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Il «broker fuori paese» a disposizione della ‘ndrangheta: l’affare colombiano e i 350mila euro come “garanzia” per gli imprevisti

Una grossa richiesta di denaro pretesa dall’intermediario barese Costanza al gruppo capeggiato da Barbaro. I dubbi e la “paura” di eventuali ritorsioni

Pubblicato il: 26/07/2025 – 16:36
di Giorgio Curcio
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Il «broker fuori paese» a disposizione della ‘ndrangheta: l’affare colombiano e i 350mila euro  come “garanzia” per gli imprevisti

LAMEZIA TERME Un carico rilevante di cocaina dal Sud America via Spagna. Un chiodo fisso per il gruppo ‘ndranghetista capeggiato da Rocco Barbaro (cl. ’56), facendo spesso riferimento a Matteo Costanza.
Si tratta del presunto «broker del narcotraffico internazionale» nonché referente in Spagna, a Malaga, della ‘ndrangheta per le «importazioni di carichi di stupefacente provenienti dal Sudamerica». Classe 1973 di Triggiano – provincia di Bari – ma residente a Malaga, città dell’Andalusia, è considerato «parte integrante dell’associazione criminale dedita al traffico degli stupefacenti». Raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere nel blitz “Millennium” della Dda di Reggio Calabria, il broker barese è stato estradato in Italia dalla Spagna.

«Quel broker che abbiamo fuori paese…»

Il suo nome è ricorrente anche quando uno degli indagati, Giuseppe Italiano, si trovava al telefono con il suocero durante il ricovero all’ospedale di Messina. È il 10 gennaio 2022 quando proprio il suocero racconta a Italiano di aver avuto diversi contatti con «(…) quel broker che abbiamo fuori paese» e che quest’ultimo gli aveva annunciato l’arrivo in Spagna del colombiano “Oscar”, proprio per «definire i termini della loro trattativa». L’indagato, quindi, avrebbe programmato un primo viaggio in Spagna per il genero «propedeutico ad un successivo incontro» sempre in Spagna tra i fornitori dello stupefacente, identificati in “Oscar” e Matteo Costanza e gli acquirenti italiani. Ovviamente fissando alcuni punti cruciali: il quantitativo di cocaina richiesto e il prezzo di acquisto.

La reticenza del vecchio boss

La prima “svolta” importante arriva – sempre secondo l’accusa – la sera del 15 marzo 2022. Giuseppe Italiano contatta in videochiamata il broker barese in Spagna mentre, in auto, a sua insaputa è intercettato. «(…) quando abbiamo parlato che ci devono essere i soldini sennò è un problema…». Matteo Costanza, secondo l’accusa, nella conversazione mette subito a fuoco il punto cruciale: il pagamento della droga, mettendo in discussione la richiesta del suocero di Italiano di comprarla a credito. «(…) io devo trovare qualcuno per fare la cosa perché volevo farla, perché questi signori ragionano ancora ai tempi dei… purtroppo loro hanno sta cazzo di mentalità stupida, non siamo riusciti a fargli cambiare idea perché loro lavoravano al vecchio modo…», replica Italiano, spiegando al broker barese di avere delle difficoltà nel coinvolgere nell’affare anche Giuseppe Barbaro.

I “guerrilleros” da pagare

È nel dialogo intercettato un paio di settimane dopo che gli inquirenti intuiscono che Italiano sia stato in Spagna tra il 20 e il 23 marzo 2022 per «ricevere notizie in merito all’organizzazione del noto traffico dì stupefacente, da importare dalla Colombia», annota il gip. Italiano spiegava al gruppo che Costanza aveva la necessità di garanzie solide e, pertanto, «pretendeva di ricevere un anticipo sulla spesa complessiva» per pagare il fornitore colombiano. Così come è emerso dall’inchiesta, il broker Matteo Costanza avrebbe proposto di «custodire personalmente i circa 350mila euro necessari per le spese di importazione dello stupefacente», annota il gip. Spese a carico dell’importatore, fondamentale per pagare sta il trasporto dello stupefacente che per la corruzione del personale della gendarmeria locale. «(…) devo pagare i guerrilleros che te la portano fino al porto, i gendarmi li devo pagare…».

Le garanzie per il broker

Infine, Italiano spiega al gruppo una cosa molto semplice: il broker barese era un “semplice” intermediario, quindi non poteva garantire personalmente per nessuna delle due parti. E i 350 mila euro servivano proprio a questo, proteggerlo nel caso in cui qualcosa fosse andato storto. «Dice, “a me mi hanno lasciato in mezzo che mi posso aspettare che mi ammazzano o i paesani vostri o questo qua dalla Colombia mi mandano cristiani e mi ammazzano…». (g.curcio@corrierecal.it)

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