Pd Cosenza, se Le Fosse non sfonda neanche nel suo “feudo”
Nella Corigliano del candidato sconfitto da Lettieri una vittoria non netta e molti astenuti. Le ricadute del congresso dem sulle Regionali

COSENZA «Am’i fa l’operazione». Che fossero il Crati navigabile, la città unica (lui ne parlava già nel 2003) o le alleanze per le comunali, Nicola Adamo è stato da sempre il tessitore astuto delle manovre politiche di Cosenza e provincia. Ora l’esito del tormentato congresso del Pd cosentino ridimensiona la potenza del blocco “Adamo ed Enza” (Bruno Bossio) a favore di una squadra di giovani amministratori sostenuti da un altro duo (Bevacqua-Iacucci, con il primo a fare il portatore di tessere e ora in attesa di incassare i dividendi della vittoria di Matteo Lettieri, magari in ottica Parlamento).
Stavolta la strategia – l’operazione – di Adamo era chiara: bypassare un capoluogo sempre più de-nicolizzato (l’area esprime comunque due consiglieri comunali a Cosenza, uno dei quali – Ciacco – anche provinciale, oltre a controllare il circolo e la segreteria uscente ovvero Caligiuri e Pecoraro) puntando su un nome di superamento scollato da Cosenza, un militante di lunga data Cgil-Pci e poi Pds-Ds-Pd (Pino Le Fosse è stato anche nella struttura di Franco Pacenza assessore regionale alla Sanità); poi chiudere la partita nei grandi circoli, in modo da minimizzare il lavoro e massimizzare il risultato. Ma stavolta la tattica di Nicola Adamo – la cui astuzia e visione politica sono riconosciute dai suoi stessi oppositori interni – si è rivelata fallace e, ove mai si fosse celebrato ieri per come deliberato dalla commissione regionale, sarebbe stato ininfluente l’esito del congresso di Mirto Crosia, annullato dopo il ricorso dello stesso Le Fosse, ininfluente ai fini del risultato finale proprio come i 13 voti annullati a Lettieri a Rende e assegnati allo sfidante (risultato finale 105-13).
Quella di Lettieri è stata una vittoria costruita nei territori, come si dice da formula trita del lessico politico, ma a parte alcune enclave (si veda la Amantea fedele a Bruno Bossio) l’asse Capalbo-Adamo ha scricchiolato non solo nella Presila fedele al neosegretario per questioni di provenienza e nonostante alcuni colleghi (Monaco, sindaco di Spezzano) fossero sul fronte opposto: interessante a tal proposito il dato di Le Fosse che nella sua città (Corigliano) totalizza 114 voti contro gli 85 di Lettieri mentre – ciò che più colpisce – ben 68 iscritti non hanno votato, come a voler mandare un messaggio di non adesione al progetto.
L'”operazione” indicata o meglio imposta dal capoluogo non è piaciuta nell’area in cui il Pd già non aveva di fatto partecipato alle ultime amministrative che hanno incoronato per la seconda volta Stasi sindaco (con Iacucci andato a mettere il cappello su una vittoria pur monca del risultato della lista dem, presente però con il simbolo a differenza di quanto sarebbe accaduto un anno dopo nella Rende conquistata dai socialisti): in ottica Regionali, adesso, il vasto e ricco territorio jonico potrebbe sedere al tavolo dei papabili candidati governatori addirittura scegliendo tra due “homini novi” – ognuno con storie e aspettative peculiari – ovvero lo stesso sindaco di CoRo e Pasquale Tridico, forte del consenso alle ultime Europee e al lavoro (carsico) con il suo think tank Asprom, che sulla carta però non pensa alle urne e dunque tocca crederci. Con Le Fosse vincente, i suoi sponsor avrebbero potuto battere i pugni, su quel tavolo. Ma quella ormai è una partita che giocheranno altri. Salvo nuove “operazioni”. (redazione@corrierecal.it)
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