La startup criminale di «Kleopatra» Arcorace: la canapa truccata tra Calabria e Germania
Il piano del 36enne studiato nei dettagli, sfruttando una serie di soci riconducibili alla cosca di Guardavalle: dalla sostanza chimica al furgone tedesco

LAMEZIA TERME Un progetto ambizioso per cercare di eludere i controlli fingendo di rispettare tutte le leggi, mantenendo invece un florido business nello spaccio di droga. Un piano ipotizzato da Cesare Antonio Arcorace (cl. ’89) alias “Kleopatra” – latitante dallo scorso gennaio – destinatario di una nuova misura cautelare nel blitz che porta proprio il suo nome. Quello che la Dda di Catanzaro è sicura di aver scoperto è il tentativo di “Kleopatra” di avviare un’attività di coltivazione di canapa legale da modificare, in un secondo momento, aggiungendo sostanze chimiche e poterla poi spacciare. Al contempo dar vita ad un’organizzazione che, seppur complessa, gli avrebbe consentito di importare dall’estero la sostanza chimica necessaria, attraverso una società ad hoc legittimata a compiere viaggi dalla Germania e l’Italia sfruttando «un furgone appositamente provvisto di un doppio fondo».
Il trucco
Per come è emerso dall’inchiesta della Dda di Catanzaro, il progetto sarebbe nato tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. E cioè quando lo stesso Arcorace «avvisa Mario Serra – tra i 59 indagati – che stava attendendo un incontro con i suoi fornitori della “chimica”», la sostanza che sarebbe poi servita per alterare la canapa ed aumentare la percentuale di THC, prevedendo un costo di 5mila euro a chilogrammo. E se da un lato “Kleopatra” si stava organizzando per recuperare la sostanza chimica da tale “Facebook”, preoccupandosi anche di capire bene come funzionasse davvero l’attività di coltivazione legale della canapa avviata da Rosarno da un suo amico, dall’altro aveva avviato i contatti con Bruno Vitale (cl. ’97), altro latitante dal blitz “Ostro” e destinatario anche lui di un nuovo ordine di cattura.
In cerca del furgone
Secondo gli inquirenti, “Kleopatra” lo avrebbe contattato per procurarsi un furgone nel quale, all’interno della cella frigorifera, ricavare un doppio fondo. Un mezzo individuato vicino al confine con il Lussemburgo, ad un prezzo di poco più di 4mila euro mentre la modifica, poi, sarebbe stata effettuata dal cognato di Vitale a Guardavalle. L’attività su più fronti di Arcorace prosegue. Trovato l’accordo per il pagamento del furgone, nel frattempo aveva fatto sapere a Serra di aver «dato inizio ai test di alterazione della canapa blanda, con Serra che procedeva nello stesso modo in Sardegna», annota il gip nell’ordinanza. Test evidentemente andati a buon fine, almeno in parte perché, come raccontato dallo stesso Arcorace a Vitale, dopo aver assunto la canapa alterata con la sostanza chimica che aveva acquistato, lui «aveva dormito per 14 ore di fila» mentre altri soggetti erano finiti addirittura in ospedale. Usandone di meno, «avrebbero notevolmente aumentato i quantitativi ottenendo sostanza di buona qualità che sarebbe stata apprezzata», annota il gip nell’ordinanza. Dalle risultanze investigative sarebbero poi emersi i preparativi del 26 gennaio 2021 per portare in Italia la chimica e quindi per la sistemazione del furgone e del viaggio da effettuare “a staffetta” con il cugino di Arcorace che, pur vivendo in Germania, per soldi aveva accettato l’incarico di guidare il furgone, mentre Cesare Antonio «procedeva a distanza, per controllare la strada e la eventuale presenza di forze dell’ordine».
L’alterazione della canapa
Nel frattempo, Arcorace si muoveva contemporaneamente in tutte le direzioni: mentre modificava il furgone, «procedeva con la alterazione della canapa» scrive il gip nell’ordinanza, dovendo dosare bene la dose chimica. Parlando con Domenico Vitale (cl. ’69) “Kleopatra” si era convinto di dover pensare anche a come trovare un luogo sicuro e riparato per operare la alterazione della sostanza, ponendosi anche il problema di trovare canapa legale di buona qualità. I grattacapi di “Kleopatra” non finivano qui: bisognava infatti capire a chi intestare il furgone col doppio fondo e non avendo alcuno in mente di sua fiducia. Inoltre, era necessario operare la revisione in Germania per poter poi procedere alla immatricolazione in Italia, poi dotarlo della certificazione di idoneità per il trasporto di alimenti. Raccogliendo la disponibilità di una serie di soggetti e soci, per il gip «ne esce quindi una complessiva gravità indiziaria che attinge tutti i soggetti indagati a vario titolo con vari livelli di addentramento e cooperazione» per «elaborare stratagemmi su direttrici di azioni notevoli e su tutti i fronti: dalla coltivazione di canapa lecita, al trasporto di sostanza di adulterazione, alla predisposizione di mezzi di trasporto, finanche all’avvio di una attività commerciale che legittimasse poi i viaggi da e per l’estero». (g.curcio@corrierecal.it)