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sanità e legalità

“Trincea” antimafia per costruire i nuovi ospedali. «Lo Stato dimostra di esserci» – VIDEO

A Catanzaro sottoscritti i protocolli di legalità sotto l’egida del ministero dell’Interno. Il sottosegretario Ferro: «Vogliamo far capire alla ‘ndrangheta che siamo presenti»

Pubblicato il: 29/07/2025 – 13:04
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“Trincea” antimafia per costruire i nuovi ospedali. «Lo Stato dimostra di esserci» – VIDEO

CATANZARO «Da parte nostra c’è la volontà di far capire alla criminalità organizzata che siamo presenti, che lo Stato c’è». Così il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro ha definito i protocolli di legalità firmati questa mattina nella Prefettura di Catanzaro per i nuovi ospedali – Sibaritide, Vibo Valentia, Piana di Gioia Tauro e Locri – da costruire in Calabria. Le intese sono state sottoscritte dal direttore della struttura per la prevenzione antimafia del ministero dell’Interno, Paolo Canaparo, dal presidente della Regione Roberto Occhiuto, commissario per l’edilizia sanitaria, e dai Prefetti di Reggio Calabria, Cosenza e Vibo Valentia.

Cosa prevedono i Protocolli

Nella scheda diffusa dal ministero dell’Interno si evidenzia che «i Protocolli di legalità, oggetto della odierna sottoscrizione, individuano, in particolare, gli impegni di collaborazione e vigilanza in capo al Commissario delegato, in qualità di soggetto concedente, e a tutti gli operatori economici che costituiscono l’intera filiera delle imprese coinvolte nella realizzazione delle opere in questione. Gli obiettivi che le intese intendono perseguire si concentrano sia nella fase dell’affidamento dei lavori che nella fase di esecuzione degli stessi». Riguardo la prima fase il Protocollo – si legge ancora – «richiama l’obbligo di iscrizione nell’Anagrafe degli esecutori quale requisito per gli operatori economici che vogliano partecipare alle procedure di selezione per svolgere prestazioni relative o comunque connesse alla progettazione e alla realizzazione dell’opera. Si tratta di un requisito che il commissario delegato e gli altri soggetti aggiudicatori devono verificare al momento della stipula dell’atto negoziale accertando la permanenza dello stesso per tutta la durata del rapporto contrattuale». Quanto alla fase esecutiva «il Protocollo introduce forme di collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti per garantire più elevati livelli di efficienza ed efficacia dei controlli in sede di esecuzione delle prestazioni; rafforza la capacità di intercettare tempestivamente tutte le eventuali situazioni di opacità ed illegalità predittive di una possibile presenza malavitosa nella fase della cantierizzazione delle opere; implementa i controlli sui sub-contratti, soprattutto quelli relativi a specifiche attività economiche, come il ciclo delle cave e del calcestruzzo, che per la loro natura, risultano più esposte a rischi di infiltrazione; introduce, con la previsione dell’istituzione di un’apposita Banca dati, specifiche modalità di monitoraggio e vigilanza sull’accesso e sulla presenza della manodopera e dei mezzi nelle aree di cantiere e in quelle a queste funzionali, nonché sull’approvvigionamento delle forniture di materiali e servizi, e sulla gestione, trasporto e smaltimento dei materiali di risulta provenienti da scavo e da demolizione dei rifiuti di cantiere. Per il perseguimento  di tali obiettivi il Protocollo prevede forme più incisive di monitoraggio e vigilanza sui cantieri da parte dei Gruppi interforze antimafia delle Prefetture attraverso la possibilità di acquisire informazioni direttamente da parte del Referente di cantiere e del Direttore dei lavori riguardo all’attuazione del Piano coordinato di controllo del cantiere, all’organizzazione delle attività e al loro svolgimento nonché riguardo all’approvvigionamento dei beni e servizi che incidono sulla sicurezza e qualità dell’opera».

Controlli e sicurezza

Un’attenzione particolare – prosegue poi la scheda del Viminale – «è rivolta all’attivazione di controlli più efficaci atti a garantire la sicurezza e la regolarità del lavoro e la tutela della manodopera impiegata per l’esecuzione dei lavori, nonché il rispetto dei diritti contrattuali e degli obblighi di formazione e delle modalità di reclutamento, alloggiamento, anche diffuso sul territorio, e trasporto della manodopera. A tal fine il Protocollo prevede la costituzione presso la Prefettura territorialmente competente di un Tavolo per la sicurezza, la regolarità e la qualità del lavoro che funge da organo di raccordo. Il monitoraggio sull’attuazione delle misure previste nel Protocollo è affidato alla Cabina di regia, istituita presso la Struttura per la prevenzione antimafia, che ha anche il compito di esaminare periodicamente le eventuali questioni applicative».

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Gli interventi

Per il sottosegretario Wanda Ferro si tratta di «protocolli importanti, i primi perché poi seguiranno quelli di Catanzaro, di Reggio Calabria, degli altri presidi con i quali la struttura di missione è già in contatto con l’Inail. “L’obiettivo di questi protocolli è rafforzare la prevenzione e la vigilanza in una fase cruciale, quella dell’apertura e dello svolgimento dei cantieri, quando le pressioni della criminalità organizzata tendono a intensificarsi, spesso con minacce o atti violenti. In questa fase, il settore edile rappresenta per le organizzazioni mafiose non solo una fonte di profitto, ma anche un mezzo per consolidare il controllo del territorio. Particolare attenzione – ha aggiunto la Ferro – viene riservata a quelle situazioni opache, le cosiddette “zone grigie”, dove non emergono violazioni evidenti ma si annidano irregolarità che possono segnalare un’infiltrazione più profonda della criminalità.  I protocolli inoltre non si limitano all’aspetto antimafia, ma rafforzano anche i controlli in materia di legalità e sicurezza sul lavoro, perché sappiamo che la sussistenza di fenomeni di sfruttamento e di lavoro irregolare, nonché di esternalizzazioni illecite di manodopera, costituiscono una modalità attraverso cui si diffonde il controllo delle organizzazioni criminali sul mondo del lavoro e sulle realtà imprenditoriali di piccole e medie dimensioni. L’affidamento alla Struttura di missione del Ministero dell’Interno del compito di presidiare questi interventi è una scelta di alto valore strategico per assicurare la realizzazione delle infrastrutture necessarie a garantire il diritto alla salute ai cittadini calabresi». A sua volta, Canaparo ha spiegato che «i protocolli contengono alcuni profili molto innovativi, sia in tema di vigilanza nei cantieri, sia in tema di aiutare l’esigenza del lavoro e del lavoratore. È previsto che attiveremo a Roma una cabina di regia con la presenza del commissario e dell’affidatario per garantire che ogni protocollo venga attuato puntualmente e in tutti i suoi elementi. Quindi un impegno corale da parte di tutti: oggi comincia un lavoro speriamo di altissima qualità al servizio della collettività». Secondo Occhiuto «la legalità viene prima di tutto quando si tratta di circa un miliardo di investimento. In una regione complicata come la Calabria è utile che ci sia una sinergia tra tutti i livelli istituzionali Sono molto contento perché il governo ci ha dato la possibilità di utilizzare questa struttura del ministero dell’Interno appositamente creata per l’Expo e quindi dà la possibilità di controllare più puntualmente i lavori, quindi anche i contratti di subfornitura e subappalto. Il lavoro dei carabinieri, della Guardia di Finanza, delle Procure è assolutamente necessario ed è utile che sia coordinato direttamente dal ministro dell’interno».  (a. c.)

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