I nuovi ospedali. La “svolta” di Palmi e il segno di un passato (forse) alle spalle
Lo stato dell’arte delle tre infrastrutture, in vista l’apertura del cantiere nella Piana di Gioia Tauro. Dalla nomina del commissario l’impressione è quella di un iter ora più serrato

LAMEZIA TERME Uno step atteso da quasi 18 anni. Come annunciato nei giorni scorsi, sta per partire il cantiere per la costruzione del nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro localizzato a Palmi. Una grande “scommessa”. In generale e nel particolare di questa singola infrastruttura rimasta più indietro delle altre due – il nuovo ospedale della Sibaritide e il nuovo ospedale di Vibo Valentia – concepite nel 2007, anno della prima grande e drammatica emergenza della sanità calabrese, quell’emergenza che portò alla firma di un accordo di programma tra governo nazionale e Regione che solo negli ultimissimi anni ha finalmente visto una decisa accelerazione, dopo ritardi, “zone d’ombra” e orrori burocratici. Una “scommessa” soprattutto per il presidente della Regione Roberto Occhiuto, commissario alla sanità e da marzo anche commissario per l’edilizia sanitaria (o emergenza ospedaliera), nominato – su suo input – proprio per sprintare soprattutto sulla realizzazione dei tre nuovi ospedali potendo contare su procedure più snelle in deroga alle procedure normali, che si sono rivelate vere e proprie pastoie («per una variante al Pef ci si impiega anche un anno e mezzo e non è accettabile», rilevò un giorno lo stesso Occhiuto).

I dati delle determine
Da marzo a oggi la struttura commissariale per l’edilizia sanitaria ha prodotto 19 determine, tra cui quella che ha composto la struttura tecnica organizzativa che affianca il commissario Occhiuto. Si tratta essenzialmente di determine di liquidazione dei Sal, ma sono comunque il segnale di un iter che procede e procede in modo più serrato, rispetto alla sensazione di lentezza e a volte di immobilismo che ha afferrato nel passato. Quattro sono le determine che hanno riguardato il nuovo ospedale della Sibaritide, il progetto con lo stato di avanzamento migliore (qualcuno ha “sparato” il 70%, realisticamente si è intorno al 50%), sei le determine che hanno riguardato il nuovo ospedale di Vibo Valentia, il cui cantiere è stato “disincagliato” definitivamente ad aprile: nell’ultimo Defr della Regione per questi due presìdi si è stabilita come data di conclusione dei lavori il 2027, per Sibari Occhiuto non esclude anche prima. Infine, tre determine del commissario hanno riguardato il nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro, tra queste quella forse decisiva adottata a maggio, l’approvazione del progetto definitivo. Ora per l’infrastruttura pianigiana è ormai dietro l’angolo dello start che sembrava oggettivamente impossibile, a un certo punto di questa storia che risale a ben quattro legislature regionali fa. Un’odissea che solo adesso vede un po’ l’orizzonte più chiaro. «La necessità di recuperare i ritardi nella realizzazione dei tre nuovi ospedali ha reso indispensabile da metà 2024 un intervento straordinario orientato ad imprimere un’accelerazione alle attività legate agli adeguamenti progettuali, ai connessi adempimenti tecnico-amministrativi nonché alla copertura delle nuove necessità economiche emerse», si leggeva sempre nell’ultimo Defr della Regione, approvato a fine anno in Consiglio. I prodromi di quello che poi sarebbe stato concretizzato nei mesi successivi, con la nomina – molto contestata, peraltro – di Occhiuto qualche commissario per l’emergenza ospedaliera da parte della Protezione civile dopo il commissariamento decretato dal Consiglio dei ministri. I passi successivi hanno riguardato anche la “stretta” antimafia con l’operatività della Struttura di prevenzione del ministero dell’Interno: un passaggio fondamentale, anzi necessario, visto il rischio infiltrazioni, danneggiamenti e incendi, come quelli ai danni del cantiere del nuovo ospedale della Sibaritide che hanno indotto a una prima risposta dello Stato molto forte (il cantiere sarà sorvegliato giorno e notte con pattugliamenti continui delle forze dell’ordine ed è previsto un presidio fisso con operatori incaricati di controllare ogni accesso e ogni movimento sospetto). Probabilmente un “precedente” utile da seguire, se del caso, anche a Vibo e nella Piana di Gioia Tauro. Perché quella dei tre nuovi (grandi) ospedali è una “scommessa” che la Calabria non può permettersi di perdere. (a. cant.)

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