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Il Cosenza calcio e l’apatia collettiva: il vero capolavoro di Guarascio

Sfiancare le rivolte e le contestazioni: il patron sembra stia vincendo portando tutti allo sfinimento emotivo. Lo stadio, presto, sarà lo specchio perfetto di questa resa

Pubblicato il: 06/07/2025 – 8:31
di Francesco Veltri
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Il Cosenza calcio e l’apatia collettiva: il vero capolavoro di Guarascio

COSENZA C’è una qualità quasi artistica nel modo in cui il Cosenza calcio, versione Eugenio Guarascio, riesce a far parlare di sé anche quando tace. Un talento raro: quello di restare protagonista in assenza di trama, cast e regia. Un po’ come certi romanzi del Novecento, in cui il vero dramma è tutto interiore, sommerso, affidato a gesti mancati e parole non dette. Solo che qui non c’è né Svevo né Pirandello. Solo il calcio, quello sgangherato di via degli Stadi.
I fatti ormai sono noti, quasi scolpiti nella pietra: una retrocessione in serie C già annunciata da mesi come se fosse una formalità, seguita da vaghe promesse di vendita della società, smentite dai fatti e accompagnate da un “programma” tecnico talmente trasparente da risultare invisibile. Poi, dopo un silenzio da monaco certosino, ecco il triplice annuncio in poche ore: via Micai (che aveva già salutato via social con almeno dieci ore di anticipo), seguito dagli addii di Alvini e Delvecchio. Il tutto senza uno straccio di piano, quantomeno apparente, per la stagione che verrà. Addirittura c’era chi si era spinto oltre ipotizzando ottimisticamente l’annuncio immediato dei nuovi ds e allenatore più o meno sbloccati (Delvecchio verrà pagato senza lavorare) dalle grane dei contratti precedenti.
Invece niente, ci si casca sempre, come se il calcio a queste latitudini sia un fatto normale.
L’unica certezza, seppure non comunicata, riguarda Luigi Micheli, il consulente finanziario chiamato a sistemare i conti societari lo scorso inverno, entrato a tutti gli effetti nello staff dirigenziale come uomo di fiducia di Guarascio. Mentre Rita Scalise non dovrebbe più essere l’amministratore unico.

Ritiro e apatia

Lorica dovrebbe ospitare la preparazione precampionato tra pochi giorni – il 15? – ma con quale squadra, tecnico e direttore sportivo non è dato sapere. Si attendono novità, dicono. A brevissimo, aggiungono, per una semplice questione di tempi tecnici che – maledetti – non permettono a Guarascio e soci di godersi un altro po’ di meritato riposo estivo. I nomi, nel frattempo, svolazzano nell’etere calcistico dei siti specializzati di calciomercato con l’eleganza di farfalle smarrite: Braglia (che nessuno, ad oggi, ha mai contattato), scrivono che sia in pole position su Bisoli, Lucarelli e chissà chi altro. Insomma, un casting da commedia dell’assurdo. E per la direzione sportiva? Si mormora di Roma, Musumeci, Cerri, Conti e altri interpreti di questo eterno balletto di ombre.
In mezzo a tutto ciò, l’unico gesto concreto è arrivato dalla società civile: l’associazione “Cosenza nel Cuore”, per voce dell’avvocato Antonello Aprile, venerdì scorso ha segnalato alla Figc e alla Lega Pro presunte violazioni dell’articolo 7 del Codice Etico federale. Tradotto: scarsa – per non dire assente – trasparenza sulla governance societaria, sul progetto sportivo e sulle sorti del club. Una denuncia che suonerebbe come un campanello d’allarme in qualsiasi altro contesto. Ma a Cosenza, ormai, sembra il rintocco stanco di una campana che non scuote più nessuno.
A cominciare proprio dal patron Guarascio, imperturbabile come un busto romano. La città chiede da mesi un suo passo indietro, ma lui resta, inamovibile, come se il Cosenza fosse un affare privato, più che una passione pubblica. Ma anche questa, ormai, è una vicenda stanca a cui tutti si sono abituati.
La verità è che ormai l’indifferenza ha pervaso l’intera città, colpendo tutti: dalla politica — con il sindaco in prima linea — che per mesi ha interpretato il ruolo dell’attore coinvolto, ma solo a parole, tra discorsi intrisi di retorica e l’assenza totale di azioni concrete; fino alla piazza e alla stampa, che continuano a raccontare l’irraccontabile con un tono sempre più apatico e rassegnato. Ogni tanto affiora qualche guizzo di speranza, qualche lampo di vivacità, ma viene puntualmente spento dall’assenza ostinata e provocatoria di Guarascio. Lo abbiamo scritto più volte, e forse è proprio questo il suo obiettivo: condurre la città allo sfinimento emotivo, all’apatia, all’oblio della rabbia. E, bisogna ammetterlo, ci sta riuscendo benissimo.
Si va avanti, dunque, in questo modo, con un campionato che si avvicina con la consapevolezza che, anche stavolta, per le gioie bisognerà attendere tempi e fortune sfacciate (vedi estate 2018) migliori. Si va avanti così, anche a costo di ritrovarsi tra poco più di un mese con uno stadio “San Vito-Marulla” pieno di seggiolini, di un rossoblù ormai pallido, sbiadito, tutti liberi, visibili a favore di telecamere. Dal primo all’ultimo, nessuno escluso. (f.veltri@corrierecal.it)

Foto Cosenza calcio

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