RendeSi: «Bene il Policlinico Universitario, ma l’Annunziata è cosa diversa»
Il movimento politico-culturale avverte: «Rifare la copia del vecchio ospedale sarebbe inutile spreco di soldi pubblici»

RENDE Proprio ieri, il sindaco di Rende Sandro Principe aveva lanciato un appello per l’istituzione, dopo tanti anni di discussioni, del Policlinico Universitario in città. «Un’opportunità storica», l’aveva definita lo stesso primo cittadino. A circa 24 ore di distanza, sulla scia delle sue parole si inserisce il movimento politico-culturale RendeSi, d’accordo con l’idea di Principe, ma con una puntualizzazione: «Ci riferiamo – scrive il movimento – alle dichiarazioni dell’on. Sandro Principe, il nostro Sindaco, per condividere l’appello all’Amministrazione Regionale circa l’istituzione dell’AOU e relativa realizzazione del Policlinico Universitario ad Arcavacata. Riteniamo sia veramente un’opportunità storica non solo per Rende, Cosenza e area urbana vasta, ma per l’intera Calabria. Se solo la politica, per una volta, smettesse di discutere di banalità, facesse prevalere l’interesse generale e pensasse con serietà al bene della collettività calabrese in materia di salute sarebbe già questo un grande risultato. Deve essere, però, – aggiungono i membri di RendeSi – il Policlinico una cosa ben diversa rispetto all’ospedale dell’Annunziata che ormai ha fatto il suo tempo. L’Annunziata, adeguatamente ristrutturato, ammodernato e potenziato in via immediata, deve funzionare come ospedale territoriale al servizio del vasto territorio provinciale. Il Policlinico, invece, deve essere un centro di eccellenza, di ricerca scientifica, sperimentazione e alta specializzazione, in grado di formare i professionisti del domani mediante connessione ad una grande struttura universitaria. Il Policlinico – sottolineano – deve garantire qualità formativa e professionale, innovazione tecnologica applicata alla medicina, che sono caratteristiche indispensabili per realizzare l’ambizione citata dal nostro Sindaco, comprendendo altresì l’opportunità di richiamare e trattenere i nostri medici, giovani e non, emigrati e affermati nel mondo. Avvertiamo che rifare la copia, magari pure aggiornata, del vecchio ospedale sarebbe un inutile spreco di soldi pubblici. In questo contesto – concludono – si incastra alla perfezione il progetto di ampliamento del Poliambulatorio di Quattromiglia, cosiddetta Casa della Salute, per soddisfare le esigenze di prossimità, colmare e ampliare i servizi di assistenza territoriale e, al tempo stesso, ridurre il ricorso alle unità ospedaliere. Parliamo ovviamente di sanità pubblica cui la politica deve tendere in via prioritaria e principale».
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