stadio che in una prima fase diagnostica era risultato inoperabile. L’intervento è perfettamente riuscito, la paziente sta bene e l’approccio standardizzato effettuato è risultato risolutorio. «E’ l’ennesimo esempio di buona sanità, in Calabria ci si può curare», sottolinea ancora Morelli.
La Chemio Ipertermia
La tecnica adottata da Morelli è complessa come la patologia: il tumore ovarico è considerato uno dei big killer silenziosi, perché spesso viene diagnosticato quando è già in uno stadio avanzato. «Non esiste una vera prevenzione, se non un controllo precoce che le donne possono eseguire ecograficamente. L’esordio della malattia è in linea generale già in uno stadio avanzato, come nel caso specifico trattato a Cosenza», spiega. In questi casi, il trattamento è combinato. «La chemioterapia è in qualche modo preparatoria (nei casi più avanzati) all’intervento chirurgico» che poi «deve essere veramente demolitivo». Alcuni casi, come quello della 73enne, consentono alla paziente di poter beneficiare dell’utilizzo della Chemio Ipertermia Intaraperitoneale.
Un intervento unico a Cosenza
Il dottore Morelli avvolge il nastro dei ricordi. «Già 20 anni fa, insieme al professor Prati, presso la Fondazione Tommaso Campanella, abbiamo iniziato un percorso di Chemio Ipertermia – ovviamente non standardizzato – su una paziente». L’intervento portato a termine con successo nelle scorse ore all’ospedale di Cosenza è «il primo caso in cui si segue un protocollo legato ad uno studio della cavità peritoneale e la standardizzazione della tecnica, così come viene suggerita dai protocolli e dagli studi scientifici». Il successo è frutto di un lavoro di equipe che ha garantito un’opportunità unica agli specializzandi. «La cosa più emozionante è stata vedere la sala operatoria piena di giovani medici in formazione vogliosi di crescere. A fine intervento (durato 12 ore, ndr), hanno applaudito non solo per il risultato raggiunto, ma per la possibilità di formazione che abbiamo offerto», aggiunge Morelli. Che prosegue: «E’ bellissimo vedere gli occhi appassionati di questi giovani studenti che qui, a Cosenza, possono davvero imparare». Non solo sui libri, gli specializzandi hanno avuto la possibilità di essere protagonisti in sala operatoria. «L’ultimissimo step l’ho eseguito insieme agli specializzandi di chirurgia generale e allo specializzando di ginecologia», chiosa Michele Morelli. (f.benincasa@corrierecal.it)
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