Nuovo rogo alla Valle del Marro, Irto: «Difendiamo chi lavora sui beni confiscati»
Il Pd Calabria condanna il gesto criminale. Chiesto un impegno straordinario dello Stato. Libera Terra: «Il nostro impegno non verrà mai meno»

REGGIO CALABRIA «È inaccettabile l’ennesimo attacco alla cooperativa sociale “Valle del Marro”, presidio di legalità e giustizia sociale. La criminalità tenta di spegnere la speranza, ma troverà un muro di resistenza civile e democratica». Lo afferma a nome del Pd Calabria il senatore Nicola Irto, segretario del partito, dopo l’ultimo incendio doloso ai danni di un terreno gestito dalla cooperativa sociale “Valle del Marro”, da oltre 20 anni attiva nel riuso produttivo dei beni confiscati alle mafie. «Colpire Valle del Marro – sottolinea Irto – significa colpire tutti noi, la Calabria migliore, quella che ha scelto di stare dalla parte dello Stato, dei diritti e del riscatto. Il Pd Calabria esprime piena e incondizionata solidarietà al presidente della cooperativa, ai lavoratori e a tutta la rete che ne sostiene l’impegno». «Serve una reazione ferma e visibile da parte delle istituzioni. La tutela dei beni confiscati va garantita con misure straordinarie, controlli e una mobilitazione collettiva. Chi semina giustizia non può essere lasciato da solo. Il Pd Calabria sarà in ogni sede accanto a Valle del Marro e continuerà a battersi – conclude Irto a nome dei dem calabresi – affinché le terre sottratte ai clan restino luoghi di libertà, di diritti e di futuro».
La denuncia di Libera Terra
L’incendio – spiega Libera Terra in una nota – che ha colpito l’uliveto confiscato di 11 ettari in località Baronello, frazione di Castellace, nel Comune di Oppido Mamertina, ha distrutto circa 830 alberi su quasi 4 ettari dell’appezzamento. Le fiamme hanno interessato in particolare la parte pianeggiante, dove si concentrava la maggior parte del raccolto. Si tratta dell’ennesimo incendio negli ultimi due mesi in cui «abbiamo assistito a numerosi attacchi a beni confiscati alle mafie gestiti da cooperative sociali, in Campania, Lombardia, Calabria e Sicilia. In particolar modo due cooperative del circuito di Libera Terra, in Calabria e in Sicilia, hanno subito gravi intimidazioni: incendi, tagli di ulivi secolari, furti, danneggiamenti ai mezzi agricoli», spiega Libera Terra. La cooperative Valle del Marro Libera Terra che coltiva oltre cento ettari di terreni confiscati ai principali clan della ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro, tra i comuni di Oppido Mamertina, Rosarno, Rizziconi, Gioia Tauro e Taurianova e la cooperativa Beppe Montana Libera Terra che gestisce 95 ettari sui Comuni di Belpasso, Ramacca, Motta Sant’Anastasia e Lentini, con il supporto del Consorzio Etneo per la Legalità e lo Sviluppo. Il danno è stato ingente: si stima la perdita di circa 20.000 kg di olive con relativo calo produttivo delle piante, che recupereranno la piena produttività entro i prossimi tre anni. Fiamme che fanno seguito agli incendi di oltre 5 ettari di grano biologico pronti per la mietitura coltivati a Gioia Tauro, e gli oltre 20 ettari bruciati di grano a Coccumella nell’agro del comune di Lentini. «Come Libera siamo vicini alle cooperative ma è chiaro che il susseguirsi di tali atti sono il segnale di una strategia intimidatoria sistematica – prosegue l’associazione – con il chiaro intento di colpire chi lavora con dignità per restituire alla collettività ciò che la criminalità organizzata aveva sottratto e sta realizzando un’economia giusta e sana nel nostro paese . C’è una verità che non viene cancellata con il fuoco: quelle terre sono tornate libere e il nostro impegno non verrà mai meno».
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