Consiglio, il centrosinistra attacca sui trasporti. Sì all’Arsai sulle “ceneri” di Corap e Terina
Dibattito sulle linee guida per l’aggiornamento del Piano trasporti del 2016. Il centrodestra: «Con il Ponte sullo Stretto si presuppone l’Av»

REGGIO CALABRIA Vivace dibattito in Consiglio regionale sul tema dei trasporti. A far discutere il documento di indirizzo per l’aggiornamento del Piano regionale, risalente al 2016. Particolarmente critico il Pd, che si è scagliato contro il provvedimento, adottato dalla Giunta regionale e relazionato in aula dal consigliere regionale Pietro Raso (Lega), presidente della quarta Commissione di Palazzo Campanella. Secondo i democrat Amalia Bruni e Raffaele Mammoliti «questo aggiornamento è un mero adempimento burocratico, privo di dettagli sulle fonti di finanziamento certe e privo di una visione e di una pianificazione temporale chiara dei trasporti in Calabria. Serve un deciso cambio di passo». A rincarare la dose il capogruppo dem Mimmo Bevacqua, che ha confermato il voto contrato del gruppo dem stigmatizzando «l’inerzia della Giunta regionale di centrosinistra sul trasporto pubblico locale in questi ultimi anni, nemmeno la gara è stata bandita e nessun centesimo è stato investito, mentre le aree interne si spopolano». A sua volta, il capogruppo M5S Davide Tavernise ha evidenziato soprattutto un passaggio del documento nel quale si cita l’adeguamento della rete dei trasporti calabresi alla futura Alta Velocità «mentre sappiamo – ha rilevato il pentastellato – che non c’è un euro sul tratto calabrese dell’Av, lo stesso Occhiuto ha riferito che manca un miliardo per il tratto che arriva a Praia, che peraltro è ai confini con la Basilicata. Il centrodestra calabrese deve battere i pugni con Roma». A controreplicare lo stesso Raso, che ha ricordato come quello in discussione oggi «non è un aggiornamento del Piano dei trasporti ma una semplice delibera di indirizzo in vista dell’aggiornamento, quanto all’Alta Velocità segnalo che in due anni e mezzo il governo nazionale e quello regionale hanno fatto quello che non si è fatto per 30 anni, e poi con il Ponte sullo Stretto si presuppone la realizzazione dell’Alta Velocità».
Dibattito sull’Arpacal
Critiche del Pd, da parte di Bruni e Mammoliti, anche in riferimento ad un’altra pratica, il Rendiconto dell’Arpacal. Secondo il consigliere regionale le «criticità emergono sulla capacità operativa, la raccolta dei dati sulla differenziata è deficitaria, e poi vi il definanziamento per le risorse destinate al monitoraggio delle acque dei fiumi e dei mari». Secondo Antonello Talerico (Forza Italia) invece «i dati sulla differenziata esistono, sono pubblici e facilmente consultabili nei rapporti periodici prodotti da Arpacal e Ispra. In altri tempi, ci si sarebbe limitati a dire: “basta leggere”. Oggi, pare necessario anche ricordarlo. Quanto alla gestione dell’Agenzia, la documentazione contabile presentata e approvata racconta una realtà ben diversa da quella evocata in aula. I numeri, com’è noto, hanno la testardaggine della verità: spesa per beni e servizi ridotta di oltre 800.000 euro rispetto al 2023, segno – ha rimarcato Talerico – di una razionalizzazione concreta e non declamata». Discussione anche sulla proposta di adeguamento di una legge sul trasferimento dei crediti fiscali derivanti dall’efficientamento energetico del patrimonio edilizio, relazionata da Pietro Molinaro (FdI), presidente della Commissione anti-‘ndrangheta. Secondo Bruni «si tratta di una legge che modifica un testo approvato poco più di un anno fa e portata in discussione senza alcun dato sulla sua attuazione». Il testo ha ottenuto il disco verde della maggioranza.
Nuova sede per l’Arsai
Il Consiglio regionale infine ha approvato una proposta di legge, presentata dal vicepresidente di Palazzo Campanella, Pierluigi Caputo (Forza Azzurri-Forza Italia), che modifica la legge istitutiva dell’Arsai (legge 16 del 2024), «al fine di consentire il pieno avvio e la conseguente operatività dell’Agenzia», nata a sua volta sulle “ceneri” del fallimentare Corap. Anche per questo il testo prevede il trasferimento della sede dell’Arsai dalla Cittadella al Centro agroalimentare di Lamezia Terme «al fine di garantire – si legge ancora nella relazione alla proposta – le esigenze di continuità delle azioni già intraprese dal Corap, la cui sede era – infatti – allocata presso il predetto Centro». Inoltre, la proposta Caputo modifica la norma istitutiva dell’Arsai prevedendo in capo all’Agenzia il «subentro nel diritto d’uso di tutti i beni appartenenti al demanio e al patrimonio indisponibile già in uso alla Fondazione Mediterranea Terina Onlus, nonché nella titolarità dei rapporti giuridici e dei beni strumentali materiali e immateriali appartenenti al patrimonio disponibile della Fondazione medesima, che dovessero residuare all’esito della liquidazione coatta amministrativa». (a. c.)
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