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«Mettete le carte a posto con gli amici». Una condanna per la tentata estorsione alla De Nisi Srl

Michele Manco è l’unico condannato nel processo contro le nuove leve della ‘ndrangheta. L’avvertimento sul cantiere e la denuncia dell’imprenditore

Pubblicato il: 11/07/2025 – 15:24
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«Mettete le carte a posto con gli amici». Una condanna per la tentata estorsione alla De Nisi Srl

VIBO VALENTIA Sei assoluzioni e un’unica condanna inflitta a Michele Manco: è la sentenza, emessa qualche giorno fa, nel processo contro le “nuove leve” della ‘ndrangheta vibonese, che secondo l’accusa avrebbero portato avanti diverse estorsioni o tentate estorsioni nei confronti di imprenditori della provincia. Accuse crollate in primo grado su decisione del Tribunale collegiale di Vibo Valentia, eccetto quella per il 37enne condannato a 6 anni e 3 mesi di reclusione oltre al risarcimento delle ditte interessate costituitesi parti civili, ovvero la la De Nisi Srl, Costruzioni Lucia Srl, la Stagno Aedil Srl e Alessandro Cirillo per la Edil Costruzioni Srl.

La tentata estorsione alla De Nisi Srl

Regge, in particolare, l’accusa di tentata estorsione avvenuta ai danni della ditta De Nisi Srl, costituitasi parte civile e rappresentata dall’avvocato Franco Giampà. L’impresa tra il 2021 e il 2022 era impegnata nei lavori di Ecobonus 110% in alcuni condomini insieme alla Edil Costruzioni Srl. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, nel mese di febbraio Manco si sarebbe avvicinato al cantiere intimando al personale di «mettere le carte a posto con gli amici». Una minaccia rinforzata dalla vicinanza, secondo gli inquirenti, con la cosca di ‘ndrangheta dei Pardea Ranisi, alla quale le ditte avrebbero dovuto corrispondere una cospicua somma di denaro per il solo motivo che il cantiere fosse sul territorio di riferimento del clan. Nella condanna di Manco, assolto invece dall’accusa di associazione mafiosa, è stata riconosciuta l’aggravante per la tentata estorsione contro la ditta di De Nisi. Nel corso del processo lo stesso Maurizio De Nisi aveva testimoniato in aula, ribadendo come fosse stato lui stesso a rivolgersi alla Guardia di Finanza denunciando l’accaduto. (ma.ru.)

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