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Estremismo minorile: coinvolti anche un 13enne nel Cosentino e un 17enne a Catanzaro – VIDEO

Perquisizioni in tutta Italia, anche in Calabria. Ideologie violente di estrema violente e jihadismo dietro i contenuti trovati

Pubblicato il: 31/07/2025 – 12:31
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Estremismo minorile: coinvolti anche un 13enne nel Cosentino e un 17enne a Catanzaro – VIDEO

COSENZA Ci sono anche due minori calabresi, un 13enne della provincia di Cosenza e un 17enne di Catanzaro, nell’operazione di contrasto al radicalismo giovanile condotta dalla Polizia di Stato, su delega delle Procure per i Minorenni competenti. L’intervento ha riguardato l’intero territorio nazionale e rappresenta uno dei più estesi blitz contro l’estremismo minorile mai coordinati in Italia.
Tra i minori coinvolti nell’ala dell’estremismo di destra, è emerso anche un ragazzo di soli 13 anni residente nella provincia di Cosenza, la cui perquisizione è stata delegata dalla Procura dei Minorenni di Cagliari. Il giovane sarebbe emerso dagli sviluppi investigativi a carico di un coetaneo sardo, già perquisito in aprile per aver pubblicato immagini inneggianti al suprematismo armato. I materiali online, secondo gli investigatori, rimandano a un contesto fortemente ispirato a figure di noti attentatori, simboli dell’estremismo violento bianco, come Breivik e Crusius.

A Catanzaro un 17enne coinvolto in gruppi jihadisti e nazifascisti

La Digos di Catanzaro ha invece operato su un 17enne residente nel capoluogo calabrese che, secondo le indagini della Procura dei Minori di Bologna, partecipava a un gruppo WhatsApp radicalizzato in cui venivano condivisi contenuti sia jihadisti che nazifascisti. Il giovane era in contatto con un altro minore, arrestato lo scorso anno per addestramento con finalità di terrorismo. Il materiale diffuso includeva immagini di guerriglieri, armi, simbologie islamiste e neonaziste, in una preoccupante commistione di estremismi apparentemente opposti, ma accomunati dalla retorica violenta e anti-istituzionale.

L’operazione nazionale: 22 perquisizioni in tutta Italia

L’intervento, scattato nella mattina di oggi, ha visto l’esecuzione di 22 perquisizioni su tutto il territorio nazionale, sotto il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Le indagini si sono concentrate su minori tra i 13 e i 17 anni, emersi in contesti legati a: estremismo di destra suprematista e neonazista; radicalismo jihadista; antagonismo violento di piazza; ideologie accelerazioniste (volte al collasso sistemico della società) Le attività sono state delegate alle Procure per i Minorenni competenti per territorio e hanno riguardato numerose province italiane.
Uno degli elementi scatenanti è stata l’indagine, avviata mesi fa a Cagliari, su un 14enne di Oristano, per aver pubblicato sul suo profilo Facebook foto in cui appariva armato, travisato e circondato da simboli suprematisti e nazisti. Durante la prima perquisizione, il giovane aveva consegnato una bandiera con la croce celtica, un fucile giocattolo privo di tappo rosso con scritte inneggianti ad attentatori suprematisti, come Anders Breivik.
Da quel caso si è allargata una fitta rete investigativa che ha portato alla perquisizione di altri minorenni in Sardegna, Veneto, Sicilia e, appunto, Calabria, tutti potenzialmente coinvolti in circuiti simili.

Estremismo online e violenza reale: ordigni e minacce

Tra i casi più gravi, anche quello emerso a Livorno, dove due minorenni di 14 e 16 anni hanno realizzato e fatto esplodere un ordigno rudimentale all’esterno di una scuola superiore durante l’orario delle lezioni. Nelle loro chat, oltre a contenuti nazisti, erano presenti istruzioni per la fabbricazione di esplosivi, giubbotti militari e riferimenti a organizzazioni eversive.
Un altro minore, perquisito in provincia di Taranto, ha dichiarato di aver fatto parte dell’associazione suprematista internazionale “The Base” e di aver costruito ordigni artigianali.
Non è mancato il fronte dell’antagonismo: a Bologna, due 17enni sono stati identificati per aver partecipato a una manifestazione non autorizzata durante la quale hanno danneggiato telecamere, banche e vetrine, utilizzando armi improprie. La protesta era legata alla morte del giovane Rami Elgaml, deceduto durante un inseguimento a Milano.

La minaccia jihadista

Oltre al caso calabrese, un altro 17enne, residente in provincia di Ravenna, è stato trovato in possesso di centinaia di file collegati alla propaganda jihadista, tra cui documenti provenienti dal noto archivio “Al-Raud Media”, affiliato all’ISIS, e contenuti audio-video dell’emittente Al-Bayan e della rivista Al-Naba.
Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati telefoni cellulari e dispositivi informatici, manuali di addestramento, riproduzioni di armi da fuoco senza tappo rosso, passamontagna, tute mimetiche e divise delle SS, materiale di propaganda di matrice suprematista, jihadista o eversiva.
Le anteprime dei contenuti digitali già mostrano la presenza di numerose chat tematiche dove si incitava alla violenza, si glorificavano attentatori e si diffondevano contenuti antisistema. (f.v.)

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