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lotta al crimine

L’intuizione dell’ex poliziotto, la ‘ndrangheta nell’altra Milano

I continui tentativi di infiltrazione della malavita calabrese nell’economia legale, Il night-club dedicato al boss e il sequestro di cocaina

Pubblicato il: 25/07/2025 – 11:26
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L’intuizione dell’ex poliziotto, la ‘ndrangheta nell’altra Milano

MILANO Alberto Rocco Maria Sala già responsabile del Servizio Anti Riciclaggio per l’Odcec di Milano, ispettore Superiore nella Polizia di Stato, è da sempre impegnato nella lotta al crimine. Ha svolto complesse indagini internazionali con l’Fbi nei casi di crimini finanziari internazionali relativi a fenomeni mafiosi legati al riciclaggio di denaro sporco, con il servizio di intelligence italiano e con la Dea conducendo operazioni contro i trafficanti internazionali di droga. Una vita in prima linea, partendo dalle prime inchieste sulle mafie al Nord. Nel suo racconto, affidato alle pagine del Sole 24 Ore, sono molteplici i passaggi dedicati alla ‘ndrangheta.
La mala calabrese da anni fa affari nelle regioni settentrionali, la casa madre resta in Calabria ma i danari veri sono altrove. In pochi anni, decine di indagini e processi hanno permesso di tratteggiare un quadro a tinte fosche: colletti bianchi piegati al volere e al potere del malandrino di turno, ‘ndrine attive in quasi tutti i territori, economia drogata dalla concorrenza sleale imposta dai clan agli imprenditori compiacenti o incapaci di rispondere picche dinanzi ad un’offerta “che non si può rifiutare”.

L’intuizione di Sala

Nel 2004, Sala viene nominato primo responsabile della sicurezza di un polo ritenuto cuore pulsante dell’economia milanese: il Sogemi, Mercato Ortofrutticolo all’Ingrosso di Milano. La sua figura viene ritenuta indispensabile per «arginare quel contesto di illegalità diffusa di varia entità, dal lavoro nero, ai furti, fino alle infiltrazioni della malavita».
Il racconto offerto dall’investigatore è dettagliato. «Dalle informazioni che avevo raccolto avendo già lavorato sulle presenze dei clan calabresi, cercai di far comprendere la situazione ai nuovi vertici della società». Sala si accorse, in tempi non sospetti, della straordinaria capacità della ‘ndrangheta di allungare i tentacoli su qualsiasi tipo di attività riuscendo a lucrare ed a lavare montagne di denaro sporco. Come si legge nell’articolo del Sole 24 Ore a firma di Raffaella Calandra, il Sogemi è il «quarto mercato più grande d’Europa, dopo Parigi, Madrid e Barcellona».
Facile immaginare i motivi dell’interesse mostrato dalla criminalità organizzata calabrese. Il primo riscontro alle intuizioni di Sala fu la confisca di un night-club «dedicato al boss Salvatore Morabito». A distanza di pochi anni, nel 2007, «furono sequestrati 250 chili di cocaina». Come avrà modo di sostenere la pm Laura Barbaini: «Cercavamo i capi dei traffici di droga in Sud America, ci spiegarono che bastava cercare ad un paio di km in linea d’aria dal Palazzo di Giustizia, all’Ortomercato». Ieri come oggi, la mala tentava di entrare nelle aziende grazie alla complicità di prestanome, teste di legno in grado di aprire le porte agli affari illeciti: dal traffico di droga a quello di armi. (f.b.)

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