Le primarie sono ancora valide?
L’Italia ha importato dagli Stati Uniti tante cose sbagliate e alcune giuste. Tra queste ci sono le primarie di coalizione che, essenzialmente, hanno riguardato di più il centrosinistra che il centro…

L’Italia ha importato dagli Stati Uniti tante cose sbagliate e alcune giuste. Tra queste ci sono le primarie di coalizione che, essenzialmente, hanno riguardato di più il centrosinistra che il centrodestra. Ciò per diversi motivi. Nel centrodestra dall’inizio della seconda Repubblica la leadership era saldamente in mano a Berlusconi e non era discutibile. Ma neanche il centrosinistra a livello nazionale praticamente le ha usate. Diverso il discorso periferico. Nelle Regioni, questo strumento di partecipazione è stato spesso valido. Le primarie hanno un senso se sono aperte a tutti. Riservarle solo agli iscritti di partito diventa una regimentazione di minoranze. Legittimo che il centrodestra avendo il presidente uscente ne faccia a meno, considerandolo giustamente il candidato naturale. Se il centrosinistra, invece, vorrà essere competitivo deve farne un appuntamento di democrazia reale. Aprendosi agli elettori. Gli iscritti possono scegliere il segretario di un partito non un candidato a presidente. Si può obiettare che le primarie aperte a tutti potrebbero inficiare il risultato? Molto meno di una competizione interna. E comunque vada un momento di democrazia è sempre meritevole di rispetto.