Gole del Raganello, se sette anni vi sembran pochi
Un modesto appello per la riapertura, aspettando i tempi della giustizia (e nel rispetto delle vittime). Così si salva un borgo dallo spopolamento

COSENZA La premessa è d’obbligo: il dolore per le vittime non si cancella e la verità giudiziaria va accertata, ma se parliamo delle Gole del Raganello, a 7 anni dalla tragedia il sequestro potrebbe essere rivisto?
Per chiunque non sappia di cosa stiamo parlando, ecco in breve date e fatti. Il 20 agosto 2018, due gruppi di escursionisti, attrezzati e guidati, erano nelle Gole del Raganello (riserva naturale nel Parco Nazionale del Pollino, tra Civita, San Lorenzo Bellizzi e Cerchiara di Calabria), quando una piena improvvisa li travolse. Le forti piogge e il cedimento di una diga naturale provocarono un’onda devastante. Un evento meteorologico estremo che ha sollevato interrogativi sul funzionamento e l’efficacia dell’allerta meteo. Il bilancio: 10 persone morirono (nove escursionisti e una guida) e altre subirono ferite, 23 furono salvate.
Il 23 agosto 2018, la Procura di Castrovillari, guidata allora dal procuratore Eugenio Facciolla, dispose il sequestro delle Gole del Raganello e del Ponte del Diavolo – simbolo secolare della presenza umana, dal nome inquietante e magari premonitore – aprendo un fascicolo per omicidio colposo, lesioni colpose, omissione d’atti d’ufficio e inondazione. Il Comune di Civita presentò ricorso, sostenendo che un bene demaniale non sia sequestrabile: la Cassazione rigettò questa impugnativa, confermando la pericolosità delle Gole.
È in corso un processo presso il Tribunale di Castrovillari che vede indagate cinque persone: i sindaci allora in carica di Civita, San Lorenzo Bellizzi e Cerchiara di Calabria, e due responsabili delle società turistiche impegnate nelle escursioni.
A quasi 7 anni dalla tragedia, le Gole del Raganello restano sotto sequestro e chiuse al pubblico. Il provvedimento non è mai stato revocato. Il sindaco di Civita, Alessandro Tocci, ha definito il caso come “l’unico in Europa in cui un bene demaniale rimanga sotto sequestro per così tanto tempo”.
Si stanno progettando interventi di messa in sicurezza (radar, pluviometri, videosorveglianza ecc.) per tentare la riapertura in sicurezza.
La Regione Calabria ha stanziato fondi per interventi esterni, ma finché il sequestro non sarà revocato, l’area resterà chiusa, con gravi ripercussioni economiche per Civita, dove il turismo ambientale è tra le principali fonti di sostentamento.
Le Gole del Raganello sono una riserva naturale istituita nel 1987 e fanno parte del Parco Nazionale del Pollino, geoparco Unesco globale dal 2015: non si può tenere questo patrimonio “in ostaggio”. Dissequestrare almeno parzialmente le Gole, prevedendo accessi vigilati, fasce di rischio, tornelli, permetterebbe a questo borgo e in generale a tutto il territorio di uscire dal suo (ritrovato) isolamento dopo gli anni del boom e della riscoperta di un tesoro inspiegabilmente nascosto. Con più consapevolezza dei rischi e un messaggio fortissimo di resilienza e “restanza” in risposta all’imperante spopolamento delle aree interne. (EFur)
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